lunedì 31 dicembre 2007

PROFESSOR IORIO

Purtroppo per me, sono uno dei tanti che non ha avuto mai il piacere di conoscere direttamente il professor Iorio perché, impegnato col mio lavoro, rimandavo sempre ad altra occasione. L’esiguità di tempo da dedicare ad attività culturali mi ha impedito persino di inviargli, tramite la sua rubrica, questa lettera da mesi tenuta nel cassetto:

“Caro provessor Iorio, ti leggo sulla Gazzetta da tanto di quel tempo che mi viene spontaneo darti con profondo affetto del “tu”; non ci siamo mai visti, ma i tuoi scritti mi fanno credere di “conoscerti” così bene da sembrare uno dei provessori delle mie scuole di cinquant’anni fa. La vita mi ha insegnato che con gli anni si scordano le cose, perciò bisogna sempre imparare, e tu mi dai questa possibilità. Ti sei accorto che il mio pensiero non è proprio raffinato e la mia penna è grezza; proprio per questo io vedo nei tuoi insegnamenti una fonte pura da cui nutrire lo spirito, e non solo; sto pure rinforzandomi i muscoli con tutta la ginnastica che faccio per stare dietro alla tua “profondità d’intelletto”, ai tuoi molti “neologismi”; infatti per capirti meglio sollevo, trasporto, sposto, sfoglio tanti di quei grossi volumi da farmi dolere braccia e gambe: tu che conosci sette lingue, sei la palestra giusta per irrobustire pensiero e corpo di tanti capatosta. Se mi sono sforzato a scrivere è per dirti: “Non zi dann adenza all crtcand”, ai quali il tuo sapere dà fastidio; è l’invidia che ‘ngi juschk a qualche vann a chidd ciucc prsmus. Sapessi nella vita quanti sbutti si è costretti a subire dagli asini raglianti, anche se tu, con la sola penna, li hai punti tutti. In compenso ci sono tanti alunni di buona volontà che hanno bisogno di te. Io, ad esempio, che so a malapena una lingua, dopo avere imparato le tue sette, ne saprò per otto.”

Pregustavo di già la sua pepata risposta, se avesse avuto voglia di darmela; ma non lo saprò mai, almeno ora. Dovrò aspettare non so quanto ma, da profondo credente, sono certo che me la darà quando ci rivedremo nel posto bellissimo in cui sta ora insegnando ai sapienti.

redatto a bari il 26.2.2007

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