venerdì 23 settembre 2016

LENZUOLA SPORCHE
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Ve ne racconto un'altra, ma vera, di storia sulle lenzuola sporche.
Sino ai primi anni '60 del secolo scorso in Bari Vecchia, ed anche in molti altri quartieri del borgo nuovo, dopo la cerimonia nuziale e la festa che ne seguiva, ricca o povera che fosse, gli sposi trascorrevano in casa la prima notte.
L'alba del mattino seguente scopriva una piccola folla festante sotto la finestra degli sposi, per rappresentare l'ultima parte della cerimonia cominciata il giorno prima.
Amici e parenti, con in testa la mamma dello sposo, la più trepidante, la più interessata, attendevano fra musica e canti giocosi il simbolo dello jus primae noctis della ragazza: lo sciorinamento delle lenzuola, le migliori del corredo nuovo, usate quella notte.
Il tremolare dei vetri imponeva il silenzio più assoluto; tutti gli sguardi attratti dal movimento delle ante, in attesa che lo sposo svelasse la lieta conclusione di quella prima notte insieme.
Il solo apparire del ragazzo con le lenzuola nelle mani era di per sé un buon segno.
Se le lenzuola appena stese recavano macule inequivocabili che andavano dal rosa pallido al rosso rubino, l'urlo gioioso dei presenti faceva riprendere quella musica e quei canti senza più l'incertezza di prima, e per di più conditi con i soliti lazzi di circostanza.
In quel caso le lenzuola sporche indicavano la purezza della donna.
Ma dietro quella gamma di macchie colorate, qualche volta si celavano sotterfugi ideati da ragazze sveglie, per nascondere qualche irrefrenabile assaggio frettoloso goduto col proprio sposo prima delle nozze; o peggio, a sua insaputa senza che lui s'accorgesse di nulla ...
Naturalmente, capitava a volte che non s'apriva nessuna finestra e non veniva sciorinato nessun lenzuolo, perché lo sveglio questa volta era stato lo sposo.
In tal caso le lenzuola immacolate, o maculate di altre tinte, simboleggiavano con evidenza l'impudicizia della donna.
E la festa si concludeva con litigate della più colorita tradizione barese, a volte anche con risvolti rusticani ...
Beata gioventù moderna!

Edito  a  Bari il 3.11.2015


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