venerdì 26 aprile 2013

MATURITA’
(a tutti quelli che inveiscono contro gli Stellati)
 IN RISPOSTA A QUESTO COMMENTO

“Caro Beppe Grullo, ho visto l'incontro con Letta, ma qualcuno di meno idiota di Crimi e Lombardi non ce l'avete? Sono questi il meglio che vi rappresenta? Ribadisco: piuttosto che votare te mi scopo la Lombardi...brrrr che orrore!!!” (firmato Maria Figandol)

Tu, invece, per dimostrare di essere meno idiota hai ottenuto il contrario tralasciando, mentre scrivevi, di collegare penna e cervello. Ah, l'hai fatto? Allora è proprio quel propellente che ti manca, prenditela con la natura. Da ciò che affermi sembri una ragazzina immatura, perciò da' retta a uno che ha già messo insieme circa 7 decenni (e altrettanti figli). Gli Stellati stanno combattendo una guerra che porterà frutti anche a te, se sei dalla nostra parte della barricata. Se invece stai da quell'altra parte, se fai comunella col Branco parlamentare, allora capisco le tue paure di perdere i ladroneschi privilegi che vi elargite fra di voi. E non permetterti di replicare con ingiurie, confermeresti di essere appunto un ragazzino immaturo, qualunque sia la tua età e sesso. Lasciare andare la penna da sola è la cosa più semplice da farsi; la maturità sta nel controllarla (per un attimo l’ho lasciata andare libera anch’io, ma solo per dimostrarti che l’offesa non paga; di parolacce se ne trovano a iosa nel bidone dei rifiuti, nelle fogne, siti in cui scorre tutto ciò che è senza valore e immergervisi per prelevarne a piene mani è indecoroso; è molto più difficile invece mettere insieme alti pensieri, idee preziose, tutte cose di valore inestimabile, insomma che non trovi nemmeno in gioielleria). Ti chiedo scusa e ti saluto da padre, vitopetino.

Edito a Bari il 26.4.2013

giovedì 25 aprile 2013

25 APRILE

Il 25 aprile è di tutto un Popolo e non di parte, altrimenti che festa della Libertà sarebbe. Festeggiare gli atti eroici di cui è stato artefice tutto un Popolo è sacrosanto. Ma festeggiare come atti eroici vere azioni delinquenziali è da autentici criminali: provate a chiederlo a quelle povere 330 persone delle Fosse Ardeatine se la bomba di via Rasella sia stato un atto eroico. A proposito, l'ANPI prende contributi pubblici? Se sì, qualcuno vuol farci sapere dal 1945 ad oggi quanto ci è costata questa inutile associazione di parte?

Edito a Bari il 25.4.2013
VENDOLA O VENTOLA?

Per smascherare uno dei più viscidi elementi del Branco, è necessario pubblicare alcuni commenti a quest'affermazione di Vendola: “Io vado all'opposizione con l'Italia, con quel paese che vomita quando la politica non è capace di uscire dai propri rituali, dai meccanismi che la uccidono.” COMMENTI
"Vendola vomita soprattutto la mattina quando si specchia."
“Vendola o Ventola? A seconda del vento ruota la girandola.”
“Vendola è l'emblema del doppio mandato (e del multiplo gioco). Non ha capito che vogliamo liberarci di tutti quelli come lui. Anzi, lui è plurimandatario della presa per il culo, e noi, per la sua incolmabile felicità, proprio lì ce lo mandiamo.” Stiamo parlando di quel Vendola che dalla vivisezione dell’ex PCI riuscì ad addentarne un osso, trasformandolo in PRC, e dalla successiva frantumazione gli rimase fra i denti una piccola scheggia che nominò RC; ma non è finita, perché dall’atomizzazione di quella scheggia ottenne un granello osseo chiamato SEL col quale, emulo del suo collega Casini, ha potuto pascere nella prateria parlamentare indisturbato, ininfluente, invisibile, ingrassandosi con quel misero 3% di consensi per oltre 20 anni. VERGOGNA!!! Prima che riesca ad abbindolare altri gruppi, come sta già tentando di fare col Movimento 5 Stelle, lo si tenga alla larga, perché rappresenta quella vecchia guardia da cui proprio gli Stellati stanno cercando di liberare l’Italia."
VENDOLA DECIDITI AD ANDARTENE!!! I soli danni da te causati in Puglia sono maggiori del 26 dicembre 2004 (tsunami), dell'11 settembre 2001 (torri gemelle) e, andando ancora indietro, del Diluvio Universale, messi insieme; te ne chiederemo conto non appena approvata la legge dell'ESPROPRIO ESPIATIVO che sarà immediatamente esecutiva nei tuoi confronti e in quelli di tutti i parlamentari che si sono arricchiti sul sudore e sangue del Popolo. Ciao.

Edito a Bari il 25.4.2013
LUCIANINA … INA … INA

Commento alla proposta della Littizzetto di mandare a casa solo quei parlamentari che le stanno sullo stomaco. “Luciana, hai ragione se estendi il tuo pensiero a tutti quelli che hanno esaurito il secondo mandato parlamentare; ed anche a tutti quelli che ci assillano ogni giorno in tv con la loro stomachevole presenza, con le loro continue cazzate, che solo in Italia vengono pagate a peso d’oro, grazie a mamma rai e alle zie private (le così dette tv-materasso). Cara Luciana, per schivarvi ci costringete di continuo a far difficili esercizi ginnici col telecomando (sia sempre benedetto chi l’ha inventato); inoltre, al contrario di voi dileggianti Hop-Frog a servizio e diletto del Branco, noi semplici e passivi spettatori per pagarvi ci facciamo (prendo a prestito un tuo abituale ed altissimo pensiero) un culo così, cosa che invece tu fingi sempre di farti assieme al tuo caro monachello spogliato “Faziofinta”. Insomma, avete capito che, non solo vogliamo liberarci dei vecchi parlamentari, ma anche di tutti i loro manutengoli televisivi; via le solite facce dal parlamento e dalla tv; vogliamo liberare sia l’uno che l’altra fra le tante res-pubbliche che ci appartengono per il solo fatto di esser nati, che appartengono con pieno diritto, perciò, come tutti i diritti naturali, al Popolo.

Edito a Bari il 23.4.2013

venerdì 19 aprile 2013

POPOLO INETTO

Mentre quelli del Branco continuano a scannarsi per conservare (alla faccia del progressismo) i propri secolari privilegi, il Popolo Sovrano se ne sta passivamente a guardare lo scempio che di sé ne stanno facendo proprio ì più illegittimi (con più di due mandati parlamentari) della rumorosa canea che occupa in pianta stabile i livelli più alti delle istituzioni del Paese. Bisogna tornare indietro di ben 14 secoli per ritrovare sovrani altrettanto inetti come l’odierno Sovrano Italiano. Allora furono i Merovingi che per inettitudine, trucidandosi a vicenda con tradimenti, delitti e guerre civili, furono esautorati dai Carolingi che da “Maggiordomi di Palazzo” si fecero usurpatori di potere, detronizzando in pratica Childerico III, ultimo re fannullone dedito ormai ai soli piaceri del cibo e dell’alcova, per mano del “Maggiordomo” di turno, Pipino il Breve, che si autonominò sovrano con l’avallo illegittimo di papa Zaccaria, rappresentante di quella Chiesa che mai si faceva i fatti spirituali propri. Se non altro l’attuale nostro Sovrano-Popolo qualche attenuante ce l’ha: agli inizi della sua storia, non per inettitudine, ma per troppa fiducia nei propri “Maggiordomi di Palazzo”, ha rilasciato deleghe tutte disattese dai propri rappresentanti parlamentari. Si è cominciato con l’inganno del referendum monarchia-repubblica. I nostri padri, convinti di liberarsi per sempre di quel personaggio da favolette infantili, se l’è invece ritrovato moltiplicato in ogni pubblica istituzione (il re della sanità, il re dell’informazione, il re della finanza, il re della politica, nel senso di cariche a vita e per di più ereditarie). La monarchia non è mai stata abolita, perché mai è nata una vera res-pubblica. I nostri padri hanno dovuto accettare una costituzione lacunosa sin dai suoi primi articoli, elaborata da una sola parte dei cittadini e sotto la fresca influenza di una disastrosa guerra fratricida appena terminata. Infatti, essa elegge a Sovrano il Popolo, per poi immediatamente imporgli dei limiti, in pratica dichiarandolo interdetto da subito; fonda, questa res-pubblica mai nata, su qualcosa di evanescente, di restrittivo, il lavoro (perché non fondarla invece su individui reali e di valore univoco nei reciproci confronti: i lavoratori; nei momenti di crisi ridurre i turni di lavoro da 8 ore a 4, impiegandone il doppio, permettendo così a più persone almeno un minimo guadagno garantito); trasforma quella che è una vera delega a rappresentare il Sovrano-Popolo, in un atto illegittimo che il parlamentare utilizza a proprio uso e consumo (famigerato articolo 67), traendone i massimi illegali guadagni (unico soggetto nel nostro Paese a stabilirsi lo stipendio da solo, con vergognosi aumenti in vertiginosa progressione geometrica, senza alcun criterio di merito – in altra occasione vi racconterò dell’aneddoto di un presidente dell’acquedotto e del suo fognino - facendo pesare le periodiche crisi, causate dalla sua esclusiva incompetenza, soltanto sul Sovrano-Popolo), inventandosi privilegi negati ai comuni cittadini (fruizione gratuita di ogni utenza sociale, dalla più piccola supposta alle mense parlamentari; pensioni percepite dopo brevissimo bivacco nelle aule parlamentari e senza il minimo sforzo o merito; possibilità di morirci in quelle aule anche dopo anni di inattività sclerotica, quando ai comuni cittadini in piena salute fisica e mentale viene preclusa la possibilità di lavorare ancora, dopo i 65 anni). Moltissima sostanza della vecchia costituzione monarchica è stata iniettata nella pseudo costituzione repubblicana dai quei pochi individui che con dolo hanno pensato di avvantaggiarsene. Le suddivisioni fra destra e sinistra, le sottoframmentazioni operate via via negli anni sono servite soltanto a sminuzzare sempre più il Sovrano-Popolo che ingenuamente l’ha permesso, senza accorgersi che il Branco, invece, è divenuto nello stesso tempo più compatto nel perseguire i misfatti a danno dei cittadini. Siamo al dunque; non c’è più tempo per tentennamenti; i cittadini sono costretti alla fame, al fallimento e, peggio, al suicidio dai malefici mandanti parlamentari. Non aspettatevi che se ne vadano da soli. Dobbiamo cacciarli con la stessa violenza che da decenni esercitano sul Sovrano-Popolo. E’ arrivato il momento di togliersi i veli che offuscano la mente, per rendersi conto che le reali divisioni non sono quelle verticali, per anni indicate dai singoli partiti, covi di tutte le turpitudini nazionali. L’unica divisione razionale esistente è quella linea orizzontale che mette, l’uno di fronte all’altro, il Sovrano-Popolo di qua e il Branco famelico che finge di governarci di là. Quella linea su cui hanno costruito muri invalicabili dietro i quali, con l’appoggio di stampa e tv compiacenti per il falso consenso, servendosi degli Hop-frogs di regime per il falso diletto (di cui parlerò più minuziosamente in altro commento), fanno i loro loschi affari con le stille di sudore e sangue delle nostre quotidiane fatiche. Quanta strada hanno fatto i “Maggiordomi di Palazzo”; ma è ora che si rendano conto che il Sovrano-Popolo, ridotto in miseria, non può più mantenerli. Non può più permettersi tanta servitù e con quegli stipendi da usuraio che sempre da soli si stabiliscono (è dell’altro ieri l’ultima malefatta del Branco: mentre altri due cittadini erano costretti al suicidio, il consiglio della Regione Puglia deliberava di prorogarsi i già illeciti vitalizi). Sembra che questa sia la volta giusta per risvegliare e ricompattare il Sovrano-Popolo deluso, che ha visto di continuo cadere sempre le stelle in cui aveva riposto le proprie speranze di risorgere. Nel Movimento degli Stellati ha intravisto deposte tutte le proprie aspirazioni per una società finalmente repubblicana e democratica. Un cittadino governato vale sempre quanto un cittadino governante, che grazie al primo ha possibilità di esistere. Scuotiti, Sovrano-Popolo, al grido di “L’Etat où nous sommes”.

Edito a Bari il 19.4.2013

venerdì 5 aprile 2013

PARALLELISMI ITALOEUROPEI

A proposito di Branco, non c’è solo quello nostrano, ma in quasi tutta Europa s’aggirano famelici Branchi mutuati pari pari da quello italiano. Infatti dai tanti governi comunitari s’è levata l’accusa corale di Populismo contro il nuovo Movimento giovanile che in Italia ha sorpreso nelle ultime votazioni. Quello che si propongono di realizzare gli Stellati fa paura ai vecchi governanti, ma non alla gente comune che vuole liberarsi di ogni Branco per realizzare autentiche democrazie, dove Uno vale Uno. Dappertutto siamo stanchi degli stomachevoli privilegi che il Branco vuol continuare a detenere senza alcuna legalità, senza alcuna logica, senza alcun buon senso, ma con tutta l’insulsa arroganza del potere abusato. Questa è una delle tante lordure che l’Europa ha mutuato da una certa Storia d’Italia, che purtroppo continua criminalmente a fare scuola. Vi spiego più avanti i motivi per cui il Progetto Europa, così come lo propongono i capi Branco, è destinato a fallire. Intanto, si è partiti col piede sbagliato, pensando di imitare gli Stati Uniti, che sono tali proprio per l’amalgama di base che caratterizzava i primi pionieri e padri fondatori degli attuali statunitensi. La maggior parte di loro sfuggiva alle persecuzioni civili e religiose, alla disoccupazione, alle disuguaglianze medievali, soprattutto alla mancanza di libertà dell’Europa d’allora; quindi, spontaneamente e liberamente, tutti in possesso di univoca matrice sociale, rimboccandosi le maniche e privi di quell’inutile affettazione di comportamento aristocratico, sono riusciti a creare quello che oggi è lo Stato più democratico del mondo (un esempio dei tanti? vuoi o non vuoi, dopo due mandati si va tutti a casa). Col pensiero si è cercato di imitare gli Stati Uniti; in pratica l’Europa sta percorrendo l'identico destino storico di un'altra nazione, con un parallelismo pericoloso e pauroso viste le sue conseguenze. Oltre 60 anni fa, i cosiddetti “padri fondatori” dell’Europa, perfettamente in buona fede, ma privi di lungimiranza (se si pensa che sino a tutti gli anni ’90 del secolo scorso, gli stessi Paesi europei si son dati guerra l’un con l’altro), senza interpellarne i Popoli, hanno preso un mucchio di stati diversi tra loro per lingua, moneta, usi e costumi, tradizioni, forma mentale ed altro di più stridente, e ne hanno decretato l’unità il cui unico collante è l’odio reciproco. Quale altro paese diviso in tanti stati e staterelli vi ricorda, costretto da pochi all'unificazione e senza la volontà Popolare? Con l’attenuante che in questo paese almeno lingua, usi e forma mentis in pratica erano uniformi. E ritorno in Europa. In appena 10 anni il baricentro dell’economia è stato artificiosamente spostato nel Nordovest e soprattutto nel Nordest d’Europa. Quale altro paese vi ricorda, smembrato totalmente di tutte le sue strutture industriali al Sud per incrementare quelle del Nord? E dire che fino a 10 anni fa questo paese, col suo “Fabbricato in Casa”, era il primo al mondo. I tanti parallelismi che si potrebbero ancora fare non si fermano certo qui. Ci siete arrivati? Oggi Germania contrapposta a Portogallo, Spagna, Italia, Grecia, Cipro; ieri Piemonte contrapposto allo Stato della Chiesa e al Regno delle due Sicilie. Sono pericolosi parallelismi con la Storia dell’Italia preunitaria prima, unitaria dopo, e fallimentare oggigiorno, con unica caratteristica comune: benessere al Nord, povertà al Sud. Quando potrà durare ancora questa disuguaglianza, senza provocare reazioni violente? E vi è un’altra considerazione da tener presente. Veramente qualcuno pensa che vi possa essere verso l’Italia una maggiore attenzione da parte degli altri partners europei, riflettendo che alcuni di loro sin dal principio non hanno voluto condividere nemmeno l’unico mezzo concreto, l’euro, che potesse fare di un caleidoscopio di stati una nazione unica. A parte bassi sentimenti di rivalsa, nessuna agevolazione può da loro essere concessa verso il nostro Paese, nelle cui scuole si insegna, si impara e si inneggia ai 12 secoli d’oro della propria Storia patria, quando tutti i Popoli europei erano da esso invasi, violentati e schiavizzati. Illusi se pensiamo che se ne dimentichino; ne è prova evidente che, solo per disattenzione e dopo ben altri 14 secoli, hanno dovuto accettare la nostra unità. Fra 150 anni, con queste premesse, quello che è successo al sud italiano, succederà al sud europeo che in questa deprecabile evenienza, purtroppo, comprenderebbe tutta l’Italia. Solo allora i signori del Nord capiranno finalmente le ragioni del Sud. Solamente per scongiurare quest’ultima previsione, il prossimo parlamento deve rivedere immediatamente i nostri piani, e decidere se restare o uscire definitivamente dall’Europa. Avremo sempre dalla nostra parte quel dono di madre natura, il Made in Italy, che ci consentirà di essere sempre primi, per ogni nostro prodotto realizzato con la forza fisica e con quella della mente. Siamo e resteremo sempre il Paese dei Geni. Guardate quel che riescono a fare d’impossibile gli Italiani con molto meno di 1.000 euro al mese. 

Edito a Bari il 5.4.2013

mercoledì 3 aprile 2013

IL BRANCO

Guardare in tv i soliti politici che, simili a cagneschi danzatori infernali, si azzannano intorno al potere, qual è l’immagine più immediata che la mente associa a tale scena dantesca? No, non certo il termine utilizzato da due giornalisti che, proprio per non inimicarsi i padroni del quotidiano per cui lavorano, li hanno elevati a “Casta”. Vedere le immagini che ci scorrono sotto gli occhi in questi giorni di crisi drammatica, e notare che i soliti noti, infischiandosene del tutto dei problemi della gente, continuano a ringhiare per il proprio tornaconto, il termine più appropriato, che riporti simili incoscienti nella loro più infima e giusta dimensione, è “IL BRANCO”, né più né meno, con qualsiasi aggettivo lo si voglia condire. Questi pseudo signori, menefregandosene della sofferenza dei cittadini, soprattutto dei creditori di Stato che sono stati da loro consapevolmente spinti al suicidio, sono inadatti a guidare anche la più microscopica delle s.n.c., figurarsi guidare uno Stato moderno con tutte le esigenze dell’attualità. Sono queste le motivazioni che maggiormente, in caso di eventuali elezioni, spingeranno il Popolo a sommergere di voti i Ragazzi Stellati, sino a conquistare la maggioranza del Paese. Ma basta guardare, in tutta quella cagnara di “saggi” (come mai con tanti saggi da anni in circolazione, viste le loro candide capigliature, l’Italia si ritrova in situazione economica totalmente fallimentare), con quale fermezza, quale trasparenza di spirito si stanno comportando gli Stellati e, per essere completamente sincero, tanti altri giovani parlamentari che, nonostante i loro sguardi smarriti, manderebbero i loro capi (quelli, per intenderci, che per i prossimi cinque anni gli permetteranno di spingere a loro piacimento solamente un inutile pulsante) bellamente a … quel paese. Col piacevole, grandissimo e immediatamente visibile vantaggio che finalmente se ne libererebbe il Nostro per sempre. Comunque, anche a quel paese non li vorrebbero. Ma chi mai vorrebbe degli amministratori falliti. Non è un fallito chi, amministrando un qualsiasi Ente, causasse un buco grande quanto il disastroso debito pubblico italiano?  

Edito a Bari il 3.4.2013

lunedì 1 aprile 2013

PAPA FRANCESCO

Il tuo arrivo ci ha sorpresi. Il tuo saluto ha rianimato i nostri cuori, riscaldandoli. Le tue prime parole hanno riacceso la speranza nei Popoli. La speranza di vedere realizzati gli Ideali Cristiani che la Chiesa per prima ha da secoli accantonato per star dietro ad effimeri scopi materiali, costituendo un deleterio e pessimo esempio per tutti i politici. Ha dismesso l’umiltà delle sue origini per indossare l’arroganza dei potenti; ha dimenticato la povertà di Gesù per inseguire la ricchezza dei Mida; ha violentato la Fratellanza delle sue prime comunità per realizzare l’egoistica partigianeria dei popoli; ha rinnegato il buono per il cattivo. Il tuo arrivo ci appare ora come immagine di riscossa. La tua opera iniziale deve tendere ad abbattere le oscure barriere dietro cui per secoli la Chiesa Nera si è trincerata a nascondere i suoi misfatti. Tantissime sono le vittime di quella chiesa che, urlando, ancora invocano Giustizia. Invece che ricevere condanne eterne, molti autori di quei misfatti, clericali e laici, sono stati innalzati agli onori degli altari, inculcando nelle menti dei politici l’idea che il crimine paga. Fa’ della tua Chiesa l’immagine cristallina che più s’avvicini a quella di Cristo, abrogando a esseri disumani titoli immeritati, spodestando papi degeneri, revocando la santità ad autentici assassini. Per rendere veramente sacre le liste della Chiesa Redenta, comincia a depennare il nome di uno dei padri della Chiesa Nera, quel Cirillo I che, con le persecuzioni contro chi non abbracciava il suo cristianesimo, è stato artefice e carnefice di un vero genocidio. Moltissimi sono i nomi da cancellare per le loro turpi azioni: fra le migliaia da epurare i Torquemada, i Borgia, i Bellarmino, i Medici. Solo così concederai Giustizia ai tanti Galileo e Bruno che ancora l’attendono, e non semplicemente accettando dopo secoli l’esattezza delle loro teorie che erano vere sin dall’origine del Creato. Ultima preghiera che i Cristiani chiedono è la sostituzione di emblemi, stemmi, simboli lugubri che inneggiano alla morte e non alla vita eterna, agognata meta di ogni credente. Prima fra tutte, la sostituzione in ogni luogo laico dell’effige del Crocifisso, immagine immutabile di morte, con quella del Cristo Risorto, il solo simbolo che evochi con immediatezza la vera essenza, la diversità unica del Cristianesimo, Ideale di Vita e non di morte: l’autentica Resurrezione dei puri d’animo. Ti seguiremo ovunque con la Preghiera, come tu ci hai chiesto, Papa Francesco, perché crediamo fermamente che tu sia la Resurrezione dei Popoli, così come crediamo nel nostro Signore.

Edito a Bari il 1.4.2013