lunedì 26 settembre 2016

LA LEOPOLDA
(Summit per il risanamento delle bische clandestine autorizzate)

L’evolversi della caduta morale delle banche italiane, che col passare del tempo supera uno dietro l’altro nuovi infimi record, raggiungendo ad oggi abissi tenebrosi, ha una storia ultracentenaria, avendo inizi quasi contemporanei allo stesso sorgere dei primi istituti di credito, nel periodo unitario. Già a fine ‘800, sotto il governo Crispi, vi fu lo scandalo della Banca Romana. Salto il ventennio, proprio per non parlare dello spudorato contributo dato dalle banche degli industriali alla fondazione e affermazione del, tutto sommato, infausto regime. Comunque, sino a quel momento i disastri bancari non coinvolgevano le classi più deboli, condannate com’erano a secolare indigenza cronica. I guai per il Popolo dei lavoratori cominciano proprio con l’avvento della Repubblica. Intuendo che rubare al ricco, a chi avesse dimestichezza col denaro e disponesse di energico deterrente legale, fosse poco facile ma molto rischioso, che ti fa la maggior parte delle banche. Cominciano a battere tutte le vie cittadine italiane con la grancassa degli investimenti “sicuri” alla portata di tutti, anche di semplici salariati, calcolando furbescamente che la massa di denaro dei piccoli risparmiatori fosse molto più ingente di quella di più ricchi messi assieme. Ma soprattutto, che il risparmiatore minuto, con i suoi pochi e sudati spiccioli, non avesse forza sufficiente a far valere i propri diritti per via giudiziaria. Senza mettere in conto, inoltre, le amicizie che contano in ogni settore della vita pubblica del Paese a protezione di istituzioni truffaldine. Infatti, sino ad oggi non c’è mai stata sentenza che restituisse il maltolto ai poveri derubati. Gettata la rete, hanno arraffato a man bassa il ricco pescato ripulendo, da irresponsabili e senza controllo alcuno, i conti dei risparmiatori che, fiduciosi, glieli avevano dati da gestire. E passiamo ad esaminare soltanto gli scandali continui degli ultimi anni, che tante vittime innocenti hanno mietuto. Gelli, Calvi, Sindona, Ior, Banco Ambrosiano, Monte dei Paschi di Siena; e sino alle ultime banche salvate dal governo Renzi, tra cui quella dell’Etruria, spingendo alla disperazione chi ha visto ridurre la propria vita, e quella dei propri congiunti, in miseria da un giorno all’altro. E tralascio per il momento di accennare a tante altre banche sul filo del fallimento. Altro che strumentalizzare le morti, messer Renzi; nel tuo caso il morto che ti ritrovi fra le braccia ha tanto di nome cognome ed età, importo truffato e numero di parenti affossati nel dolore; senza considerare che, comunque, in tutte le famiglie coinvolte in crack bancari, la disastrosa situazione economica che ne consegue costringe tanta gente a un’indigenza impensabile ed imprevista, dopo i sacrifici fatti per una vita; indigenza, che in molti casi sfocia in vera e propria miseria, causata esclusivamente da autentici delinquenti, protetti come sempre da politici irresponsabili. Un classico omicidio di stato quello che ha portato al suicidio il povero Luigi. L’omicidio di stato non è solo quello che in epoche meno civili , in quanto a diritti, spingevano individui prepotenti ad ammazzare con pugnali o veleno. Tale omicidio, oggi, si realizza semplicemente azzerando le sostanze vitali di un ignaro cittadino. E in casi estremi, per salvarsi da fallimenti certi, molti istituti di credito emulando l’araba fenice, sono sorti a nuova vita da quelle stesse ceneri di carta straccia in cui avevano ridotto i risparmi del povero cittadino. Spariti così Credito Italiano, Banco di Roma, Cariplo, San Paolo, Cassa di Risparmio di Puglia, sono apparse Chebanca, Unicredit, Ubi banca, Banca Intesa, Carime, giusto per farne degli esempi. Voi politici, per ogni scandalo che vi scappa dalle mani danneggiando il Popolo, siete sempre pronti a trincerarvi, cinicamente, dietro gli evanescenti paraventi della strumentalizzazione, del populismo e della effimera maggioranza posseduta in parlamento, proprio come ha fatto la simpatica, la bella, l’attraente ministra Boschi. Così affascinante da essere sprecata e quindi inutile nel ruolo politico. Con la sua conturbante bellezza avrebbe raggiunto fama internazionale, alla stregua della celebrata Cleopatra VII, e traguardi economici molto più cospicui che raccattare “miseri” spiccioli in ambito politico e “miserande” mance da attività usuraie come le bancarie. Avrebbe condotto vita da regina con ricchezze proprie, invece che una vita a “servire” i cittadini e dipendere, con tutta la sua famiglia, dai loro sudati salari. E soprattutto senza trincerarsi dietro l’ormai lisa e maleodorante “pezza” della “maggioranza in parlamento”, con cui tanti reati si cerca di coprire inutilmente. A tanto si è arrivati nel nostro maltrattato paese. All’immorale convinzione che una maggioranza possa cancellare reati gravi come il furto, la truffa, la corruzione e quant’altro di losco accade in sedi istituzionali, in cui a ben altri supremi intenti si dovrebbe mirare. Siamo al punto che i furti si depennano con la “maggioranza in parlamento”; che i ladri siano assolti con la “maggioranza in parlamento”, peggio del camorrista all’interno della propria cosca. Certo, servirsi di una delle perle della democrazia, che fa dell’espressione di maggioranza il perno principale su cui reggersi, al solo scopo di rimescolarla nel pastone per porci con cui nutrire la pubblica opinione, è quanto di più vomitevole esseri spregevoli possano concepire. Ma la gente intelligente quel pastone non lo accetta mica. D’altronde, non ci si può aspettare altro da uno stato che, per risolvere la crisi, istiga la gente a puntare tutto su giochi immorali; sui grattaevinci, sulle schedine e sulle scommesse clandestine. Logico, poi, che le banche diventino veri e propri casinò, se non addirittura bische di stato, in cui gli sprovveduti risparmiatori, mal consigliati, si giocano la vita. A questo punto, inoltre, visto che depositare in banca i risparmi non dà più frutti ma solo costi, e dopo aver chiesto a tutti voi cittadini se siete disposti a chiuderle per sempre queste bische clandestine legalizzate, l’unico consiglio è “Ritirate tutti i risparmi affidati alla banche e tornate ai vecchi sistemi del “materasso” e del “mattone”; tenetevi i risparmi in casa. E’ proprio quello che già fanno molti grandi evasori e grossi calibri della malavita. Dove pensate che questi fior fiore di delinquenti nascondano il malefico frutto delle loro sporche attività? Nelle banche? E mica sono scemi! Ma voi, in fin dei conti, lasciate che a servirsi delle bische di stato siano solo i più ricchi, che possono permettersi di scannarsi a vicenda. Alla stregua delle banche, l’altra grande truffa di stato sono le assicurazioni auto, di cui esternerò in altro tema. Guarda caso in entrambe sono tanti i politici che detengono grosse quantità di azioni. Che i cittadini vengano, come accade di continuo, abbandonati a se stessi, senza che il parlamento ne tuteli i diritti, è la logica conseguenza dell’abnorme conflitto di interessi creatosi nelle attuali e inelette classi politiche, sostenute dai loro degni complici, sempre nascosti dietro le quinte a tramare e muovere i fili dei burattini che si esibiscono in quello stesso parlamento. Al pari della storica dinastia dei Pipinidi (Pipino III esautorò i re Fannulloni con furbesche blandizie), questa classe politica, usurpando il potere della sovranità che la nostra costituzione sancisce, da maggiordomi o maestri di Palazzo, si sono autoproclamati regnanti, invece che rappresentanti, o come ne prevede il ruolo, servitori del Popolo, rimestando di proposito e continuamente l’apparato legislativo, proprio per renderlo incomprensibile e del tutto assoggettato al suo personale tornaconto. E per meglio distoglierne l’attenzione dei cittadini, si serve della droga di stato, ammansendoli con sport, televisione ed amenità simili. Non ne caveremo mai nulla in nostro favore se non ci si libera dai predetti narcotici; solo così si potrà ribaltare energicamente e per sempre il corso della storia modernissima, perché la moderna è superata da un bel pezzo. In alto ci si deve ormai rassegnare che la storia oggi viene fatta dalle classi lavorative a reddito fisso, che tanto hanno patito la secolare prepotenza di chi è ricco senza meriti. E per fare più in fretta, la prima conquista da realizzare è quella della moneta magnetica nominativa che, in un colpo spazzerà via evasori, delinquenza associata, politici corrotti, piccola delinquenza, permettendo a tutti di conseguire quella naturale felicità che la nostra costituzione non prevede, ma che spetta ad ogni cittadino per il solo fatto di venire al mondo. Perché solo senza i delinquenti si può essere felici, per i molteplici e ovvi risvolti positivi, finanziari, civili e sociali che ne conseguiranno. Verranno poi da soli altri vitali diritti, quali alimentazione, abitazione, lavoro, libertà, ambiente sano, assistenza sanitaria, denaro quotidiano; insomma, parità globale in ogni umana caratteristica psicofisica. Tutto questo è realizzabile se ogni cittadino non spreca, come sino ad oggi è stato fatto, la moneta più preziosa che si ritrova totalmente gratuita nelle mani, il proprio voto. Adoperiamolo con intelligenza e parsimonia, anche se non ci è costato la minima fatica. E’ con esso che potremo fare le leggi che vanno bene per tutti. Ad esempio, porre il limite di elezione a due soli mandati in ogni ambito territoriale, comunale, regionale, nazionale. Dal parlamento mai uscirà una tale legge; e allora che si fa? Sin dalla prossima tornata elettorale non bisogna votare i soliti nomi che bivaccano da una vita nelle sedi istituzionali, o su nomi indegni di essere catalogati quali esseri civili ed umani. Cancellateli dalla mente e proviamo con gente nuova. Utilizziamo l’unica arma decisionale di cui siamo in possesso, il referendum; firmate tutti per liberarci del vecchiume. Ci propinano liste preconfezionate, rubandoci il diritto di scegliere liberamente, volendo, anche un nostro vicino che sappiamo essere onesto, capace e che rappresenti realmente gli interessi del Popolo. Rifiutatevi di votare liste “ciambotto” preparate dai soliti partiti screditati, anche se cambiano di continuo sigle, loghi ed esaltati capi_cosca che, non più d’una decina, da sempre burattini sulle mani dei pupari dell’alta finanza internazionale, comandano a bacchetta gli altri 935 pupi e marionette del parlamento in modo da alzare o chinare la testa per il no o per il sì. Ricordarsi della estesa schiera di questi perfetti sconosciuti privi di qualsiasi iniziativa propria, scemi prima e ricchi a fine mandato, è arduo. Ve ne ricordate qualche nome? Io, dopo lunghi ed enormi sforzi mentali, non sono riuscito a trovarne uno.  Perciò, non buttate agli stenterelli il vostro voto. Valorizzatelo al massimo, più della stessa moneta che vi sudate quotidianamente. E un’altra cosa importante, che la smettiate di trattare le ideologie alla stregua delle malridotte bandiere calcistiche. Sì, certo; tutta colpa di un individuo che ha stoltamente creduto di mutuare tutto l’ambiente calcistico per trasfonderlo in ambito parlamentare, facendoci sorbire, ultras mentecatti, mercato del voto, panchinari inutili, arbitri venduti se non cornuti, assi drogati se non autentici bidoni, vessilli senza storia. Non dal tifo malarico dobbiamo farci contagiare, ma farci guidare dalla perfetta sanità mentale nelle scelte politiche che decidono della nostra vita. Se poi qualcuno in alto non è d’accordo, ce lo dicesse! Ci adegueremo ai loro costumi, emulandoli e superandoli in ruberie nel loro stesso teatrino del frega frega, allargato a tutto il paese; non è poi così difficile se hanno potuto farlo loro. E senza più scomodare adunate antistoriche in quella casa chiusa che voi giovani chiamate la “Leopolda”. Noi cattivissimi maschietti meno giovani la chiamavamo diversamente, secondo il proprio ambito territoriale e dialettale …

Edito  a  Bari il 22.12.2015


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