giovedì 4 ottobre 2007

ARIA FETIDA

Anni fa gli amministratori pubblici della città di Bari, i politici della così detta “Bari bene”, dovendo installare due impianti di depurazione dei liquami di fogna, dove stabilirono di farlo? Nel quartiere Murattiano, il salotto della città? Non sia mai! A Poggiofranco, Carrassi o Libertà, le stanze rappresentative di Bari? Da escludere! Dove piazzarli, allora? Ma sì, ecco la soluzione! Se n’erano proprio dimenticati. Così decisero di ubicarli a Japigia e San Paolo, due quartieri della città già disgraziati per altri motivi. E’ pur vero che all’epoca i siti prescelti per i due depuratori erano in aperta campagna; ma il Piano Regolatore della città era sotto i loro occhi; ed era ben visibile che gli stessi siti nel giro di pochi anni sarebbero stati circondati da nuovi insediamenti residenziali. Non era necessaria molta lungimiranza per capire che un guasto qualsiasi agli impianti avrebbe causato l’ammorbamento dell’aria circostante. Ma che importanza poteva avere per quei signori per bene l’ulteriore degrado di due quartieri così popolari; tanto loro non vi mettevano mai piede, salvo ogni fine quinquennio per rastrellare voti; faceva niente se fetidi, lerci e rivoltanti, sempre voti utili a rimanere in sella erano. Comunque, quella che era una grigia previsione allora, è poi diventata la più nera delle realtà: invece che colpiti da guasti periodici, i due impianti si sono trasformati in un perenne focolaio di inquinamento ambientale, soprattutto nei giorni in cui lo scirocco a Japigia e il Levante al San Paolo soffiano costantemente verso le abitazioni. In quei giorni la gente che non vi abita gira al largo dai due quartieri; chi vi risiede, o è costretto a passarvi, istintivamente porta le dita al naso per evitare che il fetore insopportabile gli causi nausea, o addirittura malore in molti casi. A Japigia, inoltre, sono messi ancora peggio per le esalazioni nocive che un oleificio lì ubicato diffonde continuamente in tutto il quartiere. E’ proprio una bella cartolina anti-turismo per Bari presentare in tale stato i due quartieri che fungono da porta settentrionale e meridionale della Città; le porte da cui tutti sono costretti a passare per entrare e uscire dal Capoluogo pugliese. Quanti danni hanno provocato tali disfunzioni amministrative solo il Signore lo sa. Ma quello che noi mortali possiamo toccare con mano sono soltanto quelli economici che ogni cittadino ha dovuto sopportare sottoforma di svalutazione degli immobili, doppi infissi con vetro-camera, impianti di aria condizionata; inoltre, è da mettere nel conto anche lo stato di salute precaria dei cittadini per l’inappetenza all’ora dei pasti, la riluttanza a parlarsi d’amore, l’impossibilità di utilizzo degli spazi aperti necessario al ritemprarsi di corpo e anima. Evitiamo per pura decenza di parlare dei meno abbienti che, senza doppi infissi e condizionatori, rischiano ad ogni estate che lo stress da puzzo endemico li ammazzi, se già non sia avvenuto in qualche caso. I politici che hanno causato questo disastro ambientale meritano la gogna mediatica, oltre che risarcire tutti i danni provocati con il loro dissennato comportamento classista. E con loro anche quelli che si sono succeduti, per non aver posto rimedio al male sociale causato dai loro predecessori. Si era sperato nell’ultima giunta capeggiata da Emiliano che, di colore più popolare, avrebbe dovuto porre fine ad una situazione sociale tanto incivile, da paragonarsi alle tristemente famose baraccopoli con le fogne a cielo aperto di molte città da quarto mondo. Ma sino ad oggi le speranze sono andate deluse. C’è chi dice per mancanza di fondi, chi per incuria, chi per incompetenza, chi, anche a sinistra, per disprezzo di classe, chi per inadempienza; la cosa certa è che a nessuno interessa la sorte di certi quartieri. Ne terremo conto al prossimo rastrellamento di voti. Intanto ci preme rispondere alla mancanza di fondi. Se Emiliano non avesse speso tanti miliardi prima per l’abbattimento di Punta Perotti, e poi per l’impianto e la futura perenne manutenzione di un parco sterile per la vita produttiva della Città, ed avesse indirizzato tali risorse per eliminare i pestilenziali, cattivi olezzi che si effondono nei due malcapitati quartieri, già da mesi i cittadini, residenti e non, sarebbero finalmente tornati a vivere. Intanto, mandiamo a dire al sindaco Emiliano che gli restano ben due anni di tempo per rendere felici quei cittadini, prima che gli stessi, denunciando con la presente le citate disfunzioni, segnalino i responsabili delle inadempienze alle competenti autorità sanitarie per gravissime omissioni di atti d’ufficio e attentato aggravato e continuato alla salute pubblica.

redatto a bari il 4.10.2007

Nessun commento: