domenica 25 dicembre 2016

DEPENNARE  DEPRAVAZIONE

Cara Legge CIRINNÀ (ma è forse l’acronimo, accentato per esibizionismo, di CInici e RINnegati di NAtura?), colpa tua se il parlamento (minuscolo visto il suo attuale valore morale) s’è ammosciato impotente su una questione che interessa una sparuta minoranza di italiani, a danno di quei provvedimenti economici attesi spasmodicamente dalla stragrande maggioranza; provvedimenti che ci porterebbero fuori dalla dannata crisi piombataci addosso da oltre 20 anni per l’incapacità congenita di chi ci ha governati nel frattempo. Non può un parlamento che voglia essere rispettato, proprio perché eletto da quella maggioranza di cittadini, perdersi dietro fisime di minoranze disturbate. Ma sono certi, alcuni parlamentari, che mettere al primo posto faccende private di importanza poco vitale sia segno di progresso, di modernità? Sembrano faccende d’attualità, ma poi, se le poni nel giusto contesto storico, t’accorgi che da millenni l’omosessualità è presente nella vita quotidiana degli esseri umani, che continuano a tirarsela dietro, insieme a tante altre diversità, con civile tolleranza, così come accettano con umana pazienza ogni altra manifestazione delle minoranze, pur non condividendola, che la stessa vita impone. Nella culla primordiale africana, in atavici popoli mesopotamici ed australi, nell’antica Grecia e nella Roma imperiale, nell’alto e basso medioevo, nelle civiltà precolombiane, nel vicino, medio ed estremo oriente, e continuando sino ai tempi nostri, ve ne sono cenni a iosa. Ma mai sarebbero diventate grandi civiltà se i loro politici, per estremo egoismo, avessero dato importanza primaria a personali vizi e virtù. Quando dovevano civilizzare nuovi territori, nuove genti, i desideri privati rimanevano relegati all’interno di mura domestiche, dalla più splendida stanza da letto, alle più sordide suburre. Tutte le antiche civiltà sono scomparse proprio quando i loro costumi sono diventati talmente debosciati, da provocarne la definitiva caduta per mano di nuovi popoli che hanno invaso i loro territori. Ma quello che tu oggi proponi, cara Legge, fa il paio con gli immorali principi che un astruso sistema gender spaccia per diritti di uno stato modernamente laico; che io invece definisco sporco laicismo distruttivo in cui tutto si vorrebbe consentire. Senza più sentimenti Cristiani, l’immondo pedofilo chiederà come suo diritto l’adozione di bimbi di nessuno. E continuando la panoramica di menti distorte, non solo cugini di primo grado, ma anche madre e figlio, padre e figlia, fratello e sorella pretenderanno il diritto all’amore coniugale. E perché no! Culmine della depravazione, anche il folle maniaco seriale accamperà il suo "sacrosanto diritto" alla felicità, per poter legalmente immolare sull'altare dell'incontrollata pazzia collettiva almeno una vittima ogni sabato sera. Accusano di omofobia l’individuo eterosessuale, senz’accorgersi di comportarsi da autentici psicofagi, pur di accaparrarsi seguaci delle loro sterili rimuginazioni. Io, normoindividuo, non ho bisogno di raccogliere proseliti finché l’umanità sarà guidata da quell’istinto che madre natura racchiude nel solo rapporto Padre + Madre = Figli. Senza questa santa Trinità l’umanità non sarebbe mai esistita. Si lascino perdere le alchimie, gli artifizi che scienza e tecnica vogliono spacciare per comportamenti deontologicamente naturali. Per mettere al mondo un bimbo, la stessa tecnica scientifica avrà sempre bisogno di uno spermatozoo e di un ovulo. E se tale congiunzione avviene con l’unico atto d’amore ortodosso, è la condensazione della pura felicità. Altre manipolazioni di menti distorte, sottraendo tale sentimento naturale a quell’atto primordiale, condurrebbero il mondo alla mostruosità. E’ inutile spacciare per matrimonio ciò che non è tale. E’ inutile propinare per famiglia ciò che famiglia non è. Ma se una minima parte delle future generazioni si farà cuocere il cervello propalando per morale l’immorale, allora propongo alla Crusca di depennare la parola “depravazione” dal linguaggio corrente, visto che il termine non avrà più senso nella morale comune che si sta tentando di inculcare nelle menti più giovani. Sono convinto, però, che ci saranno sempre un Papà e una Mamma a difendere con la propria vita le creature nate dal loro amore, anche a costo di riesumare guerre ormai sepolte contro quelle anime nere che, irrimediabilmente perdute, tentano di portare alla distruzione l’umanità intera.
Possibile che dopo Sigmund e i suoi contemporanei, non esistano più al giorno d’oggi luminari della psiche, anche al minimo d’intelletto, che mettano nella loro giusta dimensione le diversità causate da disfunzioni psicofisiche, congenite e non, della natura matrigna? E basta … Non se ne può proprio più … E’ mai possibile che una minoranza di diversi, molto al disotto dell’uno per cento presente in politica, possa bloccare tutt’un parlamento, paralizzare totalmente un intero Paese? E si lasci anche perdere il resto d’Europa con le sue confuse imposizioni. Tale resto messo insieme non riesce a raggiungere uno spicchio d’oncia dell’immenso peso storico, culturale e civile della nostra Italia, defraudata di tanto territorio che da solo costituisce gran parte dell'attuale continente; basta andarci per individuarne tutta l'impronta ultra bimillenaria dell'italianità. Sono orgoglioso, insieme a tutte le italiche diversità, d’essere italiano. Non sono assolutamente per l’abbandono dell’Europa, anzi; nella mia mente vi è una sola mira, vedere tutto il continente europeo italianizzato. E vado oltre, spero che presto vengano promulgate leggi unitarie ed egualitarie che abbraccino tutti i popoli del Pianeta. Senza tale unificazione, nell’attuale confusione legislativa e monetaria, vedo il mondo rotolare rantolando verso la sua distruzione.


Edito  a  Bari il 21.2.2016

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