martedì 9 maggio 2017

MORIRE PER MORIRE MEGLIO VERSO L'ALTO CHE IN UN ABISSO MARINO

Nel pomeriggio mi son goduto per l'ennesima volta su una tv privata il film LE QUATTRO GIORNATE DI NAPOLI ... Nel '43-‘45, pur di liberare la propria patria, pur di scacciare il tedesco invasore, il nostro popolo non è fuggito in mare, dove d'altronde fra le due ti capita la morte peggiore, e ben che ti vada finisci in un lager ... Anche i nostri bambini hanno combattuto per la Libertà contro il nemico oppressore ... Dovrebbero vederlo in molti quel film per imparare molto sul modo di estromettere dittatori e sulle migrazioni in generale ... C'è migrante e migrante ... Noi italiani siamo andati a lavorare dove ci richiedevano manodopera, non siamo andati ad affossare popoli in profonda crisi finanziaria, col risultato di far del male anche a se stessi finendo, come detto, in un campo di concentramento moderno, quello che in realtà sono i famigerati campi d'accoglienza, utili solo a chi si sta arricchendo su quei poveri cristi, e le prove sono nelle migliaia di faldoni che ogni giorno riempiono le aule dei Tribunali ... Ancora oggi l'italiano emigra, ma chi e dove. Vengono accolti i cervelli migliori e in paesi che li richiedono. La feccia non la vuole nessuno, e in Italia proprio e solo quella stiamo raccogliendo ... E per concludere, a noi italiani è proprio la "Pietas" quella che ci frega, l'abbiamo radicata nel nostro DNA da oltre duemila anni, da quando quel certo Signore ci disse che così deve operare il Buon Cristiano nei confronti dei deboli, ma non si pensava di favorire in tal modo anche i delinquenti nostrani e d'importazione ...


Edito a Bari il 9.5.2017

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