sabato 30 gennaio 2016

Lettera a Tonino cinque

Bari, 25 ottobre 2014

Caro Tonino,
mercoledì scorso son venuto a trovarti, ma i secondini alla porta non mi hanno fatto entrare perché, secondo loro, non avevo prenotato; mi sono arrabbiato moltissimo, allora hanno fatto finta di vedere meglio e mi hanno detto che la prenotazione c’era stata ma per due giorni prima alle 11, cioè lunedì 20. Io invece, telefonino alla mano ho dimostrato di aver telefonato il giorno 16, una prima volta alle 10,20 al numero 0805010129 dove mi hanno invitato a chiamare lo 0805024003 che ho trovato a lungo occupato, quando hanno risposto alle ore 11,28 mi hanno riferito di telefonare allo 0805024155 e alle 11,33 ho finalmente parlato con gli addetti alle prenotazioni. Ho chiesto a chi mi ha risposto se potevo venire martedì alle 8,30 ma mi ha informato che la tua sezione non riceveva più il martedì ma il mercoledì; ed è stato lui stesso a consigliarmi il giorno 22 alle 8,30; per me andava bene perché sono stato con la bronchite ed il dottore mi aveva proibito di uscire sino a lunedì.

Quindi, mercoledì a quell’ora ho fatto la coda per entrare ricevendo il rifiuto che ti ho detto. Non ci ho visto più ed ho cominciato a prendermela con tutti gli addetti allo sportello; vista la loro ottusità, sono andato all’ingresso principale ed ho chiesto di direttore, vice, ispettrici e medici per poter esporre  le  mie  ragioni,  ma  il  piantone  mi  ha  detto  che a quell’ora non c’era ancora nessuno e che potevo fare un esposto scritto, ma è stata tanta l’agitazione che mi son sentito venir meno. A mala pena sono arrivato ai giardini della Chiesa Russa dove mi sono ripreso un po’ telefonando subito ad Alice per venire a prendermi. Aver fatto tanta fatica per nulla a causa di vere e proprie teste di legno, che abusano del loro ruolo, della loro divisa, di quel potere vuoto che da soli si creano perché fuori dal carcere sono delle vere nullità, mi ha proprio fatto perdere la lucidità; da Torre a Mare avevo preso due pullman per venire da te, ero quindi già stanco, oltre al fatto di essere debilitato per la malattia, glielo anche riferito a quegli esseri disumani, ma non è servito proprio a nulla per svegliare la loro sensibilità, forse perché ne sono privi, abituati a trattare anche chi non è detenuto come i peggiori detenuti che tengono loro compagnia ogni giorno, sino a diventare la loro unica compagnia per tutta la vita. Quindi, appena tornato a casa, dopo essermi rimesso a letto, ho riacquistato quel tanto di lucidità per prendere una decisione. Consigliato anche dall’avvocato De Palma che ho sentito in serata, ancora oggi non so se scrivere a giornali e autorità competenti, come avevo pensato in un primo momento, per portare a conoscenza tutti gli abusi e soprusi di cui sono bersaglio i liberi cittadini quando capitano nelle loro grinfie; oppure evitare per non crearti problemi, perché vi sono tipi tanto vili che, non potendosela prendere col più forte si vendicherebbero su di te. Non appena mi riprendo verrò a trovarti. Ciao Tonino, un abbraccio fortissimo da tuo fratello Vito.

Edito a Bari il 25.10.2014

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