giovedì 30 luglio 2015

UNTORI 2015

Venerdì 17 scorso c’e stato sulla Gazzetta un aperto attacco al popolo del web; il 30 luglio sullo stesso quotidiano un lettore si lamenta dell’”ignorante popolo di internet”. Siamo alle solite. Non appena un’innovazione prende piede a discapito di congenite arretratezze, immediatamente i cosiddetti conservatori, cioè individui con la mente ottusa per partito preso o per interesse personale, organizzano la mai troppo vituperata caccia alle streghe per catapultare in pieno medio evo il popolo che galoppa felice verso la libertà. Negli stadi, in concerti all’aperto, nelle pubbliche manifestazioni pochi scalmanati rovinano la festa con le loro volgarità, la loro incivile violenza, il giorno dopo si scatena su giornali e tv il rituale processo sommario a tutto un popolo; subito  i soliti reazionari con le loro forche sempre innalzate impiccano alla cieca anche chi nulla c’entra con quei facinorosi. La medesima reazione stanno inscenando per il web. Sono risentito per quanto scritto da Schena (ironia della sorte lo stesso cognome di mia madre) e dal lettore che per correttezza non nomino. Questi signori, incapaci di discernere tra buona o cattiva erba, han fatto il solito fascio unico nel falciarla. Io personalmente ho sempre preso le distanze dai volgari del web, anzi ho cercato di indirizzare i più giovani in proteste pacifiche e civili; non lo faccio per invisia … indivia … (non so neanche pronunciarlo un simile vocabolo, figurarsi pensarlo come sentimento), ma per rabbia sì; solo rabbia politica, contro quei signori che ci stanno portando alla catastrofe e che voi giornalisti  di stampa e tv non avete il coraggio di denunciare nell’interesse del vostro padrone, che a sua volta è costretto a proteggerli per ottenere le pubbliche sovvenzioni; e tutto il circo è costretto infine a prendere ordini dai signori occulti della finanza mondiale che, nella loro stupidità, non hanno capito che distruggendo le masse, distruggono chi li pasce. Infatti, chi paga i politici, chi nutre la rai, il cinema, le arti in genere, chi acquista i giornali, e la pubblicità attraverso i prodotti; sui soldi di chi le banche si fanno ricche, se non del popolo con i suoi miseri 1000 euro mensili. Quindi smettetela di correre dietro a chi continua a dire “l’etat c’est moi”, ingannandovi per il proprio tornaconto, e cominciate a schierarvi soltanto con chi afferma “lo stato siamo noi”, il Popolo. In quanto ai politici rimpianti dal lettore nemico del web, voglio ricordargli solo uno dei cosiddetti “grandi” statisti da lui indicati, De Gasperi, che nell’accordo economico CECA stipulato col Belgio, vi fece entrare, a mo’ di  bestiame, l’utilizzo di 50 mila lavoratori nelle miniere di carbone. E’ comprensibile che chi non sappia usare il computer, abbia un’avversione maniacale per internet sino a definirne gli utenti “popolo ignorante”, cadendo in una stridente contraddizione; perché ignorante è chi non sa. E nel nostro caso chi è che non sa? In quanto ad aver trasferito sul web i discorsi “da bar”, respingo con i fatti questa enorme bugia. I discorsi ante-internet non andavano mai oltre le quattro mura di quei bar; il post-internet è in grado di divulgare in tempo reale notizie e commenti anche a livello interplanetario. Personalmente uso internet tenendo sempre ben collegata la “penna” al cervello, permettendole di eseguire esercizi funambolici dei più ardui, e nel pieno rispetto dell’altrui dignità; non la intingo mai in inchiostri gratuiti che si trovano facilmente nei letamai e nelle fogne; il mio è puro inchiostro che sgorga dal cuore, trasparente, il più prezioso. Scrivere, pur non essendo un professionista, è sempre stata la mia passione, sin dai tempi del giornaletto che nella nostra scuola media ci permisero di pubblicare, ben oltre 60 anni fa. So che questa mia non verrà mai pubblicata. Ecco, pertanto, l’utilità del web che, tra sito personale, i tre social più diffusi, e gli indirizzi mail di giornali, tv ed enti pubblici e privati, mi permette di pubblicare i miei pensieri puliti, facendoli giungere a circa due migliaia di persone. E’ grazie al web se sono sorti i pentastellati, se il partito di maggioranza è quello del consenso negativo (visto che i furbetti dei partiti, ci hanno defraudato del diritto di sceglierci i candidati). Cosa ci avete dato in cambio voi giornali e tv, complici silenziosi di tali misfatti? Un finto “pretino” a cui si fa sottoscrivere un contratto da 5,4 milioni per una trasmissione che più insulsa non si può (chi vive di stenti grida vendetta di fronte a simile scempio di denaro pubblico). Un “pinocchio” biascicante spacciato per un grande lettore di Dante (che giravolte stanno facendo nei loro siti lo stesso Dante e il grande Vittorio). Un grande “giullare”, indubbiamente, ma non da nobel: i Nobel celesti stanno aspettandolo per riceverne giustizia. Eccelsi, perdonatelo, non è certo colpa sua. Questi sono i critici che girovagano per il mondo ai giorni nostri. E meno male che c’è il web col suo Popolo intelligente, che rimedia alla dilagante corruzione, denunciando, denunciando, denunciando. Mi sono stancato, ma ho tantissimo ancora da dire ...

Edito  a  Bari il 30.7.2015

lunedì 20 luglio 2015



IDOLI DI CARTONE PRESSATO E VERI EROI

Ho un’età per cui posso definirmi orgogliosamente vecchio. Sin da ragazzo, non molto tempo fa, ho avuto precisa l’idea della graduale importanza degli individui che popolano il mondo. Le mie preferenze già da quegli anni giovanili sono sempre andate soltanto a quegli uomini di indiscusso ed alto valore morale che hanno dedicato la vita per abolire ingiustizie da cui nascono tutti i mali sociali. La mente mi s’illuminava solo udendo nomi di scienziati, ricercatori e scrittori che hanno avuto come unico scopo il bene dell’umanità, non certo il suo sfruttamento commerciale. Sono gli unici che ci hanno dato tanto in cambio di quel poco a loro necessario. Gli unici che realmente muovono il mondo. Non capivo, perciò, voi amici che a frotte vi scapigliavate per acquistare un nuovo disco o album di canzonette, sgomitavate per strappare un autografo, vi strapazzavate per conquistare un biglietto d’ingresso a spettacoli o gare. Amici, avete messo sul piedistallo falsi idoli, ricoprendoli letteralmente e immeritatamente d’oro, in cambio di canzonette immorali, che hanno indotto alla distruzione fisica tanti giovani spinti ad inseguire “vite spericolate”; in cambio di spettacoli indecenti o di gare truccate; in cambio di scritti volgari che istigano alla violenza. Idoli che, alla prim’acqua, si sono afflosciati in indistinti ammassi scoloriti, dopo aver dilapidato quell’oro con cui li avevate coperti. Da soli non sarebbero mai riusciti ad accumulare tanto. Il grande Albert ci aveva indicato la strada enunciando che le masse producono energia, ma non facendola fruttare per arricchire gli idoli di cartone pressato. Quale utilità ha apportato a noi masse il loro arricchimento. Nessuna. Il divario economico va sempre più allargandosi. Siamo noi, pertanto, i veri eroi dell’umanità, che con soli mille euro mensili riusciamo a pagarci vitto, alloggio e spese per canzonettisti, saltimbanchi, scribacchini, pubblicitari e parassiti vari. Provate a costringerli a vivere con gli stessi mille euro al mese. Non ne sono capaci, entro 24 ore si suiciderebbero. Altro che spintonarci per un autografo, sono loro che dovrebbero chiederci il nostro. Anzi, fate di più, eliminate ogni poster dei finti idoli dalle vostre stanze; che siano loro, per gratitudine, a tappezzare le pareti delle proprie ville con il “Quarto Potere” del Pellizza, a perenne ricordo di chi li foraggia. Tutt’altra cosa l’Arte vera che dovrebbe essere elargita a piene mani e gratis, come hanno fatto gli artisti dei secoli non affetti da consumismo cronico.
 
Edito  a  Bari il 20.7.2015