giovedì 24 agosto 2017

UNO E TRINO

Sembra che la Trinità sia stata conosciuta solo dopo la morte di Gesù Cristo. Il Cristianesimo ne ha fatto una sua dottrina. La Chiesa Cattolica un baluardo di Fede. Ma a ben sondare non è proprio così che sono andate le cose. L’Uomo è sempre stato Trino nella sua Unicità. Lo è stato per un milione d’anni, all’incirca, prima che la Chiesa imperversasse soltanto negli ultimi duemila. Un Dio di Bontà nella sua eccelsa volontà volle sin dalle origini racchiudere la caratteristica trina nell’uomo. Che l’Uomo sia Trino lo dimostro, non prima però di aver fatto una premessa. Avevo vent’anni quando ho perso mio padre. Non mi rassegnavo all’idea che non l’avrei un giorno ritrovato, per riallacciare quel filo che ci avrebbe permesso di approfondire la reciproca conoscenza, troppo presto interrotta. Da quel triste giorno son passati cinquant’anni in cui spesso ho studiato a fondo il fine della esistenza umana. Sin dal suo primo apparire in questo mondo, fatto non soltanto di materia tangibile, l’Uomo già racchiudeva in sé, in quello che a prima vista rappresenta il suo Tempio esteriore laico e sacrale insieme, le tre entità che lo compongono, in misura equa nei due individui che ci hanno dato origine in quel Paradiso di Pace da Lui creato per loro. Ma la loro colpa iniziale che costrinse il Signore a farne degli esuli in questa valle terrena e caduca, generò quelle disparità che via via hanno caratterizzato ogni singolo essere per definirne l’individualità. Prima entità, il corpo con i suoi organi e le loro singole attività, che alcune si avviano o sono sempre in movimento anche istintivamente; corpo raffigurato poi dalla Chiesa nell’immagine del Figlio Gesù Cristo e le sue sofferenze. Seconda entità, l’anima composta di emozioni che i singoli sentimenti suscitano; la Chiesa ha poi intravisto nell’anima l’essenza dello Spirito Santo, che io contesto in quelli che sono i sette doni, riducendoli a quattro, consiglio, fortezza d’animo e pietà, sostituendo l’istinto, attivato come si è detto anche dalla prima entità, al timor di Dio; figli che amano il proprio padre, non possono temerlo se Padre di bontà. Escludendo drasticamente dai sette doni sapienza o saggezza, intelletto o intelligenza, e scienza, qualità eminenti della terza entità, alla quale hanno pieno diritto di appartenere. Terza entità, una piccola parte dell’Onniscienza divina, condensato di sapienza, intelletto e raziocinio che insieme formano la coscienza d’ogni individuo; Onniscienza che presiede alle funzioni delle altre due entità; per la Chiesa quel Padre di bontà che col suo primordiale soffio ci ha dato vita. In pratica, il 119° elemento della Tavola Periodica, se s’arrivasse a scoprire ora la sua esatta essenza. Forse il fine che Dio ci ha dato da raggiungere prima della fine di tutto. Una volta giunti a scoprire, non atomi, cellule o bosoni, ma la sostanza di Dio stesso, che senso avrebbe circondarsi di tanti dei, tutti simili ed in continuo dissidio fra loro, come la vecchia Grecia insegna. Quando ogni mistero dell’Universo sarà risolto, Dio avrà raggiunto il suo scopo, riassorbendo quella parte di Onniscienza distribuita agli esseri mortali con quel soffio vitale. Il Progetto Divino da Lui predisposto avrebbe raggiunto lo scopo prefisso. Stop, oppure la realizzazione di un altro progetto per un nuovo ciclo ... Prologo, ogni singolo capitolo, ed epilogo erano stati tutti previsti. Come previsto il seguito sino a noi. La disobbedienza dei due amanti dell’Eden, che Dio aveva abbondantemente calcolato per poi concedere loro il libero arbitrio nel nuovo mondo fatto di materia da creare, l’assoluta bonaria potenza con cui Dio decise di dare altra e nuova vita in quel mondo nuovo, lo spinsero a comprimere in un pugno abitanti e Paradiso compreso, facendoli esplodere nel vuoto assoluto. In un atto di assoluta bontà, e non come si suol credere, causato dall’ira di dio, inesistente in un essere che ha sempre desiderato il bene per i suoi figli. E’ il Big Bang che dette inizio al mondo come oggi lo conosciamo, seminando nell’Universo il materiale così creato, e seguendo binari paralleli nella composizione del DNA animaloide ed umanoide; esseri pensanti questi ultimi messi nella condizione di evolversi in ambienti adatti. Animali con il loro istinto ed esseri umani con il loro raziocinio; e non incrociandosi fra loro in una caotica e impossibile fusione, così come enunciato nella nota ed errata evoluzione della specie. Mai la scimmia diverrà uomo. Evoluzione c’è stata e continuerà la sua progressione in tutti i campi, ma viaggerà sempre su binari paralleli. Gli animali resteranno tali, e l’Uomo sempre Uomo rimarrà. La concessione del libero arbitrio, di cui ci è stato fatto dono per mettere Lui in condizioni di giudicarci per il meglio o il peggio, è il diritto che ci siamo conquistati per condannarci o premiarci a seconda del suo utilizzo. Dio ha fatto le Sue leggi e ci ha spiegato quale sia il bene e quale il male. E’ sufficiente per ogni essere saper discernere. Smettetela di dire “è colpa di dio”, “ma dov’è dio”, “dio non vede le ingiustizie, gli orrori umani?”, “sia fatta la sua volontà”. Sono frasi insensate che mai si possono attribuire ad un Dio di Bontà. Tutto ciò che accade in terra è opera dell’uomo, che male usa la sua quota di Onniscienza. Un dio così interpretato non esiste. Egli non è quel vecchio canuto e barbuto che la Chiesa si tramanda. L’unico, il vero Dio non è a nostra immagine perché è incorporeo; e l’unica somiglianza è quella con la nostra coscienza se rimasta netta. Egli non è fatto come noi, ma composto di un’essenza palpabile solo nella sua dimensione, quando e se l’avremo conquistata, nel momento in cui il nostro corpo comincerà a disfarsi. Certo non ho mai condizionato la mia vita, sottoponendola a insegnamenti il più delle volte incomprensibili, soprattutto se dettati da falsi uomini di dio, oppure da uomini di chiesa falsi. Ho condotto la mia esistenza liberamente, seguendo l’istinto primordiale di evitare il più possibile dolori e sofferenze ai miei simili, verificando di volta in volta nella loro esatta veridicità tutti i principi che muovono il mondo, senza prendere ami per oro colato quel che è stato affermato da altri, anche se geni antichi e famosissimi. Quel che va bene oggi, potrebbe non essere più una verità in futuro; la continua ricerca e conseguente verifica s’impongono. E’ questo il Dio che in età matura mi sono scelto, senza imposizioni. Non ho ammazzato, non ho commesso alcun reato tanto grave da essere escluso per sempre da una eventuale vita nella Sua dimensione. Rispettando il Padre per essere un buon figlio, ho sempre seguito insegnamenti di pura fratellanza, commettendo degli errori, penso, veniali. A volte per troppo amore. Non ho seguito tutti gli insegnamenti che la Chiesa detta, ritenendoli in alcuni casi superflui, essendo in grado di scindere sempre il bene dal male. Non avevo quindi bisogno di confessare alcunché ad altri uomini miei simili, anche se di Chiesa. Ogni sera, nell’ideale altare creato nel mio animo, ho sempre chiesto, soltanto al mio Dio, di perdonare quei peccati sfuggiti alla mia coscienza. Potevo seguire tanti atei nel credere al nulla dopo la morte, sarebbe stato molto più facile e meno faticoso; ma perché precludermi conoscenza ora ed altra dopo la vita terrena; e se ci fosse quell’altro mondo in cui molti non hanno mai creduto o non credono più, senza che abbiano mai dato uno straccio miserevole di prova su quel nulla da loro propugnato? Tanti atei si privano cocciutamente della conoscenza di altri rami del sapere negando l’esistenza di Dio, e nel negarla non si accorgono di affermarla. Pensate a tanti che vogliono volutamente ignorare un ramo dello scibile, rispondendo “dio non esiste”, ben sapendo che se è materia nota all’uomo, vuol dire che esiste. E’ come voler negare l’esistenza della letteratura o di altro argomento del saputo, quando essa invece appartiene notoriamente alla sfera delle conoscenze umane; negando, si impedisce al proprio essere di sapere, di conoscere il mondo che ci circonda, ancora con tantissimi misteri da scoprire da far sorgere spontanea l’idea che un Grande Costruttore vi ha posto mano. Gli atei con ottuso cinismo, negando l’esistenza di Dio, negano a se stessi ulteriore conoscenza. Io invece mi completo ulteriormente con una materia in più, la Teologia. Se mi servirà, sarò pronto per l’altra vita, se non mi servirà, morirò più ricco di sapere e da uomo degno d’appartenere ai migliori, concludendo comunque in pace la mia vita. Ciò non toglie che anche tanti atei potranno essere accolti nell’attico divino se, pur non volendo, hanno seguito pari pari gli insegnamenti cristiani. Prendendo in considerazione il solo monoteismo e rimandando ad altro capitolo le rimanenti fedi, l’unica religione che innalza al cielo la pace universale, seguendo le parole di Gesù Cristo e non l’interpretazione che l’uomo ne dà, è la Cristiana. Sono gli uomini malvagi a stravolgere il pensiero del Messia o dei profeti. Ebrei ed islamici malvagi hanno un dio votato alla violenza. Jhavè non fa altro che seminare morti a migliaia fra i nemici del “popolo eletto” (nella loro bibbia tali “insegnamenti” sono riportati a iosa). Quello che Allah trasmette ai suoi è sotto gli occhi di tutti ancora oggi. E’ pur vero che i sei secoli di differenza fra cristianesimo e islamismo permangono. Infatti, ai primi del 1400 i missionari della chiesa cattolica con quanta atroce violenza hanno imposto il loro credo a tutte le popolazioni del continente americano appena scoperto; e con altrettanta se non peggior violenza, gli islamici di oggi cercano di espandere la loro fede. In pratica, il principio vichiano dei ricorsi. Il già fatto può sempre ripetersi. Un monito per la Chiesa di Roma, se vuol sopravvivere alle future esplorazioni e scoperte delle menti superiori, nella speranza che queste pospongano le atrocità del passato commesse in nome di dio da uomini indegni di appartenerle, e per il bene supremo dell’Umanità e del suo Dio stesso, se fosse lassù a guardarci nel suo ruolo unico di giusto e imparziale Giudice Assoluto. Due consigli, pertanto, al capo temporale della Chiesa. Papa Francesco, apprezziamo il tuo invito ad accogliere i migranti ad attraversare la strada migliore ma, nella tua foga misericordiosa, non ti sei accorto che, fermo a quell’incrocio, hai intasato alle tue spalle altri bisognosi che già ti seguivano sulla stessa strada, costringendoli alle stesse sofferenze; meno sopportabili se si pensa che ad altro tenore era abituata la loro vita, pur se misera. Almeno l’indispensabile l’avevano, e involontariamente stai togliendo loro anche quello. Infine, vedi di depennare e scacciare dal più alto sito della Santità, trasformato in rifugio di peccatori incalliti, tutti quei personaggi che, per solo clientelismo, si ritrovano santificati con una fedina da far invidia allo stesso diavolo, da voi clero inventato quale spauracchio per le anime più deboli, più influenzabili e che soggiogate per puro interesse. Consiglio naturalmente non generalizzato, essendo le intenzioni della maggior parte di quelli che indossano l’abito talare improntate alla massima fede. Ma senza quel repulisti, cattolici come me, migliori di me, non metteranno mai piede in quel luogo scomunicato dalle azioni più riprovevoli di tanti che abusivamente l’occupano. Non solo Gesù Cristo è stato martirizzato. Sapeste quanti poveri martiri senza un nome sono stati sottoposti alle più atroci torture (chiedere alla “santa inquisizione”), ma nessuno li ha fatti santi. Ancora oggi, nel simbolo del maledetto denaro, uomini sconosciuti patiscono sofferenze ben peggiori, ma nessuno li fa santi. Se Dio c’è, provvederà a rimediare anche a questa stortura umana. Un’ultima preghiera, Papa Francesco; abolisci quell’immagine di morte del Crocifisso, sostituendola con quella di pace del Cristo Risorto. Mala tempora ai produttori del male.
Ricapitolando, la Trinità insita nell’Uomo si esprime nelle funzioni principali dettate dall’Onniscienza (chiamatela hardware se è più comprensibile) tramite impulsi al corpo ed all’anima (software nel medesimo linguaggio, necessario alle funzioni fisiche ed emotive di ogni individuo). In pratica il cervello, in cui risiede l’Onniscienza, elabora con intelligenza, saggezza e raziocinio, gli impulsi da inviare ai singoli organi del corpo umano per stimolarli alla propria funzione, provocando quei movimenti atti all’attività fisica. Altri impulsi vengono inviati all’anima suscitando quelle emozioni che invadono il campo dei sentimenti. Prove del triplice sentire si hanno ad esempio, con l’approfondire argomenti concentrandosi con tutta la mente (ho studiato tanto, che mi scoppia la testa), col palpitare del petto (amo pazzamente la mia donna, da sentirmi il cuore galoppare), e con l’uso della forza (ho trasportato tanti di quei pacchi, che i muscoli mi dolgono). Tre sedi della nostra struttura ben distinte ed autonome, pensiero, anima e corpo, ma con informazioni di continuo interscambio fra loro per il perfetto funzionamento dell’Uomo Trino e Unico. Insomma, il pensiero ribolle in testa, le emozioni palpitano in petto, la forza prorompe dal corpo. L’istinto, da parte sua, fa il globetrotter, allertando e stimolando le tre sedi in caso di bisogno, e alimentando quelle funzioni perpetue, come battiti, circolazione, respirazione.
(tratto dal mio libro inedito “L’Uomo Uno e Trino”)


Edito a Bari l’8.7.2014