domenica 25 dicembre 2016

NOMI STORICI ED ECHI MODERNI

Da qualche settimana seguo con un certo interesse il dibattito sull’eventuale cambio di nome della Scuola Elementare “Balilla”. Quale ex scolaro dell’istituto vorrei aggiungere alcune considerazioni personali su quel nome impresso indelebile nella formazione di tantissime generazioni di alunni baresi. Ho condiviso pienamente la lettera sullo stesso argomento del dr. Nicola Roncone, con cui ho avuto il privilegio di frequentare non solo il quinquennio elementare, ma anche il triennio successivo in un altro prestigioso istituto dell’epoca, la Scuola Media “Amedeo d’Aosta” dell’arcigno preside Adamo Mastrorilli. Intanto chiarisco che a noi ragazzi del 1950, nonostante gli echi allora freschi del precedente ignobile regime che si appropriava di tutto quanto potesse servire a mascherare il nero della propria origine rivestendolo inutilmente di un necessario candore storico, a noi ragazzi dicevo, il nome “Balilla” ci riportava con immediatezza soltanto a quel ragazzino genovese undicenne che nel 1746 mise in fuga lo straniero con un sasso, divenendo il secolo successivo simbolo della lotta Risorgimentale. Ora, l’idea che la scuola in questione passi dal nome tricentenario di un apolitico undicenne, più consono al ciclo scolastico interessato, a quello di un contemporaneo appena deceduto, sia pur emerito docente ottantaquattrenne ma di dichiarata fede di parte per giunta, aggirando il requisito “dopo dieci anni dalla morte” per sfruttarne opportunamente la deroga, puzza lontanissimo di provvedimento politico “à la page”, sino a sfiorare la blasfemia peraltro, pretendendo, a soli due mesi dalla morte, il “santo subito”, invocato più giustamente per i grandi uomini del Sacro. Ma poi, può uno sparuto manipolo di insegnanti, di cui forse nessuno ha frequentato la scuola da ribattezzare, decidere le sorti di migliaia di vecchi e nuovi alunni, imponendo un nome che necessita ancora di un lunghissimo periodo di quarantena, prima che la lente della storia stabilisca quale ruolo gli spetterebbe in un secolo in cui tutti hanno fallito, viste le condizioni disastrose sotto ogni punto di vista in cui versa il Paese? In quanto al legame sentimentale mio e dei miei compagni d’allora con il nome “Balilla”, esso evoca il decennio più felice che Bari abbia vissuto nel secolo scorso. Inquinamento inesistente, delinquenza invisibile, consumismo sconosciuto. Ci bastava poco per essere soddisfatti. Episodi indelebili si susseguono al nome della nostra prima scuola. Il primo giorno di scuola, naturalmente, col trauma del distacco dalla mamma subito superato dall’accoglienza di insegnanti e nuovi compagni. Il biennio con la nostra maestra, la cara signora Mammella, che con le sue carezze sopperiva in quelle ore all’assenza della mamma; il triennio con l’inflessibile professor Di Terlizzi, quando le sue bacchettate ci hanno resi uomini. Le preghiere mattutine fatte davanti all’icona della Madonnella col Bambino, allora allogati in una nicchia alla base della torretta del vecchio edificio di fronte alla scuola, proprio all’inizio di via Vallona. E come dimenticare Bartolomeo col suo chiosco, prima sulla facciata rientrante a sinistra della scalinata d’accesso centrale, poi spostato più opportunamente sul prospetto scolastico di corso Sonnino alla confluenza con via Spalato; tutti passavamo da lui almeno un paio di volte al giorno per comprare pesciolini rossi e neri, castagnaccio, gianduiotti, giornalini usati, piccoli giocattoli di celluloide, le famigerate “fortune”. I giochi di gruppo che si facevano ogni mattina nel tardo autunno e per tutta la primavera  sulla via Positano, prima di accedere dal grande cancello di ferro nel cortile interno della scuola; ci si rincorreva “a staccio” o si saltava “a scaricabarile”. Quanto ho brigato per mangiare alla refezione scolastica, o per ottenere le scarpe che il Patronato Scolastico donava ai più poveri. Non avevo diritto a tali aiuti perché mio padre lavorando in Ferrovia aveva un reddito fisso. Ma sono riuscito più volte a falsificare  il tesserino d’accesso alla mensa, soprattutto il giovedì per una scodella di minestra col sughetto diluito che tanto mi piaceva. Pur di accontentarmi, mia madre riuscì a comprare le scarpe del Patronato da una famiglia povera, ma alla prima pioggia si infracidirono tutte perché di cartone dipinto. A questo punto faccio la mia proposta: finché campa l’ultimo alunno dell’istituto, si lasci il nome “Balilla”, dopo lo si potrà cambiare … (cioè mai!) …


Edito a Bari il 28.4.2016
VESPATE

Direttore, non se ne può più. Che qualcuno si attivi a fermarlo, ne va della sua incolumità. Nella sua funesta carriera televisiva s’è creato tanti di quei nemici che chiunque al suo posto resterebbe desto notte e giorno; ma lui, incosciente, non se ne rende nemmeno conto e si crogiola col suo ebete sorrisino nella sua inconsistente bolla di presunzione. Pensa di piacere per qualche striminzito punticino di share che mette insieme in piena notte per pochi sofferenti d’insonnia; crede addirittura di essere un grande scrittore per aver messo insieme alla meglio libri vacanti, commissionati per pietosa riconoscenza dai suoi bersagli di viscide slinguate. L’acme lo raggiunge quando, colpito da momentanea distorsione cognitiva, si vede bello senz’accorgersi della sua naturale ed evidente repulsione. Che siate almeno voi colleghi giornalisti a consigliargli una fuga precipitosa prima dell’irreparabile. Offese Associazioni antimafia, di genitori inviperiti, di furenti telespettatori gli stanno dando la caccia e se gli mettono le mani addosso lo sgonfiano. La sua maniacale ricerca di consensi tv lo ha spinto a mettere in scena personaggi immorali come i Cassarmonica, i Ririna, indegni persino di essere nominati, per non parlare di alcuni politici, facendo adirare maggiormente tutte le vittime di mafia o loro parenti. Ha fatto inferocire tantissimi genitori che, così come già accaduto ad altri giovani, temono di vedere i propri figli seguire l’esempio di delinquenti comuni e capimafia falsamente mitizzati dal cattivo conduttore. Moltissimi telespettatori scalpitanti chiedono vendetta, oltre che per gli spudorati emolumenti che la Rai elargisce a man bassa ai tanti guitti come lui che si aggirano nei suoi studi, anche per i milioni di euro spesi dal nostro butterato personaggio che, riducendo in scala i tanti teatri reali, in cui si sono consumate autentiche tragedie, realizzava costosissimi plastici per esclusivo uso e consumo della morbosità di poche menti disturbate, manovrandoli a mo’ di inutili giocattolini per bambini stupidi; prevaricando, intorpidendo, sviando il compito della Giustizia vera nel dare false indicazioni, inconsistenti sospetti, e soluzioni finali completamente contrarie ad ogni logica. Ma nessun giudice si è accorto che con i suoi indesiderati ospiti è incappato più volte nel reato previsto dall’art. 414 c.p. per apologia di soggetti mafiosi, nella sua veste di conduttore della tv pubblica? Quello che posso fare a ‘sto punto è un appello ai lettori più pazienti; vi volete liberare del fastidioso ronzio del Vespone televisivo? Vi suggerisco una soluzione definitiva e con un mezzo indolore. Anni fa vi era un marchingegno, illustrato nella prima immagine (pompetta per flit), che con tanta fatica liberava ogni casa da insetti fastidiosi. Oggi la tecnologia ci mette a disposizione mezzi molto più efficaci e meno faticosi; col ticoma, come io ho definito la scatolina elettronica della seconda immagine (non nel senso di “telecomando”, ma in quello di “ti metto in coma”), possiamo liberarci dai dannosi insetti televisivi azzerando il loro share e mettendoli in tal modo, appunto, in coma irreversibile, costringendo così i dirigenti Rai ad eliminarli da ogni palinsesto. Fatelo sempre e vi libererete da ogni personaggio nocivo. Io l’ho fatto anni fa, nella trasmissione in cui il Vespone ha mostrato tutto il suo microscopico spessore morale. Ad un certo punto, uno dei tanti suoi insulsi ospiti della puntata insinuò, vista la sagoma del suo capoccione, una spiccata somiglianza col capoccione fascista, per nulla inferiore a lui in quanto a lutti procurati alla Nazione. E mentre qualcun altro rilevava la data del suo concepimento con la presenza del “lui” d’allora a Campo Imperatore, proprio nelle vicinanze del luogo d’origine del futuro e più misero “lui” televisivo, il nostro Giuggiolone si gonfiava in tutta la sua vuotezza, da piedi a capo, di quell’insano gas borioso che dà tanto alla testa, librandosi disarticolato proprio come il classico palloncino al vento, e non intuendo per nulla che gli stavano offendendo la madre, che gli stavano dando apertamente del figlio di … quadrantaria di antiche suburre latine. In quell’occasione ha dimostrato copiosamente di essere un uomo privo di ogni dignità, lasciandosi avvolgere contento da quella oltraggiosa bestemmia che gli offendeva direttamente la madre e indirettamente l’incolpevole padre. Non potendone più, quella sera stessa, indignato per come erano stati ridicolizzati quei poveri genitori, me ne sono liberato per sempre con pochi tocchi sulla tastiera del ticoma, smemorizzando definitivamente il suo programma. Penso con dispiacere a quel poveraccio del suo vicino, costretto a ritrovarselo ogni giorno porta a porta. E di contro ai tanti fortunati che lo tengono distante un piano almeno, un condominio per evitarlo, un isolato per non sentirlo, un quartiere per tranquillità, un paese per non vederlo. Ai telespettatori ho indicato la strada più facile per non ospitare più tali personaggi negativi nella propria abitazione. Alla matrigna Rai suggerisco, se proprio non può fare a meno di simili soggetti diseducativi, di relegare i suoi tanti Vespa Bruno in quei teatri di cui Roma è disseminata da oltre duemila anni, noti a tutti col termine di Vespa … Siani!
E noi malcapitati spettatori tv dovremmo pure pagare un canone?

Ma qualcuno là dentro è impazzito! …

Edito a Bari il 9.4.2016
POPULISMO RENZINO

Ma il Renzino vincitore della lotteria del 2013 ha proprio una faccia di quel bel bronzo forgiato nella stimata Pontificia Fonderia Marinelli qualche secolo fa! Non ha sempre sostenuto, ad ogni tornata elettorale, che non andare a votare è segno del più “becero populismo”, e chi propagandava l’astensione dal voto commetteva reato! Ed ora, solo per dimostrare a qualche bambolina cretina che lui è il potere, si erge a capopopolo e spinge i cittadini ad andare al mare, commettendo doppio reato nel suo ruolo pubblico! Non s’accorge nemmeno di scimmiottare la protervia arroganza berluschina! O il motivo vero è che si sta convertendo al più sano populismo, vista la consistenza del più grande partito italiano, il PIA (Partito Astensionisti Italiani), che ormai è oltre la maggioranza assoluta! Le ha contate le facce che è stato costretto a cambiare da quando governa; io ne ho elencate tante da riempire tutte le 62 facce del rombicosidodecaedro girato, e me ne son rimaste ancora tante da sistemare; se continua così riempirà le facce di tutti i 92 solidi inclusi nel 1996 da Norman Johnson nella lista dei poliedri, diventando più famoso per il Guinness conquistato che come politico. I giornalisti seri, però, dovrebbero smetterla di preoccuparsi del guiderdone governativo che viene elargito, e non avere paura di attaccare il Renzino, facendogli capire che il Popolo non lo vuole più: uno sparuto manipolo di burocrati l’ha insediato, una folta moltitudine di Popolo pretende che se ne vada. Ditegli chiaramente, come qualche anno fa con il Berluschino da lui sempre più emulato, che ha fatto il suo tempo e, soprattutto,  per “evitare ulteriori lutti“ e altre ingenti rovine “alla Nazione”, che se ne torni a casa. Per il conto, stia tranquillo che prima o poi gli italiani glielo faranno pagare. Smettetela quindi, cari giornalisti, di preoccuparvi miseramente dello stipendio, e tendete a raggiungere, piuttosto, quell’alto ideale per cui avete ricevuto la tessera professionale, LA VERITA’ … L’Italia è ormai allo stremo per le sue sballate scelte politico-finanziarie … (nell'immagine l'Italia dolente, che spera solo nelle bische di stato)


Edito a Bari il 15.4.2016
A PROPOSITO DI OLIO TUNISINO …

Fortuna che noi pugliesi da anni ci forniamo del migliore olio al mondo, acquistandolo anche a basso costo direttamente dalle tante masserie a pochi minuti dalle nostre case, e quindi ce ne strafottiamo del viscidume che altri paesi spacciano per olio ... Tutti i cittadini del nostro Paese possono attuare tale iniziativa; il nostro territorio è disseminato di frantoi che producono dell'ottimo olio in proprio, perciò il criminoso provvedimento europeo su forniture di sostanze inquinanti estere non ci interessa minimamente ... Facciamo in modo da lasciare l'olio tunisino, marocchino, o papuasio che sia, negli scaffali invenduto così, calando i prezzi, potremo comprarlo per metterlo nei motori delle nostre auto risparmiando una bella sommetta ... Mentre nemici e traditori del made in Italy, che hanno tramato per questo provvedimento sciagurato pensando di speculare, resteranno scornati e mazziati (avendo già intascato la mazzetta) ... Non comprate schifezze estere, sempre di dubbia provenienza, inoltre puzzano, sono insapore, immangiabili e di conseguenza disgustose; d'altronde, è da sempre che pratichiamo l'arte di acquistare direttamente dal piccolo coltivatore il cibo più genuino; continuiamo a farlo per il bene delle nostre aziende e soprattutto della nostra economia ... Io non sono contro l'Europa, è l'Europa che è contro di noi (comprendendo tanti vigliacchi nostrani) ... ITALIANI ACQUISTATE PRODOTTI DEL NOSTRO TERRITORIO, ABBIAMO INSEGNATO AL MONDO COME MANGIARE, CONTINUIAMO AD ESSERE I MIGLIORI ...


Edito  a  Bari l’11.3.2016
FURBIZIA DEI POLITICI
 
Vito Petino ha condiviso il video di Marco Agostinelli. Imprenditrice che si lamenta per i troppo furbi politici.
Non mi rivolgo a quei mascalzoni dei politici, ormai sordi di coscienza ma, se ancora ve ne fosse, alla parte sana di quelle istituzioni, poliziotti, carabinieri, finanza e magistratura, per arginare la continua rapina di stato che sempre gli stessi mascalzoni continuano a mettere in atto contro tutti i cittadini. Prima che sia troppo tardi e che il politico corrotto e sporco venga bastonato ad ogni angolo di strada per la restituzione del maltolto. Ricordassero i soggetti anzidetti che loro, secondo costituzione, hanno giurato di essere fedeli alla Repubblica (Res Publica, Cosa di tutti e non cosa loro) e di conseguenza al suo naturale sovrano, il Popolo. Chi non mantiene tale giuramento e difende solo gli interessi di una esigua minoranza che, invece di rappresentarlo, lo saccheggia usurpandone privilegi d'ogni genere, commette alto tradimento, di cui ne daranno conto in caso di annullamento forzoso di tante norme imposte con la prepotenza dei vili, né mai scritte né concordate con il Popolo. Si chiede ancora, e soltanto alla stessa parte sana delle istituzioni, se le massime cariche dello stato e lo stesso parlamento non si trovino di già in un vero e proprio stato di "impeachement all'italiana", per cui è necessario istituire al più presto una commissione che ne blocchi le funzioni, prima che sia troppo tardi ... Popolo, Amici, Cittadini, svegliatevi e fate girare, altrimenti vi chiameranno fra non molto, restandone loro naturalmente fuori, a coprire l'enorme buco che chiamano falsamente debito "pubblico", ma in realtà causato dall'incapacità a governare un paese dei suddetti prevaricatori "privati" ...


Edito a bari il 24.2.2016
COMMENTI A DEPRAVAZIONI

Antonella inWonderland. Bisogna avere la mentalità un po più aperta..dopotutto per noi cosa cambia se due persone dello stesso sesso si sposano o no??La nostra vita continuerà ad essere sempre la stessa! Secondo me la famiglia é dove c'è amore e stop... ma lo sai già come la penso ... "Fa ciò che vuoi purché non danneggi nessuno".

Vito Petino ha commentato il post di Antonella inWonderland. Non è vero, Antonella; non si può vivere in un chiuso egoismo pur non danneggiando gli altri; è necessario vivere, invece, in simbiosi col proprio simile, dipendendo ogni essere umano dall'altro. E poi il tutto è sempre rapportato all'individuo con cui tratti. Willy, un mio caro amico d'infanzia, non si è mai permesso approcci forzati, manifestazioni lascive o disgustose nella forma; e tutti noi amici lo rispettavamo pur non condividendo i suoi orientamenti sentimentali. Il problema si pone quando una persona si comporta in un modo incivile che sconfina addirittura nella violenza, sia che si tratti di un etero oppure di un omosex. E se ti rileggi bene il mio commento, noterai che mi riferivo soprattutto a futuri diritti che potrebbero accampare quelle categorie di "mostri" che sempre nella storia sono andati oltre il limite dell'orrore, usando atrocità sui più deboli. Il mondo ha bisogno di chiarezza per funzionare alla perfezione; se al contrario si crea confusione dove regna l'ordine, il danno maggiore ricadrà sempre su chi infrange le regole naturali o stabilite dai comportamenti della maggioranza. Se una pianta ha bisogno del seme per dare frutti, è inutile tentare altre manipolazioni con l'unico rischio dell'estinzione di tutte le piante. Evitiamo quindi di confondere nel termine "matrimonio" altre unioni che verrebbero definite di serie "inferiore". Quando si parla di matrimonio, sappiamo di cosa parliamo. Tutto ciò che non riguarda il termine tradizionale, può tranquillamente essere definita "unione civile", sapendo in tal modo di cosa stiamo parlando. Proprio una mentalità aperta, come tu dici, ha bisogno di chiarezza immediata; la persona intelligente, davanti ad una definizione precisa, non si pone tante domande ... Matrimonio? Una unione fra maschio e femmina intesa a procreare e perpetuare il genere umano; l'eccezione delle poche coppie sterili non ne cambia minimamente la funzione nella sua generalità, confermando appieno tale principio con le recondite e normali aspettative che comporta ogni connubio naturale. Matrimonio civile? Stessa funzione, privata del rito religioso. Unione civile? Non si avrebbero dubbi di cosa si sta parlando. Se poi l'intento di questa esile minoranza è soltanto quello di sovvertire ogni genere di legge al solo scopo di contrapporsi alla normalità, del tipo "zoppo io, zoppi tutti", allora siamo proprio alla fine di ogni sana civiltà, intesa sempre nell'ottica della conservazione della specie. Certo che per gli etero non cambia nulla se due omosessuali si uniscono; ma proprio per evitare passate discriminazioni, c'è bisogno di tutta la chiarezza di cui ho parlato sino ad ora. Se si è naturalmente bruni e, ad un certo punto della vita, un individuo si sente biondo dentro, non importa proprio a nessuno che lo stesso individuo si addobbi sul biondo anche esteriormente; ma rimane la incontrovertibile realtà che agli occhi dei tanti nessuno, per la chiarezza di cui ho detto prima, sempre di un falso biondo si tratti. Sapessi, figlia mia, quante ne ho viste in quasi 72 anni di vita, trattando persone di ogni tipo senza mai crearmi pregiudizi di sorta, e andando sempre d'accordo con tutti nel reciproco rispetto. Uno solo è sempre stato il mio obiettivo: migliorare l'esistenza umana per il benessere delle future generazioni. Ho teso ogni mio sforzo per eliminare le tante disuguaglianze sociali che tanto male hanno fatto e continueranno a fare alle classi meno abbienti. Sotto questo aspetto, sembra proprio che il nostro paese abbia avuto una drastica involuzione per colpa di politici incapaci di gestire un popolo che mai in passato ha avuto così tanta coscienza di sé. E con un tale irritante stridio le conseguenze possono essere pericolose per chi non si adegua all'attuale pensiero generazionale di milioni di scontenti ...


Edito a bari il 23.2.2016
DEPENNARE  DEPRAVAZIONE

Cara Legge CIRINNÀ (ma è forse l’acronimo, accentato per esibizionismo, di CInici e RINnegati di NAtura?), colpa tua se il parlamento (minuscolo visto il suo attuale valore morale) s’è ammosciato impotente su una questione che interessa una sparuta minoranza di italiani, a danno di quei provvedimenti economici attesi spasmodicamente dalla stragrande maggioranza; provvedimenti che ci porterebbero fuori dalla dannata crisi piombataci addosso da oltre 20 anni per l’incapacità congenita di chi ci ha governati nel frattempo. Non può un parlamento che voglia essere rispettato, proprio perché eletto da quella maggioranza di cittadini, perdersi dietro fisime di minoranze disturbate. Ma sono certi, alcuni parlamentari, che mettere al primo posto faccende private di importanza poco vitale sia segno di progresso, di modernità? Sembrano faccende d’attualità, ma poi, se le poni nel giusto contesto storico, t’accorgi che da millenni l’omosessualità è presente nella vita quotidiana degli esseri umani, che continuano a tirarsela dietro, insieme a tante altre diversità, con civile tolleranza, così come accettano con umana pazienza ogni altra manifestazione delle minoranze, pur non condividendola, che la stessa vita impone. Nella culla primordiale africana, in atavici popoli mesopotamici ed australi, nell’antica Grecia e nella Roma imperiale, nell’alto e basso medioevo, nelle civiltà precolombiane, nel vicino, medio ed estremo oriente, e continuando sino ai tempi nostri, ve ne sono cenni a iosa. Ma mai sarebbero diventate grandi civiltà se i loro politici, per estremo egoismo, avessero dato importanza primaria a personali vizi e virtù. Quando dovevano civilizzare nuovi territori, nuove genti, i desideri privati rimanevano relegati all’interno di mura domestiche, dalla più splendida stanza da letto, alle più sordide suburre. Tutte le antiche civiltà sono scomparse proprio quando i loro costumi sono diventati talmente debosciati, da provocarne la definitiva caduta per mano di nuovi popoli che hanno invaso i loro territori. Ma quello che tu oggi proponi, cara Legge, fa il paio con gli immorali principi che un astruso sistema gender spaccia per diritti di uno stato modernamente laico; che io invece definisco sporco laicismo distruttivo in cui tutto si vorrebbe consentire. Senza più sentimenti Cristiani, l’immondo pedofilo chiederà come suo diritto l’adozione di bimbi di nessuno. E continuando la panoramica di menti distorte, non solo cugini di primo grado, ma anche madre e figlio, padre e figlia, fratello e sorella pretenderanno il diritto all’amore coniugale. E perché no! Culmine della depravazione, anche il folle maniaco seriale accamperà il suo "sacrosanto diritto" alla felicità, per poter legalmente immolare sull'altare dell'incontrollata pazzia collettiva almeno una vittima ogni sabato sera. Accusano di omofobia l’individuo eterosessuale, senz’accorgersi di comportarsi da autentici psicofagi, pur di accaparrarsi seguaci delle loro sterili rimuginazioni. Io, normoindividuo, non ho bisogno di raccogliere proseliti finché l’umanità sarà guidata da quell’istinto che madre natura racchiude nel solo rapporto Padre + Madre = Figli. Senza questa santa Trinità l’umanità non sarebbe mai esistita. Si lascino perdere le alchimie, gli artifizi che scienza e tecnica vogliono spacciare per comportamenti deontologicamente naturali. Per mettere al mondo un bimbo, la stessa tecnica scientifica avrà sempre bisogno di uno spermatozoo e di un ovulo. E se tale congiunzione avviene con l’unico atto d’amore ortodosso, è la condensazione della pura felicità. Altre manipolazioni di menti distorte, sottraendo tale sentimento naturale a quell’atto primordiale, condurrebbero il mondo alla mostruosità. E’ inutile spacciare per matrimonio ciò che non è tale. E’ inutile propinare per famiglia ciò che famiglia non è. Ma se una minima parte delle future generazioni si farà cuocere il cervello propalando per morale l’immorale, allora propongo alla Crusca di depennare la parola “depravazione” dal linguaggio corrente, visto che il termine non avrà più senso nella morale comune che si sta tentando di inculcare nelle menti più giovani. Sono convinto, però, che ci saranno sempre un Papà e una Mamma a difendere con la propria vita le creature nate dal loro amore, anche a costo di riesumare guerre ormai sepolte contro quelle anime nere che, irrimediabilmente perdute, tentano di portare alla distruzione l’umanità intera.
Possibile che dopo Sigmund e i suoi contemporanei, non esistano più al giorno d’oggi luminari della psiche, anche al minimo d’intelletto, che mettano nella loro giusta dimensione le diversità causate da disfunzioni psicofisiche, congenite e non, della natura matrigna? E basta … Non se ne può proprio più … E’ mai possibile che una minoranza di diversi, molto al disotto dell’uno per cento presente in politica, possa bloccare tutt’un parlamento, paralizzare totalmente un intero Paese? E si lasci anche perdere il resto d’Europa con le sue confuse imposizioni. Tale resto messo insieme non riesce a raggiungere uno spicchio d’oncia dell’immenso peso storico, culturale e civile della nostra Italia, defraudata di tanto territorio che da solo costituisce gran parte dell'attuale continente; basta andarci per individuarne tutta l'impronta ultra bimillenaria dell'italianità. Sono orgoglioso, insieme a tutte le italiche diversità, d’essere italiano. Non sono assolutamente per l’abbandono dell’Europa, anzi; nella mia mente vi è una sola mira, vedere tutto il continente europeo italianizzato. E vado oltre, spero che presto vengano promulgate leggi unitarie ed egualitarie che abbraccino tutti i popoli del Pianeta. Senza tale unificazione, nell’attuale confusione legislativa e monetaria, vedo il mondo rotolare rantolando verso la sua distruzione.


Edito  a  Bari il 21.2.2016