mercoledì 3 aprile 2013

IL BRANCO

Guardare in tv i soliti politici che, simili a cagneschi danzatori infernali, si azzannano intorno al potere, qual è l’immagine più immediata che la mente associa a tale scena dantesca? No, non certo il termine utilizzato da due giornalisti che, proprio per non inimicarsi i padroni del quotidiano per cui lavorano, li hanno elevati a “Casta”. Vedere le immagini che ci scorrono sotto gli occhi in questi giorni di crisi drammatica, e notare che i soliti noti, infischiandosene del tutto dei problemi della gente, continuano a ringhiare per il proprio tornaconto, il termine più appropriato, che riporti simili incoscienti nella loro più infima e giusta dimensione, è “IL BRANCO”, né più né meno, con qualsiasi aggettivo lo si voglia condire. Questi pseudo signori, menefregandosene della sofferenza dei cittadini, soprattutto dei creditori di Stato che sono stati da loro consapevolmente spinti al suicidio, sono inadatti a guidare anche la più microscopica delle s.n.c., figurarsi guidare uno Stato moderno con tutte le esigenze dell’attualità. Sono queste le motivazioni che maggiormente, in caso di eventuali elezioni, spingeranno il Popolo a sommergere di voti i Ragazzi Stellati, sino a conquistare la maggioranza del Paese. Ma basta guardare, in tutta quella cagnara di “saggi” (come mai con tanti saggi da anni in circolazione, viste le loro candide capigliature, l’Italia si ritrova in situazione economica totalmente fallimentare), con quale fermezza, quale trasparenza di spirito si stanno comportando gli Stellati e, per essere completamente sincero, tanti altri giovani parlamentari che, nonostante i loro sguardi smarriti, manderebbero i loro capi (quelli, per intenderci, che per i prossimi cinque anni gli permetteranno di spingere a loro piacimento solamente un inutile pulsante) bellamente a … quel paese. Col piacevole, grandissimo e immediatamente visibile vantaggio che finalmente se ne libererebbe il Nostro per sempre. Comunque, anche a quel paese non li vorrebbero. Ma chi mai vorrebbe degli amministratori falliti. Non è un fallito chi, amministrando un qualsiasi Ente, causasse un buco grande quanto il disastroso debito pubblico italiano?  

Edito a Bari il 3.4.2013

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