domenica 31 gennaio 2016

agosto 2015
SEMI DI PENSIERO IN AGRO VIRIDI MAGNO DEL WEB
Mercoledì 5 agosto 2015 ore 21:01
Quote latte … (bimbo che si nutre al seno materno)
E' la poesia del Creato. Purtroppo, piccolo mio, se appartieni ad una nazione che non esiste, l'Europa, rischi di vedere il tuo latte legittimo razionato in una quota che non ti permetterà mai di crescere. Così si vuole, colà dove tutto si puote. Chi bestemmia a destra, chi impreca a sinistra, ma nessuno si muove. La generazione contemporanea tutta ha miseramente fallito; speriamo in te per cacciare i mangioni dal tempio.

Giovedì 6 agosto 2015 ore 13:46                                                                       
Commento in risposta ad alcune massime di Epicuro pubblicate su Facebook da un iscritto.
Caro Epicuro, sei scusato per la tua superficiale preparazione; ai tuoi tempi, remotissimi, lo studio filosofico era molto semplicistico; oggigiorno anche un alunno di scuola media ne sa più di te. Allora, ricominciamo dall'inizio. Quello Spirito che aleggiava nel nulla, per dare un senso alla Sua Eternità, ebbe la più bella idea di tutta la Storia; creare da quel nulla un Eden perfettissimo. In quell'Eden, dopo aver inserito flora e fauna varia, pensò di creare due esseri per governare il tutto e per farlo al meglio li creò a Sua immagine e somiglianza: intelligentissimi, belli a vedersi, eternamente giovani e con in più un pizzico di curiosità. Pur sapendo quello che sarebbe successo, disse loro che potevano cibarsi di tutto il commestibile esistente, ad esclusione dei frutti che pendevano abbondanti dall'albero della conoscenza. Naturalmente il pizzico di curiosità presente nelle loro menti fregò la coppia dei nostri progenitori che, certi di non esser visti, mangiarono a sazietà di quei frutti. Creati a Sua immagine e somiglianza, i loro corpi avevano la funzione di trasformare tutto il cibo in energia pura senza lasciare in giro alcun residuo; i muscoli addominali occupavano anche il bassoventre; ma appena digerito il frutto della conoscenza, quei muscoli inferiori si trasformarono in intestino, costringendoli da quel momento a liberarsi dei residui come oggi facciamo tutti noi esseri umani. Fingendo un'ira furibonda, l'Eterno li accusò di averlo disobbedito, minacciandoli di sbatterli sul peggiore dei mondi in cui avrebbero avuto tutto con sudore e dolore; soltanto seguendo regole e comportamenti contenuti in quelle minacce, avrebbero riottenuto l'Eden perduto, espiando quel loro peccato originale in un tempo relativamente breve. Circondato con lo sguardo quel mondo perfetto, lo rimpicciolì sino ad abbracciarlo totalmente; continuò a rimpicciolirlo sino a tenerlo stretto in pugno. L'immane pressione, al ridistendersi delle Dita Divine, causò quella tremenda esplosione che oggi chiamiamo "Big Bang", seminando dappertutto il DNA che componeva l'Eden perfettissimo. Da quel momento ha inizio l'evoluzione che conosciamo e che ha dato origine a tutti i mali creati dagli esseri viventi, sin da quel primo fraterno assassinio. Quindi, il male non è stato creato da Dio ma solo dall'uomo. Il diavolo non esiste; Dio non poteva mai creare un suo simile in negativo; tale idea non è da Essere Superiore; la malvagità è prodotto unico di esseri umani spregevoli. Dio ci ha solo indicato la strada per ricongiungerci a LUI; ci è sufficiente seguire i Suoi Insegnamenti, la Sua Dottrina, i Suoi Comandamenti, la Sua regola.
Caro Epicuro, il commento s'è interrotto involontariamente, quindi continuo. Un uomo che è analfabeta, apolide, agnostico, ateo, è un nulla. Tutto ciò che sottrae il buono, il bello ci priva di parte della vita degnamente vissuta. Se sono istruito, ho un bagaglio che mi pone ad un certo livello sociale; se aggiungo di essere cittadino regolare, arricchisco quel bagaglio; se in quel bagaglio vi metto anche la cultura, lo rendo sempre più prezioso; se credo in Dio, inserisco in esso un altro ramo dello scibile; se continuo ad arricchirlo con tutto ciò che è immanente e trascendente, raggiungo il massimo cui un cristiano aspira. Se Dio non esiste? Avrò dedicato la vita ai più alti ideali che uomo possa tendere. E se, invece, Dio c'è?

Giovedì 6 agosto 2015 ore 14:27
Risposta a Giacinto Giuseppe Corsaro
Caro Giuseppe, ho sempre dato il massimo rispetto alle idee di tutti, quindi anche alle tue; io ho solo commentato il pensiero di Epicuro che, naturalmente, non dà scampo a chi sceglie di vivere; anche perchè non mi avrebbe risposto. Io ho le mie teorie, che mi hanno permesso di dare un senso alla vita da oltre 70 anni. Senza nessuno scopo, l'umanità si sarebbe estinta dall'inizio. E' necessario porsi una meta per cui val la pena vivere. Che esistenza sarebbe, per esempio, raccontar sempre storie dell'orror (eccetto che per i maniaci)! Meglio una continua e bella favola. Moltissime volte le favole si sono avverate. E lo dice uno con i piedi ben piantati a terra, se non altro per la professione che ancora esercito, fatta soltanto di concretezza. Un saluto cortesissimo.

Giovedì 20 agosto 2015 h 19,55
a proposito di quartieri bombardati in africa
Baldi, anche noi italiani siamo stati nelle stesse condizioni, ma non siamo scappati all'estero; ci siamo armati e abbiam fatto la resistenza per liberarci dal fascismo.


Giovedì 20 agosto 2015 h 20,17
a proposito di “scappano dalle guerre”
Stavamo peggio di loro col fascismo. Ci siamo armati, abbiam fatto la resistenza e ce ne siamo liberati. NON SIAMO SCAPPATI ALL'ESTERO, lasciando vigliaccamente i nostri bambini e le nostre donne nelle mani dei tiranni. La democrazia ce la siamo guadagnata con sudore e sangue, rimanendo ben piantati nel nostro Paese.


Giovedì 20 agosto 2015 h 20,17
risposta a manrico kubrika tiberi
I fascisti forse, forse, ripeto forse no, ma i nazisti eccome se l'hanno fatto, ed anche di peggio. Se l'avessero fatto, noi italiani ci saremmo difesi comunque passando, come è nostra natura (salvo miserevoli eccezioni), a far sterminio di vigliacchi. In quanto a Storia con la esse maiuscola, nessuno mi può dare lezioni a 71 anni e con il dna che mi ritrovo: io son riuscito a risalire sino al 390 ac quando miei avi, con in testa Lucio Fulvio Petino, dovettero fronteggiare le incursioni di Brenno e compagni, scacciandoli da Roma. Se vuoi indottrinarti meglio vai sul mio sito "tinodabari", ti arricchirai. Eh, sei proprio capitato male.


Venerdì 21 agosto 2015 h 13,45
risposta a manrico kubrika tiberi e altri - Polemiche inutili con chi istiga al suicidio in mare o nei campi-lager.
Caro Baldi, il vizio di essere disuniti noi italiani non lo perderemo mai; i politici lo sanno e ne approfittano gongolando. Chiedo scusa di essere entrato in polemica con due o tre signori di cui non ricordo il nome; nonostante i miei 71 anni, m'arrabbio per gli orrori che accadano in quei paesi, non potendo fare altro, almeno provo ad incitarli all'autodifesa, cosa che io nei loro panni avrei fatto, piuttosto che essere ammazzato e, soprattutto, vedere ammazzare i miei disumanamente e in maniera totalmente inerme. Scappare non mi servirebbe a niente in quanto mi sarebbe difficile poi continuare egoisticamente a vivere con il dolore tanto atroce dei miei cari massacrati; scappare da vili con la complicità di avvoltoi pronti a speculare (vedi mafia capitale), per cosa poi, per fare una fine infamante in mare, o peggio, finire indegnamente in un campo-lager per profughi, giusto per un tozzo di pane ma privato del bene più grande, la libertà. Preferirei sempre fare la scelta migliore, lottare per il mio paese oppure martire per esso. Posso anche capire la sorpresa delle vittime alle prime incursioni di quei dannati assassini armati sino ai denti, ma ormai sono anni che ciò accade; s'è avuto tutto il tempo per organizzarsi e difendersi; saranno anche bestiali terroristi drogati, ma sempre esseri vulnerabili come noi sono; un colpo di pistola o di mitra, una sciabolata di machete procurerebbero loro le stesse ferite mortali, gli stessi dolori. Ho visto in alcuni filmati come scappano di fronte a chi è armato alla stessa maniera. Chiedo scusa ancora a quei signori; avrei dovuto mostrare tutta la saggezza dei miei anni. Tu, Baldi, mi hai conosciuto bene nel triennio delle superiori, e sai quanto sono stato disposto a sacrificarmi per i miei, impegnandomi nello studio (cosa che d'altronde continuo a fare ancora oggi). Se si fosse stati in guerra, contro nemici tanto cruenti e vigliacchi, l'ardore da me profuso per la difesa dei miei sarebbe stato indicibilmente, incredibilmente superiore. La nostra resistenza, dopo che gli italiani sono stati traditi ed abbandonati a se stessi nel funesto 8 settembre, superata la sorpresa iniziale in cui tanti innocenti furono trucidati, s'è immediatamente saputa organizzare, sino a rubare armi, esplosivi e quant'altro agli stessi "feroci" nazisti, utilizzando poi quegli ordigni a difesa di famiglia, Patria e territorio vitale, se non altro per puro istinto di conservazione. A dire il vero ho perso la pazienza, pentendomene subito, quando qualcuno ha commesso un grossolano errore affermando che avevo il "cervello di un criceto"; certo di offendermi, non sapeva invece di farmi un grande complimento. Nel mio giardino di casa, per la gioia mia di mia moglie e dei miei figli, abbiamo avuto e cresciuto animali di ogni specie, un vero zoo negli anni. Naturalmente, anche criceti; posso affermare, pertanto, che uno degli animali più scaltro, più intelligente e più figlio di ... criceta, era proprio lui, il nostro cricetino Polpetta. Potevi nascondergli il cibo in ogni anfratto, gibbosità o fessura, Polpetta riusciva sempre a scovarlo. Cosa che a molti uomini non riesce; morirebbero di fame se non gli si mette il boccone in bocca. Baldi, ti prometto di non entrare più in polemica con nessuno, anche perchè alcuni nominativi di quei pochi privi di spirito critico li ho definitivamente cancellati dall'elenco di chi merita. Stiamo attenti però; la libertà di esprimersi su facebook è bellissima; ma per colpa di quei pochi scriteriati rischiamo tutti di perderla. Stavo per chiudere, ma Polpetta mi chiede di esprimere un suo pensiero "Arriveranno mai alcuni uomini a 71 anni con la mente logica, lucida e scattante come quella del mio custode; in grando di esprimere pensieri tanto profondi, così puliti da essere trasparenti e onesti?"

Sabato 22 agosto 2015 h 14:44
chiusa polemica con manrico kubrika tiberi e altri
Sempre più caro Baldi, sai bene che sono stato sin da giovane convintissimo pacifista ad oltranza; sono contro ogni tipo di violenza anche se soltanto verbale; nei miei scritti non vi saranno mai parolacce contro chicchessia; i cattivi esempi li rimando sempre al mittente; non vado scoperchiando bidoni dell'immondizia o peggio tombini di fogna per raccattare verbi ed epiteti che non costano nulla al poveraccio che pratica tale raccolta, il quale poi, per una naturale disfunzione fisiologica, istintivamente e senza riflettere almeno pochi attimi, espelle da mente e bocca quei tipici prodotti di cui la persona normale si libera da parti ben più basse del corpo e, soprattutto, non in pubblico ma in un chiuso wc, almeno. Io la parola me la lavoro col bulino, me la sudo su vocabolari, enciclopedie, ed ora, grazie alla tecnologia, anche su internet; le mie frasi, studiate attentamente, prendono lustro e valore da tale fatica e prima di metterle su uno scritto, mi accerto che siano veri gioielli agli occhi di chi legge. Difficilmente, quindi, sono rivolte contro qualcuno. Rispetto ogni forma vivente più di me stesso (in pratica l'universo intero). E tornando alla diatriba che mi ha costretto in questi ultimi giorni di dire la mia sull'argomento emigrazione, preciso che il tutto ha avuto origine da una statistica rilevata su facebook in cui veniva messo in risalto che di mille fuggiaschi giunti in Italia, 5 sono bambini, 60 donne e ben 935 uomini. E allora mi son chiesto, considerando che tutte le donne siano giunte col proprio compagno, come possono quegli 875 uomini soli abbandonare impietosamente al loro destino anziani genitori, mogli, sorelle, figli, e perchè no, amici cari con cui sino al momento della fuga hanno condiviso gioie e dolori! Tutta da questo semplice concetto è partita la mia reazione, sinceramente rabbiosa. Un caro abbraccio e salutami fraternamente Silvia, cara compagna di studi.

Sabato 22 agosto 2015 h 20:04
Prodi e le sue previsioni sballate
Prodi, non hai mai capito nulla; il mondo s'è ristretto; servono norme, leggi, moneta, stipendi, diritti e doveri, uguaglianza e libertà, UNIVERSALI. L'Europa, soprattutto la tua europa (nota la minuscola) è già superata ed antiquata.


Edito a Bari il 30.8.2015

sabato 30 gennaio 2016

Lettera a Tonino sei
Bari, 31 agosto 2015

Caro Tonino,
stiamo facendo tutto il possibile per tirarti fuori da quel posto a cui non siamo abituati, se non a costo della tua stessa prostrazione psicofisica. Ma tu, ti prego, non lasciarti andare, sforzati a tenerti su ancora per poco, coraggio; a noi hanno vietato di portarti cibarie (anche la frutta che di solito va bene in ogni terapia), perché sei a regime sanitario, così almeno ci è stato detto; quindi, mangia tutto ciò che ti portano, e se hai fame chiedi altro cibo; prendi anche i farmaci che ti danno. Per rincuorarti e dimostrarti che stiamo facendo più di quello che è nelle nostre possibilità, ti allego la documentazione inviata ad autorità ed enti per rendere pubblico il tuo disumano stato di salute. Ieri, parlando con Angelo che è stato a trovarti sabato scorso, ho saputo che sei caduto e hai battuto la testa, che ti hanno suturato con quattro punti, e le costole. Ma è vero, o sei stato picchiato? A chi ci sta leggendo in questo momento chiedo chiarimenti. L’avvocato è in ferie, non appena rientra gli consegnerò i documenti di don Dante Leonardi che devi firmare per essere accolto nella sua comunità. Dai, Tonino, mettiti su moralmente; dimostraci di essere quel gigante buono che noi conoscevamo quando eravamo ancora tutti a casa con mamma e babbo. Capisci ora il perché delle distanze da noi prese 25 anni fa da quella donna che ti ha portato in questa situazione; avevamo subito intuito della sua velenosa cattiveria e che ti circuiva soltanto per i soldi che le passavano sotto gli occhi nel tuo laboratorio, sino al punto da avere un figlio con te ed affibbiarlo a suo marito, e senza entrare in tante altre angherie messe in atto per costringerti ad abbandonare Gina e i tuoi tre figli, che hanno dimostrato proprio in questi frangenti di essere i soli che ti amano ancora. Perché non avete mai voluto fare il DNA del ragazzo che porta ancora il cognome dell’ex marito di quella donna per dargli il nostro di cognome; perché far vivere quel povero bambino, oggi uomo fatto, nell’eterna incertezza di chi sia veramente figlio, col rischio che prima o poi abbia una crisi d’identità da esserne travolto irreparabilmente? E infine, noi abbiamo il diritto di sapere se è nostro nipote o meno. Guarda quanti disastri ha combinato quella donna per la sua leggerezza morale e culturale; ti doveva bastare per starle alla larga il solo fatto che, pur di averti e non per amore come ti ho spiegato prima, è stata capace di rigirarsi nel manico ben sei uomini: l’incolpevole marito, il padre “arcigno”, tre fratelli (uno carabiniere e due finanzieri – spero tanto che non siano loro, per una misera vendetta, gli artefici del tuo stato detentivo tanto disumano; non sarebbero per niente quei paladini della Giustizia che le loro divise dovrebbero certificare; dovrebbero prendersela esclusivamente con la loro sorella che è andata per il mondo a combinar pasticci, per non dire altro), e per ultimo il nostro stupido fratello che ha creduto ciecamente alla sue lusinghe d’affetto, senza che tu abbia voluto ascoltare i nostri disinteressati consigli, veri avvertimenti di chi ti ha fatto da padre, dopo la morte di babbo. Scusami, Tonino, ma erano anni che mi tenevo dentro queste verità e dovevo pur dirtele; spero soprattutto che tu possa riprenderti al più presto, altrimenti non finisce certo qui con quella donna e con “i vostri” due figli ingrati. Giustissima la legge contro il femminicidio; ma la Giustizia non si è accorta per nulla che in casi come il tuo quella legge si ritorce sempre in un vero e proprio “omicidio”, nel senso di uccidere un uomo; ed è ciò che quella donna, soprattutto negli ultimi 5 anni, sta facendo con la sua dose giornaliera di “veleno” che ti inietta con le liti pretestuose, le ingiurie, il volgare dissacramento d’un uomo, di cui tu tante volte ci hai parlato. In settimana verrò a trovarti. Ciao Tonino, un abbraccio fortissimo da tuo fratello Vito.


Edito a Bari il 31.8.2015
Lettera a Tonino cinque

Bari, 25 ottobre 2014

Caro Tonino,
mercoledì scorso son venuto a trovarti, ma i secondini alla porta non mi hanno fatto entrare perché, secondo loro, non avevo prenotato; mi sono arrabbiato moltissimo, allora hanno fatto finta di vedere meglio e mi hanno detto che la prenotazione c’era stata ma per due giorni prima alle 11, cioè lunedì 20. Io invece, telefonino alla mano ho dimostrato di aver telefonato il giorno 16, una prima volta alle 10,20 al numero 0805010129 dove mi hanno invitato a chiamare lo 0805024003 che ho trovato a lungo occupato, quando hanno risposto alle ore 11,28 mi hanno riferito di telefonare allo 0805024155 e alle 11,33 ho finalmente parlato con gli addetti alle prenotazioni. Ho chiesto a chi mi ha risposto se potevo venire martedì alle 8,30 ma mi ha informato che la tua sezione non riceveva più il martedì ma il mercoledì; ed è stato lui stesso a consigliarmi il giorno 22 alle 8,30; per me andava bene perché sono stato con la bronchite ed il dottore mi aveva proibito di uscire sino a lunedì.

Quindi, mercoledì a quell’ora ho fatto la coda per entrare ricevendo il rifiuto che ti ho detto. Non ci ho visto più ed ho cominciato a prendermela con tutti gli addetti allo sportello; vista la loro ottusità, sono andato all’ingresso principale ed ho chiesto di direttore, vice, ispettrici e medici per poter esporre  le  mie  ragioni,  ma  il  piantone  mi  ha  detto  che a quell’ora non c’era ancora nessuno e che potevo fare un esposto scritto, ma è stata tanta l’agitazione che mi son sentito venir meno. A mala pena sono arrivato ai giardini della Chiesa Russa dove mi sono ripreso un po’ telefonando subito ad Alice per venire a prendermi. Aver fatto tanta fatica per nulla a causa di vere e proprie teste di legno, che abusano del loro ruolo, della loro divisa, di quel potere vuoto che da soli si creano perché fuori dal carcere sono delle vere nullità, mi ha proprio fatto perdere la lucidità; da Torre a Mare avevo preso due pullman per venire da te, ero quindi già stanco, oltre al fatto di essere debilitato per la malattia, glielo anche riferito a quegli esseri disumani, ma non è servito proprio a nulla per svegliare la loro sensibilità, forse perché ne sono privi, abituati a trattare anche chi non è detenuto come i peggiori detenuti che tengono loro compagnia ogni giorno, sino a diventare la loro unica compagnia per tutta la vita. Quindi, appena tornato a casa, dopo essermi rimesso a letto, ho riacquistato quel tanto di lucidità per prendere una decisione. Consigliato anche dall’avvocato De Palma che ho sentito in serata, ancora oggi non so se scrivere a giornali e autorità competenti, come avevo pensato in un primo momento, per portare a conoscenza tutti gli abusi e soprusi di cui sono bersaglio i liberi cittadini quando capitano nelle loro grinfie; oppure evitare per non crearti problemi, perché vi sono tipi tanto vili che, non potendosela prendere col più forte si vendicherebbero su di te. Non appena mi riprendo verrò a trovarti. Ciao Tonino, un abbraccio fortissimo da tuo fratello Vito.

Edito a Bari il 25.10.2014
Lettera a Tonino quattro

Bari, 2 giugno 2014


Caro Tonino,
ti spedisco l’attestato di servizio di Angelo; alla porta non hanno voluto ritirarlo; ci hanno detto di spedirtelo e di allegarlo alla richiesta di colloquio per il sabato che tu devi fare in direzione. Non ho ancora avuto il bigliettino scritto da te e l’indirizzo per mandare i fiori a tua moglie; vedi di farcelo avere prima del giorno 8, così lo diamo al fioraio da allegare alle rose. Ti mando altri francobolli per le spedizioni.

Un bacio ed un abbraccio fortissimo da tuo fratello Vito, da Alice e dai ragazzi tutti.

Edito a Bari il 2.6.2014
Lettera a Tonino tre

Bari, 26 maggio 2014


Caro Tonino,
ho avuto la tua lettera e, d’accordo con Angelo, faremo avere i fiori a tua moglie, però devi scrivermi subito l’indirizzo esatto dove mandare il fioraio e devi mettere nella stessa lettera un bigliettino con qualche pensiero augurale scritto di tuo pugno, altrimenti lei potrebbe pensare che è una nostra iniziativa per accattivarcela. Noi penseremo ad allegare il tuo bigliettino ai fiori. Per l’indirizzo, Angelo ha suggerito che forse è meglio se i fiori glieli mandiamo all’ufficio di Fabio per poi dirgli di consegnarli alla madre perché, dice Angelo, se li riceve il padre quando lei non c’è, potrebbe buttarli senza dirle niente; visto che lui è contrario a vedervi riappacificati. Intanto, ho dato la lettera di Casa Betania all’avvocato; lui si metterà subito in contatto con loro per vedere il da farsi. Io continuerò a stargli dietro per accelerare la pratica col giudice in modo che si arrivi subito a una conclusione. Ti allego altri francobolli per spedire la lettera. Tu, comunque, vedi di stare tranquillo e cerca di avvicinare quel nostro parente che fa il dentista lì da voi, potrebbe servire per dire che sei una brava persona e che ti sei comportato sempre bene.

Un abbraccio fortissimo da tuo fratello Vito, da Alice e dai ragazzi tutti.

Edito a Bari il 26.5.2014
Lettera a Tonino due

Bari, 27 aprile 2014


Ciao Tonino,
ti allego due lettere che devi firmare e spedire tu direttamente; l’avvocato mi ha detto che così bisogna fare. A proposito, vedi che l’avvocato ha dovuto farsi operare, perciò non è venuto in questo periodo; però ha dato incarico alla figlia di stare dietro al giudice che, prima di prendere decisioni, deve terminare le indagini. Intanto, ho telefonato a quell’associazione di Trani dove avevo mandato la lettera per te, e mi hanno detto che loro si interessano solo di tossicodipendenti e alcolizzati, per questo io e Lilli abbiamo cercato le due associazioni dove devi spedire le lettere che ti ho preparato con i francobolli, tu devi solo firmarle, preparare le buste con gli indirizzi e il mittente; mi hanno detto che almeno queste possono interessarsi al tuo caso. Quando ti risponderanno faccelo sapere. Io sto avendo grossi problemi con i denti, oltre che per i dolori alle ossa, che con le brutte giornate si accentuano. Non appena il tempo migliora verrò a trovarti.

Un abbraccio fortissimo da tuo fratello Vito.

Edito a Bari il 27.4.2014
Lettera a Tonino uno

Bari, 7 aprile 2014
Ciao Tonino,
scusami se domani non ci vediamo, ma non sto bene. Sono anche senza l’auto; l’ultima volta che ci siamo visti, il 25 marzo, mentre tornavo a casa, sulla circonvallazione all’altezza di Mungivacca, ho fatto un incidente con un autocarro; io non mi son fatto niente, ma la macchina ha subito danni su tutto il frontale del radiatore; ora è ferma da Nicola Nitti. Sono stato allo studio dell’avvocato per concordare il da farsi per il tuo caso; lui è fiducioso, anche se i tempi saranno un po’ lunghi, se tua moglie non si ammorbidisce; ma con l’aiuto del Signore supereremo anche questo brutto momento. Intanto, io Lilli e Angelo stiamo cercando di contattare un centro di accoglienza presso Trani; abbiamo pensato di scrivere una lettera a nome tuo per chiedere informazioni; quindi se rispondono, spediranno la lettera direttamente a te, faccelo sapere. Ha telefonato Vito ad Angelo e gli ha lasciato il suo nuovo indirizzo: Petino Vito, via Poiano 6, 46042 Castel Goffredo (MN); vuole sapere come stai e che tu gli spedisca una lettera; se riesce ad avere qualche giorno di ferie, vuol venire a trovarti a Pasqua. Scrivi anche ad Angelo, facendogli l’elenco di tutti i tuoi attrezzi di lavoro, degli apparecchi e di altro materiale che stava in casa tua e nello scantinato, perché vedremo di farcelo restituire tramite l’avvocato. Spero di stare meglio al più presto, così l’altro martedì vengo a trovarti.

Un abbraccio fortissimo da tuo fratello Vito.

Edito a Bari il 7.4.2014
SECONDA LETTERA TONINO

Bari, 30.8.2015

Esimio PRESIDENTE DELLA
REPUBBLICA
piazza del Quirinale
00187                           R O M A
Raccomandata a/r
Esimio MINISTRO DELLA
GIUSTIZIA
via     Arenula   n°  70
00186                           R O M A
Raccomandata a/r
Esimio PRESIDENTE
TRIBUNALE PENALE
via     Nazariantz
70100                           B A R I
Raccomandata a/r
Esimio   DIRETTORE  CARCERE
via     A.  De Gasperi   n°  307
70125                           B A R I
Raccomandata a/r
Esimio Avvocato
GREGORIO DE PALMA
viale     della  Repubblica   n°  82
70125                           B A R I
Raccomandata a/r
Esimio Direttore GIUSEPPE DE TOMASO
La Gazzetta del Mezzogiorno
Piazza Moro   n°  37
70122                           B A R I
Raccomandata a/r
Stimata Redazione del
CORRIERE DELLA SERA
via   Solferino   n°  26
20121                           MILANO
Raccomandata a/r
Stimata Redazione de
LA REPUBBLICA
via   C. Colombo   n°  90
00147                           R O M A
Raccomandata a/r
Stimata Redazione di
RAI 3 TGR PUGLIA
via   Dalmazia   n°  104
70121                           B A R I
Raccomandata a/r


Io sottoscritto, PETINO VITO, fratello di ANTONIO in attesa di giudizio e detenuto presso il carcere di Bari in via A. De Gasperi 307 sin dal lontano 1 marzo 2014, dopo la mia denuncia del 13 luglio scorso, non avendo essa sortito l’effetto desiderato per una diversa sistemazione del nostro congiunto che non fosse il regime carcerario, poiché un medico, incaricato dopo la mia predetta di accertare le sue gravissime condizioni di salute, soprattutto sotto l’aspetto psicologico, sembra aver espresso parere contrario,
r e i t e r o
la denuncia per aver costatato direttamente nella mia ultima visita in carcere il 21 agosto, le sue peggiorate condizioni fisiche. Non è normale che un uomo alto un metro e novanta e con un peso di ben oltre 100 chili si sia ridotto a quella larva umana con cui ho avuto il dispiacere di parlare nell’ultimo colloquio. Spalle ristrette all’osso, arti simili a manici di scopa, indumenti cascanti, insomma un misero attaccapanni umano. Ma ciò che mi ha maggiormente impressionato è stata la sua voce fievolissima, al limite dell’inedia, sino a farmi temere che la costrizione cui è sottoposto lo stia sospingendo, ogni giorno che passa, a spegnergli ogni voglia di vivere. Aveva i suoi primi disturbi legati all’età quando è accaduta la lite con la moglie il primo marzo del 2014. Ma un lieve rialzo del diabete a 60 anni non giustifica minimamente il precipitare delle sue condizioni fisiche sino all’attuale pietoso stato in cui il regime carcerario, per lui insopportabile in modo tanto lampante, l’ha ridotto. Ma gli stanno prestando le cure di cui necessita? Da un paio di mesi, a me ed agli altri miei fratelli, ci hanno vietato di portargli ogni tipo di alimento. Ma lo stanno nutrendo? A vederlo sembrerebbe proprio di no. Ed è proprio necessario vederlo con i propri occhi per credere a quale livello disumano è giunto il suo deperimento. Una storia da propria e vera inquisizione calata anacronisticamente nel nostro tempo. Abbiamo atteso sinora un intervento dall’interno della struttura stessa ma, vana l’attesa, mi son deciso a portare il caso all’attenzione di chi, più in alto, possa vedere direttamente in quale mucchietto di pelle ed ossa si sia potuto ridurre un normale uomo di 61 anni. Poco più d’un mese dopo l’arresto, è stato ricoverato per molto tempo nella stessa infermeria del carcere. Ritornato nel suo reparto per poco tempo, è stato rispedito ancora in infermeria. Fra aprile e maggio di quest’anno, è stato ricoverato d’urgenza al Policlinico di Bari, dove è rimasto per tre settimane. Dopo le dimissioni, ha fatto ritorno nell’infermeria del carcere, dove si trova tuttora. Non si regge letteralmente in piedi, è denutrito a livello terzomondista. Ripeto, io e gli altri miei fratelli ci chiediamo spesso se gli danno da mangiare, se gli fanno le terapie di cui necessita. Intanto, di condizioni più umane per mio fratello non se ne parla ancora. Abbiamo contattato in Bari-Torre a Mare una struttura onlus, “NUOVI ORIZZONTI”; una casa-famiglia attrezzata per ospitare anche detenuti; don Dante Leonardi, che la dirige, è in attesa di avere un colloquio con mio fratello, per istruirlo su norme e comportamenti, in modo da dargli quell’aiuto necessario a togliergli le catene della insopportabile detenzione. Ma che cosa ha fatto in pratica mio fratello, se non un reato contro le cose, grave sì, ma in fin dei conti non ha ammazzato nessuno. Non voglio entrare nel merito del processo, influenzato purtroppo dal coinvolgente clima emotivo di femminicidio. Indubbiamente ha sbagliato, e va punito di conseguenza, ma non sino a condannarlo a morte, pena che in Italia, pare, sia stata abolita da molti decenni. E’ necessario, però, almeno riferire quello che nostro fratello ci ha raccontato direttamente, ma più spesso per telefono, dei rapporti con la moglie negli ultimi anni. Se non altro per verificare se, per quello che ha fatto, abbia diritto o meno a valide attenuanti. Per motivi caratteriali non frequentavamo per niente casa sua, tant’è che dei suoi due figli e della moglie attuale abbiamo una conoscenza molto sporadica e totalmente superficiale; insomma in 25 anni non ci siamo mai frequentati. PETINO ANTONIO, mio fratello, che noi prima del secondo matrimonio chiamavamo il gigante buono della famiglia, incensurato, stimato odontotecnico, facoltoso e felice per oltre 25 anni con moglie e figli (viaggi all’estero, auto di grossa cilindrata, residenza in paese ed al mare di un centro urbano della Calabria); sino ad un lustro fa. Ma la crisi e l’età lo hanno ridotto in pochi anni al lumicino economico. Calato il vento favorevole, moglie e figli hanno pensato bene di trovare rimedi alternativi. La povera moglie, costretta a 45 anni a mettersi a lavorare, ha cominciato ad offenderlo ogni giorno sempre più pesantemente, sino a privarlo completamente, oltre che della personale dignità di uomo, anche dei doveri coniugali. Negli ultimi mesi, avendo bisogno mio fratello di terapia per, come detto, un lieve principio di diabete, la moglie si è rifiutata categoricamente di dargli la minima assistenza a cui ogni brava consorte mai si sottrae. Quel disgraziato pomeriggio del 1 marzo mio fratello, non avendo più un laboratorio di odontotecnico, stava collegando un cavo elettrico in casa per utilizzare alcuni attrezzi professionali nella rifinitura di una protesi, giusto per mettere insieme un po’ di soldini ormai più che necessari al magro reddito familiare; nel mentre, la moglie ha continuato senza tregua ad offenderlo nella sua dignità di uomo, di marito, di padre, di lavoratore, apostrofandolo con gli epiteti più volgari. Mio fratello, che nel frattempo stava diluendo una vernice da passare sul cavo elettrico fissato alla parete per renderlo meno visibile, all’ennesima ingiuria, non potendone più per aver sopportato oltre ogni limite, stressato anche dai farmaci che prendeva da qualche settimana, colpito da momentaneo raptus, le ha versato addosso il diluente che aveva in mano, minacciandola di darle fuoco. Imperterrita, la moglie ha continuato a provocarlo gravemente “Vediamo se sei capace di farlo; non ne hai il coraggio; fallo se sei un uomo!” A quel punto mio fratello riuscì a riprendere la sua abituale lucidità, sedendosi sul letto. La moglie si allontanò tranquillamente andandosene in bagno e, dopo essersi cambiata, si preparava ad uscire di casa. Tutto sarebbe finito lì. Ma mio fratello ha commesso l’unico errore, poi rivelatosi decisivo, di sbattere in terra l’accendino che aveva in mano; l’impatto col pavimento ha fatto scaturire una scintilla che ha dato fuoco al liquido infiammabile, rischiando di prendere fuoco lui soltanto, quando le fiamme si sono estese ai mobili della stanza da letto. In pratica è stato un involontario errore non valutato con la massima lucidità. Immediatamente, spinto da istinto di conservazione, s’è precipitato fuori di casa, non accorgendosi che dietro di lui anche la moglie stava uscendo dall’appartamento. In vestaglia da camera e con le pantofole ai piedi, così com’era, mio fratello si è recato in stato chiaramente confusionale alla più vicina stazione dei Carabinieri per autodenunciarsi “Ho incendiato casa e dentro c’era mia moglie”, cadendo in quel precipizio da cui va assolutamente salvato. Ora gli sarà chiaro a mio fratello il perché delle distanze da noi prese 25 anni fa da lui e da quella donna che lo ha portato in questa situazione; traditi da entrambi, negli affetti familiari dall’uno e nella sacralità della vera amicizia dall’altra. Avevamo subito intuito della sua velenosa cattiveria e che lo circuiva soltanto per i soldi che ogni giorno le passavano sotto gli occhi nel suo laboratorio, sino al punto da avere un figlio con lui ed affibbiarlo a suo marito, e senza entrare in tante altre angherie messe in atto per costringerlo ad abbandonare la moglie e i suoi tre figli, i quali hanno dimostrato proprio in questi frangenti di essere i soli che lo amano ancora. Perché non hanno mai voluto fare il DNA del ragazzo che porta ancora il cognome dell’ex marito di quella donna per dargli il nostro di cognome; perché far vivere quel povero bambino, oggi uomo fatto, nell’eterna incertezza di chi sia veramente figlio, col rischio che prima o poi abbia una crisi d’identità da esserne travolto irreparabilmente? E infine, noi fratelli abbiamo il diritto di sapere se è nostro nipote o meno. Guarda quanti disastri ha combinato quella donna per la sua leggerezza morale e culturale. A mio fratello doveva bastare per starle alla larga il solo fatto che, pur di averlo, e non per amore come ho spiegato prima, è stata capace di rigirarsi nel manico ben sei uomini: l’incolpevole marito, il padre “arcigno”, tre fratelli (uno carabiniere e due finanzieri – per amore di Giustizia, spero tanto che non siano loro, pur di perpetrare una misera vendetta, gli artefici del suo stato detentivo tanto disumano; non sarebbero per niente quei paladini della Giustizia che le loro divise dovrebbero certificare; dovrebbero prendersela esclusivamente con la loro sorella che è andata per il mondo a combinar pasticci), e per ultimo il nostro stupido fratello che ha creduto ciecamente alla sue lusinghe d’affetto, senza che abbia voluto ascoltare i nostri disinteressati consigli, veri avvertimenti di chi, dopo la morte del nostro babbo, gli ha fatto da padre. Chiedo scusa a mio fratello, ma erano anni che ci tenevamo dentro queste verità e dovevamo pur dirle per un più esatto quadro delle sue responsabilità; spero soprattutto che mio fratello possa riprendersi al più presto, altrimenti non finisce certo qui con quella donna e con “i loro” due figli ingrati. Giustissima la legge contro il “femminicidio”; ma la Giustizia non va per nulla a fondo in casi come il suo, scambiando la vera vittima per carnefice, sino al rischio di provocare un “omicidio”, nel senso di veder morire un uomo; ed è ciò che quella donna, soprattutto negli ultimi 5 anni, sta facendo con la sua dose giornaliera di “veleno” che gli inietta con le liti pretestuose, le ingiurie, il volgare dissacramento dell’uomo, di cui tante volte mio fratello ci ha parlato, e da cui scaturiscono tutte le predette considerazioni. Mio fratello non è un delinquente abituale; non è un simulatore, quindi. Nel nostro DNA sono totalmente assenti istinti del tipo incendio doloso e omicidio. Mio fratello va punito, ma ha già pagato abbastanza in quest’anno e mezzo, e per l’educazione ricevuta dai nostri genitori e per gli alti valori morali con cui abbiamo sempre impostato le nostre vite. Non gli si può chiedere di più, quando in giro vagano liberi autentici e pericolosi delinquenti. Scontasse la pena in una struttura meno ossessiva, ma che gli consenta di vivere. Sono drammaticamente preoccupato per la sua vita; nell’insieme è stato abbastanza fortunato, meno quell’ultimo episodio con la consorte. Non suicidatelo. Che gli si dia la possibilità di redimersi in quella casa-famiglia, permettendogli anche di rendersi utile con la sua professione di odontotecnico nei confronti degli stessi ospiti della struttura. Non sia la Giustizia così accanita contro i poveri, ingenui malcapitati; riservasse tutto il potenziale del suo accanimento contro prepotenti autori di grandi e atroci delitti. Chiedo, imploro con tutta l’anima: SALVATELO!
Distinti saluti.
CON OSSERVANZA
      (Petino Vito)

 Edito a Bari il 30.8.2015
PRIMA LETTERA TONINO

Bari, 13.7.2015

Esimio Presidente
TRIBUNALE PENALE
via     Nazariantz
70100                           B A R I
Raccomandata a/r
Esimio Direttore   CARCERE
via     A.  De Gasperi   n°  307
70125                           B A R I
Raccomandata a/r

Esimio Direttore GIUSEPPE DE TOMASO
La Gazzetta del Mezzogiorno
Piazza Moro   n°  37
70122                           B A R I
Raccomandata a/r

Esimio Avvocato
GREGORIO DE PALMA
viale     della  Repubblica   n°  82
70125                           B A R I
Raccomandata a/r



Io sottoscritto, PETINO VITO, fratello di ANTONIO detenuto e in attesa di giudizio presso il penitenziario di Bari in via A. De Gasperi 307 sin dal lontano 1 marzo 2014 per aver avuto con la moglie un banale litigio, da cui la signora ne è uscita totalmente incolume, un fratello che noi chiamavamo il gigante buono della famiglia per la sua considerevole stazza, uno e novanta di altezza per oltre cento chili di peso, essendo nel frattempo le sue condizioni psicofisiche precipitate vertiginosamente per il probabile incompatibile regime carcerario,
d e n u n c i o
il suo pietoso stato di salute attuale. Ogni volta che lo incontro a colloquio è evidente a vista d’occhio il suo deperimento. Abbiamo atteso sinora un intervento dall’interno della struttura stessa ma, vana l’attesa, mi son deciso a portare il caso all’attenzione di chi, più in alto, possa vedere direttamente in quale mucchietto di pelle ed ossa si sia potuto ridurre un normale uomo di 61 anni. Poco più d’un mese dopo l’arresto, è stato ricoverato per molto tempo nella stessa infermeria del carcere. Ritornato nel suo reparto per poco tempo, è stato rispedito ancora in infermeria.            Fra aprile e maggio di quest’anno, è stato ricoverato d’urgenza al Policlinico di Bari, dove è rimasto per tre settimane. Dopo le dimissioni, ha fatto ritorno nell’infermeria del carcere, dove si trova tuttora su una sedia a rotelle. Non si regge in piedi, è denutrito, ci chiediamo spesso se gli danno da mangiare, se gli fanno le terapie di cui necessita. Il suo avvocato difensore, che ci legge in copia, è riuscito ad ottenere la sua cartella clinica, ma di condizioni più umane per mio fratello non se ne parla ancora. Tralascio dal raccontare cosa passiamo noi parenti quando andiamo a colloquio; tra regole giuste e ingiuste, scostumatezze varie, in quelle tre ore siamo trattati alla stregua di chi perde la libertà, per il solo fatto di seguire un comandamento profondamente cristiano (visitare … … eccetera), andando a trovare i nostri sfortunati parenti. Sono drammaticamente preoccupato per la sua vita; svolgeva sin da ragazzo la professione di odontotecnico, nell’insieme la sua vita è stata abbastanza fortunata, meno quell’ultimo episodio con la consorte. Chiedo, imploro con tutta l’anima: SALVATELO!
Distinti saluti.
CON OSSERVANZA
      (Petino Vito)

 Edito a Bari il 13.7.2016
luglio 2015

SEMI DI PENSIERO IN AGRO VIRIDI MAGNO DEL WEB

21 luglio alle ore 21.27           Alla Boldrini che aveva definito i pentastellati “stupratori”
Boldrini, basta quest'affermazione per degradarla; lei ricopre un'alta carica nel parlamento italiano, affibbiatale immeritatamente; io seguo il blog di Grillo e non sono uno stupratore, anzi sono padre di sei figli sistemati non certo con l'aiuto suo o dei suoi colleghi; lei invece affama i "suoi" figli e costringe quelli degli altri a lasciare la propria terra per promesse fumose, nella migliore delle ipotesi per finire in quei campi di concentramento camuffati in campi d'accoglienza, nella peggiore in fondo al mare; quanti morti avete sulla coscienza voi politici per la vostra scriteriata mania di accogliere a più non posso gente povera in un paese più povero di loro; o non se n'è accorta che l'Italia è povera? Io, comunque, seguo da sempre forze politiche nuove con la speranza che prima o poi vengano a governarci persone più capaci; in questa, spero, non vana attesa, intanto non voto più da anni, facendo parte ormai stabilmente del più grande partito italiano, che col suo 52 per cento (questo il vero dato ufficiale) rende abusivo l'attuale parlamento, di per sé abusivo per tanti altri bassi motivi.

Ministro (Alfano), ma non si accorge di commettere reato d'istigazione al suicidio o peggio all'omicidio? Perchè quella è la fine a cui destinate tanti poveri cristi: in fondo al mare o morte civile negli "accoglienti" campi di concentramento di cui avete disseminato le nostre città. ma non si vergogna di causare tanto sfacelo col suo misero 3 per cento che ormai rappresenta in parlamento? Un parlamento totalmente abusivo perchè in minoranza rispetto al 52 per cento del più forte partito italiano che, non sapendo come liberarsi di voi pacificamente, esprime la propria negazione ai soliti nomi sdruciti e consunti col "non voto". Avete affossato la Repubblica conquistata col sangue dei nostri padri, sostituendola con una laida monarchia di regime fondata sul vostro grasso che cola. Avete fatto danni incalcolabili insieme ai tiranni d'europa; è tempo d'eclissarvi totalmente per sempre.

Signor Presidente (Mattarella), noi le facciamo gli auguri col cuore, lei, per cortesia, ci tolga la spina dal cuore: sciolga questo parlamento abusivo e ci inviti a votare nuovamente, abolendo tutti quei nomi frusti che lo infestano da oltre due legislature; siamo stanchi, ci accontenti prima che sia troppo tardi; ormai è la nostra ultima speranza per un Paese migliore.

25 luglio alle ore 13.50                      Commento a epiteti volgari di giovani donne
Ma quando da bocche femminili escono certi oggetti, come si fa a baciarle? sembrerebbe proprio di baciare un wc. (vale per tutte le donne, dalle cui labbra dovrebbero sbocciare solo fiori ed emanare soltanto profumi di primavera).

Se cerco di educare ragazze che vanno oltre il loro ruolo di donne, non sto certo a perdere tempo con chi s'è perduta sin dalla nascita; se sei risentita per quello che ti ho detto non devi fare altro, cara Guido, che scomparire per sempre da facebook, di volgari ce ne sono già tanti per le strade; dopo aver educato al meglio i miei sei figli, di cui i più grandi ti possono essere padri, cerco di bonificare i social eliminando tipi come te, infatti d'ora in poi il tuo nome (fasullo?) sarà cancellato dalla mia pagina, quindi non sforzarti a rispondere, ti potrebbe scendere l'ernia, donandoti quel che non hai. Seguo da anni con simpatia i pentastellati, ultima speranza per un'Italia migliore, ma se nel movimento s'infiltrano tipe come te è proprio la fine. Ho cercato di esprimermi in un italiano elementare, chissà se lo capisci, visto come scrivi.

27 luglio alle ore 20.54                       In risposta ad una donna che poi ho scoperto essere mia sorella con altro nome d’arte (inconvenienti della non trasparenza)
Eva
Sei bellissima, ma non ho soldi! Almeno, quelli che meriti. (il commento s'è interrotto prima che terminassi).

Eva
Se sei realmente quella nelle foto, ti spiego il senso dei miei complimenti; un'opera del da Vinci, del Michelangelo e simili, per mantenerla sempre meravigliosa occorrono molti quattrini e quindi io non posso permettermela; la tua bellezza per conservarla in eterno ci vogliono tesori che io non posseggo. Ma un saluto luminoso posso senz'altro spenderlo.

Edito  a  Bari il 31.7.2015