sabato 15 settembre 2007

FALSO PACIFISMO

Quale presidente dell’Associazione Cittadini d’Europa “Cristianesimo e Costituzioni”, in armonia con le mie competenze sociali, informo che il nostro gruppo, per statuto e per disposizione naturale di ogni singolo iscritto, è contrario ad ogni tipo di guerra, persino a quella con le palle di neve. L’assemblea tenutasi qualche giorno fa si è dichiarata pacifista ad oltranza, ma non all’unanimità. Un numero piccolissimo di sette soci, fra i quali mi sono schierato anch’io sin dall’inizio, diventando poi undici al termine della discussione, ha ritenuto controproducente il pacifismo alla cieca, soprattutto nei casi estremi. Quando il nostro interlocutore, sordo di udito e tosto di comprendonio, è un dittatore dichiarato, uno sfrenato tiranno assetato di potere sino alla schizofrenia; un despota che nella sua mente distorta si crede superiore ad ogni essere umano, immune ad ogni principio morale, stupidamente immortale, diventa un dovere sacro dichiarargli guerra, anche per limitare il numero delle vittime che tentano di opporsi alla sua crudeltà. Come sta accadendo da qualche anno nel caso di Saddam Hussein. Per sostenere meglio questa tesi, ho dovuto esternare il cinismo più acuto con un drastico esempio. Avremmo oggi il Giappone ai primi posti fra le nazioni più progredite, se gli americani non avessero deciso di sganciare nel 1945 le due famigerate bombe? I nipponici hanno definitivamente messo da parte, salvo nei casi di puro folclore, ogni loro più atavico ideale bellicoso, dai samurai ai kamikaze, per divenire una nazione pacificamente civile e dedita solo al lavoro. Sì, c’è stata l’ennesima strage di innocenti, che tuttora inorridisce. Ma se la guerra non fosse finita così atrocemente, quante vittime ancora avrebbe mietuto; a quante altre atrocità avrebbe assistito inerme l’uomo pacifista. A volte è necessario stringere i denti, turarsi il naso, chiudere gli occhi se si vuole estirpare il male prima che sia inguaribile. L’ideale sarebbe di prenderli vivi i tipi come Saddam per processarli e rinchiuderli a meditare per sempre sulla loro caducità; ma diventa quasi impossibile, visto l’enorme apparato bellico di cui si circondano per proteggere la loro inutile vita. A sacrificare quella molto più utile degli altri, però, sono sempre pronti, pur di raggiungere i propri fini disumani; sino al punto di convincere con la falsità le menti più giovani, e o le più deboli, che colpire vilmente l’inerme suo simile, sacrificando la propria vita, dia gloria nell’altro mondo. Se ne sono tanto certi, perché questi emeriti fuorilegge non danno l’esempio col cominciare ad immolare la loro vita deleteria, facendosi saltare in pieno deserto. E no, non sono per niente eroici i nostri pavidi capi clan! Preferiscono imitare tanti loro predecessori, mandando uomini a inutili massacri per la loro vanagloria. Ma pagheranno le loro colpe come già pagano per l’eternità tutti i vari Alessandro, Cesare, Attila, Napoleone, Hitler, Mussolini, Stalin, Mao, re, imperatori, mafiosi e politici vari, i quali si sono arrogati il diritto di guidare i popoli con la violenza. La storia insegna che nessun sistema pacifista ha mai fermato quest’accozzaglia di assassini di masse, se non una violenza superiore alla loro. L’uomo pacifista deve convincersi una volta per tutte che prendere sempre e solo schiaffi senza mai reagire, istiga il violento per natura ad accrescere sempre più il suo istinto assassino, sino alla soluzione finale. Gli ebrei sono uomini pacifici per fede, per indole, per scelta di vita, ma dopo millenni di orribili persecuzioni hanno finalmente capito che devono almeno difendersi dai colpi nemici, se non vogliono estinguersi come popolo. Il pacifista che subisce soltanto diventa complice di tutte le scelleratezze commesse dai prepotenti. Certo, è sempre opportuno seguire la via della ragione, della diplomazia, ma se ogni tentativo risulta inutile, alla fine anche l’uomo non violento deve decidersi a mostrare i muscoli, se non altro per intimorire e far riflettere l’avversario che, se si è costretti, anche il più mite degli esseri è in grado di usare gli stessi suoi energici argomenti. E’ l’unica cosa che resta da fare, finchè l’uomo non riuscirà ad escogitare un sistema per rendere innocue le menti malate che, a cicli storici, tentano di sottomettere l’umanità. Limitare al minimo, per legge universale, la durata del potere di ogni capo di stato è la prima delle medicine da somministrare per tale guarigione. Al diavolo, sovranità dello stato, segreto di stato e fesserie varie, utili solo a mascherare i piani oscuri di quelle menti contorte. Al di sopra di tutto devono dominare i valori più alti che l’umanità dai suoi albori è riuscita a conquistarsi.

redatto a bari l’1.10.2002

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