martedì 1 luglio 2008

CARO PAPA’
Abbiamo percorso un tratto della nostra vita tanto lungo in tua compagnia che questi miseri dieci giorni senza di te ci hanno trovati increduli e impreparati a guardarci intorno per trovarti. Quello che riesce a consolarci in minima parte è la consapevolezza di quanto ricca sia stata la tua vita e quanto di quella ricchezza ci hai lasciato in eredità: i tuoi meravigliosi figli sono la gemma più preziosa del tuo lascito morale; tutti vorrebbero averli come fratelli, per provare quel sublime piacere di sentirsi, anche loro, figli tuoi. Per tanti non sei stato soltanto un padre esemplare, ma soprattutto un uomo da imitare nei tuoi modi signorili, nel tuo tratto fiero. La tua vita è stata felice perché amato da moglie, figli, parenti, amici e da chiunque abbia avuto la fortuna di conoscerti. La tua nobiltà d’animo si è sublimata quando, a costo di enormi sacrifici e lavorando sodo, ti sei preso cura dei tuoi nipoti più indifesi; la prova di quanto grande fosse il loro amore per te sono le lacrime cocenti che, al pari dei tuoi figli, pure loro hanno versato perdendoti. Ora hai fatto felice anche la mamma che, finalmente, si è potuta ricongiungere al suo perfetto gentiluomo. Col tuo amore ci hai nutrito per tantissimo tempo, Papà, ma ti giuriamo che i tuoi cento anni non sono stati sufficienti: avremmo voluto tenerti con noi per sempre, in un eterno abbraccio.
I tuoi figli, le tue nuore, i tuoi generi, i tuoi nipoti.

redatto a bari l’1.7.2008