mercoledì 23 febbraio 2022

BARI PECULIARE

 MENO LAMENTI E PIÙ CONCRETEZZA

Pensavo che il ritorno della nostra Gazzetta, intanto mettesse in soffitta altre testate che ci succhiano soldi senza alcun ritorno finanziario, e in primis facesse accantonare quei cliché consunti dai secoli sulla incapacità congenita di noi baresi a realizzare, cliché a uso gratuito di quelle stesse testate nordiste e dei loro scodinzolanti parlamentari, che cercano proprio il pelo del calvo per dirottare finanziamenti sacrosanti a noi spettanti per diritto costituzionale, avvalendosi di quelle incapacità che noi stessi denunciamo fuori dalla famiglia per farci rigettare i panni sporchi in faccia. Panni che alla fine sempre noi dobbiamo lavare, spandendo pure denaro prezioso nelle ingrate contrade del nord per detersivi prodotti in quelle lande nebbiose, nebbiose non solo per causa naturale. Eppure di tasse a Roma ne convogliamo quanto le grandi regioni del nord. La loro intraprendenza innata i commercianti baresi l'hanno dimostrata e messa in pratica, realizzando questa magnifica città, manco vagheggiata dal français Murat, che si limitò "all'immane" sforzo di posare la prima pietra, prima di scapparsene nel contado calabrese a farsi fucilare. Fucilazione che meriterebbero pure molti disonorevoli che sgovernano l'Italia da trent'anni a 'sta parte. Denunciare mali con una lista chilometrica di disservizi, senza suggerire rimedi lo sanno fare tutti in possesso almeno di un paio d'occhi, capaci di vedere la situazione. E quando qualcuno si adopera nell'agire, per quel poco, con quel poco che in cinque anni si possa fare, ci sono immediati lai gufeschi di invidiosi e gelosi, che in tutti i modi cercano di bloccare ogni iniziativa che non sia partita dalle loro menti dormienti. Se Bari fosse rimasta immobile, sonnolenta, come si fa intendere con termini foschi, staremmo ancora fermi a quella Bari stratificata da un paio di millenni. Invece la nostra industriosità, il nostro forte spirito imprenditoriale s'è inventato i riempimenti costieri, lungo i quali opere stupende sono state realizzate. Senza quelle iniziative non avremmo ora uno dei più bei lungomari del mondo, dal Margherita ai giardini Gramsci. Quel lungomare effigiato da cent'anni in cartoline, foto, filmati e opuscoli turistici. Riempimento della costa tentato pure dalla buonanima del fattivo onorevole Antonio Di Giesi, che tentò di inserire negli anni 70, in quel che era la lottizzazione di Punta Perotti, la progettazione del porticciolo turistico proprio di fronte agli edifici ivi previsti. E riuscì nel 1980, dopo forti tensioni parlamentari, fomentate proprio da altri onorevoli, appunto gelosi e invidiosi per colore avverso, compreso alcuni disonorevoli baresi, a far passare sulla carta un finanziamento di tre miliardi per quella realizzazione mai più utilizzati. Ma l’ingordigia dei costruttori precluse quell’intervento, temendo un fermo dei propri cantieri per ulteriori perdite di tempo relative a lungaggini burocratiche. Finanziamento probabilmente involatosi al nord. Se invece tutti avessero appoggiato la lungimirante iniziativa dell’onorevole Di Giesi, non avrebbero, non avremmo passato tutti i guai futuri e non ancora conclusi. La realizzazione del porticciolo prevedeva un interramento del mare verso il largo di ben 600 metri fra strutture e infrastrutture, con buona pace della Galasso, e indubbio vantaggio in quanto al verde che sarebbe stato realizzato tutt’intorno agli edifici e allo stesso complesso nautico. Ho vissuto sulla mia pelle di professionista d’edilità la pagina più nera della storia barese d’espansione urbanistica, che non avrebbe comportato ulteriore spreco di suoli, sottraendo quelle aree al mare, come in passato era già stato fatto per la realizzazione appunto del lungomare più bello. Invece da ogni dove italico si riversarono sul lungomare Perotti personaggi politici in maschera che, nella loro foga carnascialesca di colpire imprenditori locali, imprenditori d’un certo colore politico, hanno invece colpito tutti noi cittadini baresi, abbattendo capitali privati ingenti, abbattimento materiale che alla fine si è trasformato in rivalsa sul pubblico denaro, cioè il nostro. Noi cittadini, e in questo caso mi riferisco a tutti gli italiani, ci comportiamo in politica come i peggiori sostenitori di scalmanate curve calcistiche, tifando ciecamente per il proprio colore, qualsiasi cosa, anche di buono, facciano gli avversari. Guardate l’attuale governo multicolore quanti grattacapi crea al povero Draghi, indubbiamente capace, ma a ogni provvedimento reso sterile dalle piccinate di individui abbastanza grandi invece, se occupano quello scranno in parlamento. E doveva essere un governo di solidarietà nazionale, vista la pandemia che da due anni ci blocca. Figurarsi in condizioni normali che caos avrebbero scatenato. Ma mettete, voi personaggi volgari, una volta per sempre le vostre bandiere sotto il banco parlamentare, e pensate a remigare tutti nella stessa direzione, se non volete continuare a stare nell'impasse del giro vizioso dell’incapacità personale e far naufragare il Paese. Dunque, meno critiche e più fatti, proprio come sta facendo il sindaco Antonio De Caro che, nei suoi anni d’amministratore, ha rivoluzionato la città, dandole quell’aspetto europeizzante odierno. Quel che non mi capacita è il comportamento di tanti miei concittadini. Spiegatemi il perché quando siete all’estero, o in nostre città del nord, pur per gettare la piccola carta che avvolge una caramella, vi fate tranquillamente e senza sbraitare qualche centinaio di metri sino al cestino dei rifiuti più vicino, e nella nostra Città invece… Un po’ di civismo in più vi farebbe cittadini degni anche della nostra Bari. Soprattutto applicate il principio del costo zero in ogni vostra spesa, anche in editoria, se volete che la ricchezza ci resti in casa…

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