giovedì 4 maggio 2017

DOSSIER REGENI


Comprensibilissimo il dolore di due genitori che hanno perso un figlio, e come padre lo condivido pienamente. Ma quanti ragazzi italiani hanno perso la vita all’estero in maniera ancora più bestiale, e i loro genitori, non solo non hanno mai avuto giustizia, ma non sono riusciti mai più a riavere nemmeno le spoglie dei loro cari. Le istituzioni politiche in quei casi più di tanto non hanno potuto o saputo fare. Perché, dunque, nel caso Regeni, oltre a dare uno spazio al di là di ogni previsione ai genitori affranti, con un battage fuori dell’ordinario, fatto di diuturne interviste in televisione e su tanti quotidiani, si permette a dei privati di utilizzare una rete pubblica come Rai 3, e in prima serata per giunta (quanto sarebbe costato a noi, pur se utenti, un servizio del genere?),  per risolvere il caso, anche se molto penoso, di uno sfortunato ragazzo. Chiediamo anche noi che la Giustizia trionfi in ogni caso e con gli stessi mezzi per tutti. Non sembra la vicenda di un normale ragazzo fuori di casa per motivi di studio. Chi potrebbe avere interesse ad ammazzare uno studente. E’ lecito il chiedersi spontaneo a questo punto che ruolo avesse questo ragazzo, se ne avesse, nelle pubbliche istituzioni? Quanto ricchi possano essere i suoi per smuovere una tale mastodontica organizzazione, anche estera, nella ricerca della Verità, a noi interessa poco. Avremmo fatto altrettanto per un nostro figlio, andando anche oltre le nostre possibilità finanziarie; ma in questo caso a scapito degli altri comuni cittadini, che sempre nello scontro con i potenti non contano mai nulla. In quanto a Iacona, che da tempo considero un nostro baluardo contro i potenti, mi dispiace ma in questo caso ha fortemente toppato, scegliendo di prendere le difese dei potenti e deludendo profondamente noi altri. Nei citati casi di gente comune scomparsa non s’è mai fatto ricorso ad un mezzo d’informazione pagato da tutti i contribuenti per risolvere reati in cui le normali forze dell’ordine stanno profondendo di già tutto il loro impegno nella ricerca della soluzione, proprio come in passato l’hanno profuso per persone meno note e senza alcun appoggio là dove si puote. Siamo forse nuovamente nella stessa situazione di due precedenti analoghi, Giuliani (che addirittura i genitori chiedevano di intitolare al proprio figlio morto una strada di Roma) e Cucchi, i cui parenti hanno avuto oltre ogni spazio giornalistico, sia televisivo che cartaceo?

Edito a Bari il 29.8.2016

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