mercoledì 19 ottobre 2016

GUFI CIVETTE E COCCOVASCE
(ovvero Tiratori di piedi)

Ho sentito spesso il piccolo toscano sproloquiare di gufi e gufate, nella sua breve, ma già tanto dannosa veste politica. Certo che non c’è mai limite alle facce di bronzo italiane. Avremmo fatto a meno anche della sua ignorandola come le altre, se non avesse esagerato scordandosi che nel ruolo di civetta è stato insuperabile professionista. Possibile che abbia dimenticato le insonni sedute spiritiche, le fumose gufate con propiziatori riti notturni, in cui ha invocato tutti gli oracoli del suo personale Olimpo per la prematura caduta di Bersani prima, e di Letta dopo. Possibile che abbia così corta memoria? Pare proprio di sì, se continua imperterrito a raccontar balle al Popolo, senz’accorgersi che da due anni non fa altro che ripetere le stesse fole dette il giorno prima e ritrite il domani, proprio come una cattiva minestra e nemmeno tanto riscaldata, grazie anche alla maggioranza raccogliticcia che lo sostiene su un fil di fumo. Ciò che più meraviglia, però, è che né giornali né tv glielo ricordano; si può anche capire che molti giornalisti sono costretti a tacere per non far perdere le elemosine di stato ai padroni delle proprie testate; ma nascondere la verità, oltre a incrinare la fiducia deposta in loro e a perdere del tutto la propria dignità professionale, è il peggiore dei tradimenti nei confronti dei lettori; tradimento che alla fin fine gli si ritorce contro sottoforma di mancate vendite o calo di ascolti dei loro mezzi d’informazione. E continueranno a lamentarsene se nessuno ha il coraggio di dire al borioso toscano di non essere un genio; è ora di fargli capire con le brusche d’essere stato usato come asino attaccato al carretto “Italia” da banchieri e multinazionali senza scrupoli. Crede di possedere attributi maschi, e scioccamente non vede di essere trattato come quella castrata palletta bianca respinta di sponda in sponda dalle possenti sfere colorate sul tappeto verde d’Europa. Pochi lo volevano, nessuno l’ha eletto, tutti desiderano che cada subito. Sì, gufando proprio come ha fatto lui con i suoi stessi compagni di partito. Lo avrebbe fatto anche contro papà e mammà, pur di assurgere a quell’altezza da cui, cadendo prima o poi, si farà male, più di quello che avrà fatto al Paese? Firmato, il Popolo, Gufo per eccellenza. E quando tira i piedi il Popolo …


Edito  a  Bari il 29.1.2016