venerdì 23 settembre 2016

IN MEMORIA DI UN FRATELLO GRANDE, BIAGIO CATALANO

Biagino, due i ricordi indelebili che dopo 60 anni mi porto dentro. La mattina dell'8 maggio del 1958, mio primo allenamento nei ragazzi del Bari sotto la guida di Onofrio Fusco. Era la prima volta che mi perdevo gli spari di San Nicola. In compenso rimasi incantato dalle cannonate da te sparate nella porta a nord del vecchio Stadio della Vittoria. Un improvviso scappellotto di mister Fusco mi distolse dall'incanto: "Pupetto, che fai dormi?" L'altro qualche hanno dopo, in un torneo estivo sul vecchio campo da calcio, quello con la polvere di tufo, del Redentore. Noi più giovani stavamo facendo i soliti tiri di prova prima della partita, quando il pallone da me calciato male finì dietro la nuca del Parroco che, indirizzato da alcuni amici "ruffiani", stava per raggiungermi e darmi uno di quei "checheri" di cui andava famoso; tu Biagio, subito ti intromettesti dicendogli "Don Castiglione, non l'ha fatto apposta!", evitandomi così una bella "panocchia" per il giorno dopo e, come immediata reazione al dolore, di apostrofarlo "Don Cazzchiglione ... ", nomignolo con cui, storpiando il suo cognome, lo ingiuriavamo un po' tutti. Ciao Biagino, sei partito prima, ma tanto ci rivedremo!

Edito  a  Bari il 29.8.2015


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