lunedì 24 settembre 2007

ITALIANI DUE

Italiani, avrebbe detto il Mazzini, predicando l’unità dell’Italia volevo che si realizzasse alla base, fra la gente comune, tale unità. Invece, sostituendosi in tutto all’antica corte aristocratica senza averne titolo, l’oligarchia perdente, composta da gente furba, intuito che l’unità dei popoli era inevitabile, cosa ti ha inventato? La frammentazione dei cittadini in bianchi, rossi, neri, utilizzando tutto l’iride ed i suoi sottotoni, per annullare di fatto la loro unione alla base e accecarli con ideologie utili soltanto a neutralizzare la reale suddivisione orizzontale di uno stato: i governi di là e il popolo di qua della immaginaria linea di confine che separa le due categorie. Se i governanti sono capaci di vivere con i cittadini i loro problemi risolvendoli, tale linea diviene tanto sottile da svanire; ma un governo incapace, proteso soltanto a difendere con ogni mezzo i personali interessi e privilegi, trasforma la linea di demarcazione in un vero e proprio baratro, attraverso cui il comunicare diventa impossibile, istigando così la gente all’inosservanza delle regole sociali. Ed è proprio tanto il divario oggi fra politicanti e cittadini da rendere impossibile ogni dialogo. Fine raggiunto volutamente dai politici proprio per riuscire con facilità ad ottenere lo smembramento alla base degli intenti comuni dei cittadini, distratti dai propri litigi, sino a non accorgersi che, al contrario, la classe politica, schierata nella fittizia divisione di centro, sinistra e destra, diveniva sempre più granitica e arrogante nel perseguire gli interessi collettivi di categoria privilegiata e non contemplata da nessun articolo della costituzione; in pratica, sostituendosi a quella esecrata nobiltà, che tanti lutti ha cagionato al popolo, per perpetuarsi nel danneggiarlo sempre più. La situazione attuale dell’Italia la si può paragonare a quell’edificio virtuale nel quale al piano attico è sistemata la corte politica, che non riesce a vedere ciò che accade sotto per i magnifici giardini pensili che circondano il loro superdotato appartamento; ai piani intermedi vi è la classe produttrice che sopporta tutto il peso del piano superiore; e proprio nel piano interrato, dove dovrebbero esserci strutture di fondazione tanto robuste da sostenere tutto il peso dell’edificio, chi ti ha sistemato il corrotto progettista? La corte dei Miracoli. Ed è soltanto per puro miracolo che l’edificio Italia, sfidando ogni legge di statica, è ancora in piedi. Per evitare che tale stato di cose giunga al limite di rottura, è urgente eliminare alla radice tutti i mali che impediscono al Paese di crescere sano e vigoroso, cominciando da quelli più gravosi. La protervia dei politici è arrivata a un punto tale di cinismo da non riuscire più a capire le reali difficoltà dei cittadini. Sono di questi giorni le allucinanti dichiarazioni dei loro maggiori esponenti che, facendo i tonti nel girare in tondo alle nostre precise richieste, assumono il classico atteggiamento di quei bambini gelosi dei propri balocchi, eludendo risposte sui loro immorali stipendi, disgustosi privilegi e sprechi di ogni natura. “Le tasse non aumenteranno l’anno prossimo”, sono le loro scriteriate dichiarazioni in risposta ai nostri precisi obiettivi, cioè giochiamo con i vostri soldi purché non si sfiorino i nostri. Sono i sordi peggiori perchè non vogliono intendere. E noi li prenderemo a megafonate, strillando sempre più forte nelle loro ottuse orecchie: “Cari politici, allora non la volete proprio capire. Non sono le tasse che ci preoccupano, anzi, noi vogliamo pagarle, ed è giusto che si paghino, ma non certo per riempire inutilmente le vostre tasche sempre più sfondate. Ciò che non possiamo più sopportare sono i vostri stratosferici emolumenti, i vostri ingiusti privilegi, soprattutto i vostri voluttuosi sperperi di pubblico denaro per gingilli effimeri, per protettori e prostitute di stato, sottraendo somme sostanziose ai più vitali bisogni del popolo; sono proprio queste vostre insopportabili spese pazze che dovete tagliare drasticamente. Finitela, perciò, di fare i finti tonti. S’è versato sangue di popolo per eliminare servitù della gleba, schiavitù e simili storture dell’uomo sull’uomo, ed ecco che un manipolo di anacronistici parlamentari ci scaraventa nuovamente in pieno feudalesimo. Quindi, se non volete che la situazione arrivi al punto estremo, ascoltate la voce del popolo, vostro solo datore di lavoro: ficcatevi bene in testa che nessun dipendente, nessun servitore dello stato, può e deve stabilirsi lo stipendio da sé, perchè è l'azione più illegale che si possa compiere contro la sovranità popolare. Siete gli unici a farlo da decenni, senza che vi si opponga nessun organo per le trattative, al contrario di ciò che avviene per tutti gli altri lavoratori italiani. Quindi, il popolo stabilisca, con tutta la fermezza che deve scaturire dai numeri in un regime democratico, cosa si può fare per tagliare in primis spese e privilegi di questi novelli feudatari. Un programma serio, che possa imbrigliare con una formula sempre valida ingiustizie, prepotenze e prevaricazioni di medievale memoria dei pochi sulla stragrande maggioranza dei cittadini, non può prescindere dall’attuazione di regole basilari per un vivere sociale sempre più civile che di volta in volta saranno pubblicate con succinti commenti. La definizione più appropriata di tale programma non può che essere “PROGETTO DI UOMO DEL TERZO MILLENNIO”. Programma che, se ben recepito, oltre che per l’Italia, diverrebbe sistema per tutti i popoli; le singole norme di attuazione saranno dettate nei prossimi proclami.
Italiani, avrebbe detto il Mazzini, svegliatevi e date avvio al Neorisorgimento. (continua)

redatto a bari il 24.9.2007

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