martedì 10 gennaio 2017

LO STATO DEL CALCIO

Agli inizi dell’Europeo di Francia si è avuta netta l’impressione di un Calcio regressivo, con tante squadrette volenterose a tirare avanti alla bell’e meglio; in tale situazione è stato facile prevedere che, nell’evidente appiattimento dei valori, la nostra Italia avrebbe fatto la sua bella figura. E’ un dato storico che nei grandi avvenimenti, quando c’è da tirar fuori l’anima, l’italiano è sempre imbattibile; trionfa lo spirito del Fabrizio Quattrocchi “Adesso vi faccio vedere come muore un Italiano!” Nessuno può far paura a un Italiano. Questa volta ci ha traditi soltanto lo Stellone italico, che spesso in passato ci ha favoriti; e un po’ di guasconeria che non è nella nostra indole. Vero Pellè? Vero Zaza? Prima il pallone in rete e poi tutti gli sfottò che vi prudono. Altra previsione azzeccata la vittoria sulla Spagna; è un dato statistico, ogni serie di avvenimenti, positivi o negativi, è prossima a spezzarsi quanto più si allunga. Altro importantissimo dato, la scomparsa dei fuoriclasse che con un tocco, una finta, saltando l’avversario, spalancavano le porte illuminandole di gol, col rendere il calcio il gioco più bello del mondo. In sintesi questi Europei appena conclusi, messi in pensione come si è detto i veri assi, hanno evidenziato il trionfo di squadre e giocatori di secondo piano, forti atleticamente e nient’altro; che nel Calcio nessuno può vincere sempre; che senza campioni autentici il Calcio muore.
Analizzando ogni singolo elemento partendo dalle cosiddette outsiders, l’avvisaglia del team inglese Leicester avrebbe dovuto facilmente far intuire che agli Europei francesi ogni squadra partecipante avrebbe colto l’occasione per mettersi in mostra, al di là dei propri limiti tecnici. Infatti le esplosioni di Islanda, Galles, Croazia e Portogallo hanno riempito di gioia piazze calcistiche affamate di trionfi. E’ un dato che i dirigenti del Calcio mondiale dovrebbero prendere in seria considerazione, e non favorire spudoratamente le società più ricche per ottenerne loschi vantaggi. Smettetela con le manipolazioni fraudolente, se non volete veder morire questo sport straordinario. Prendete il caso della serie A italiana, proprio voi dirigenti sportivi. E’ dal 1991/92 (escluse le vittorie delle due romane a cavallo di fine ed inizio secolo) che per ben 25 anni lo scudetto ha viaggiato esclusivamente da Milano a Torino. Che noia vomitevole! Ma vi sembra una cosa seria? Manco il calcio cipriota degli anni ’50. In un’epoca in cui i valori sono così appiattiti da produrre differenze minime tra una squadra e l’altra. Pensate che il pubblico serio non si sia accorto che fra sostanze vietate, scommesse e cifre spropositate anche per un capo di stato, avete superato il massimo limite della decenza. Che noia mortale il Calcio italiano, altro che campionato più bello del mondo; slogan utile soltanto ai saltimbanchi televisivi per vendere partire; ai presidenti delle società più ricche per incentivare le attività personali; ed ai presidenti delle più povere che comprando e vendendo giocatori, falsificando bilanci, s’arricchiscono anche loro. Con tale andazzo, chiaro che il calcio attuale è seguito in primis da gente che specula, e della peggior specie (vediamo a che portano le indagini sul “suicidio” dell’ultras juventino); poi da esagitati supporters delle curve che, scopri scopri, pure loro un evidente interesse venale ce l’hanno. Noi, puri amanti del Calcio, i soli a rimetterci; meno male che ci restano i tornei cittadini, dove Calcio vero se ne può ancora vedere.
E passiamo al dato delle serie che si spezzano. La riprova si è avuta con la Spagna, dopo sei anni in cui ha vinto tutto, battuta prima dalla Croazia e poi dall’Italia; la stessa Italia battuta dopo anni dalla Germania, che macchia il fresco titolo mondiale facendosi eliminare dalla Francia che non vi riusciva da tempo immemore. E, sposini sulla torta, il Portogallo, che mai nulla aveva vinto, trionfa contro i padroni di casa della Francia, favoritissimi e sbeffeggiati davanti ai propri sostenitori. Quello stesso Portogallo che, dopo tre miseri pareggi, esce dall’inferno dei gironi come terza ripescata. E’ proprio un Calcio minore quello che ha vinto in Francia, se ancora vi fosse bisogno d’una conferma. Il mio parere per una fase finale senza favoritismi è quello di giocarla in campo neutro.
Giudichiamo ora i presunti assi attuali. Se si pensa che fra i più acclamati vi sono due giocatori mediocri (per me che ne ho visti tanti) come Ronaldetto (per distinguerlo dal vero Ronaldo asso puro) e Pogba, si ha l’esatta idea di quel che oggi è il livello tecnico del calcio. Alle sviolinate per mancato pallone del primo, si contrappongono le furiose galoppate dell’altro, del tutto simili a quei cavalli poderosi che da ragazzini, in un campo di calcio, chiamavamo i “cavalli della Birra Peroni”. Di solito noi li utilizzavamo, giocatori simili non i cavalli, quando c’era da spianare un nuovo campo di periferia. Con le loro sfrenate corse portando il pallone in avanti, aravano le dure zolle di quei terreni abbandonati dai contadini, sradicavano vecchi ceppi rinsecchiti, spiantavano spuntoni di roccia dalle profondità, rendendo livellato in un paio di settimane tutto il fondo di quel campo. L’unica attenzione che noi dovevamo fare, quella di salvare le gambe al loro passaggio, o con una finta evitarli, per poi vederli ruzzolare da soli con un vantaggio migliore per livellare il campo. A parte i colpi di testa che i due, ingiustamente osannati assi dell’Europeo, sanno assestare al pallone con la loro stazza corazziera, Ronaldetto almeno quel gol col tacco è riuscito a farlo, senza però giustificare gli spropositati cento milioni con cui è stato sopravvalutato oltre ogni limite. Lo stesso colpo di tacco che in Germania Italia è stato tentato e ciccato da Gomez (che in una partita gioca più palle del supervalutato portoghese), permettendo a Buffon la più facile delle deviazioni in angolo. A proposito del tanto esaltato portiere “più bravo del mondo” soltanto per gli italici scribacchini, ma vi siete resi conto che si sta parlando di un atleta prossimo ai quaranta; se il futuro del nostro calcio è questo, allora sì che ci aspettano tempi cupi. Confesso di essere di parte; nulla da eccepire per l’atleta, ma l’uomo Buffon mi ha molto deluso, e non certo per fatti personali che sono soltanto suoi, ma per alcune dichiarazioni poi smentite dai filmati di partite per le quali si era espresso, e per aver sperperato in scommesse una cifra spropositata (da sue stesse ammissioni in una indagine calcistica); è pur vero che i soldi sono suoi (ma anche dei suoi figli), sprecare però una somma tanto ingente per una attività in cui vince sempre il banco, è da stupidi. Ritornando al calcio, il Buffon reattivo di qualche anno fa avrebbe parato almeno tre dei rigori che hanno infilzato lui e noi tifosi tutti; e quella deviazione su Gomez l’avrebbe certamente trasformata in una semplice presa con le mani. Vero che i rigori non sono mai stati la sua specialità (quante gare ha perso dagli 11 metri) ma, a parte la parata su passaggio indietro al “proprio portiere” di Muller, gli errori sul palo o fuori di altri due tedeschi, ed essersi spiazzato sul quarto rigore, Buffon ha intuito gli altri cinque facendosi però bucare sempre senza beccarne una. In quattro rigori è riuscito solo a sfiorare la palla con le mani tese (due volte tuffandosi a destra e due a sinistra), colpa evidente del ridotto scatto di reni per cause anagrafiche. Il quinto che avrebbe salvato capra e cavoli, se l’è fatto passare sotto la pancia, quando sarebbe bastato rimanere in piedi e respingerlo con i medesimi. Ecco perché rimpiangiamo, noi che abbiamo avuto la fortuna di vederli giocare, autentici fuoriclasse come Pelè, Sivori, Grillo, Garrincha, Ghiggia, Rivera, il primo Maradona, Messi e simili, i pochi in grado di saltare l’avversario, i soli che, seminandoli, venivano fuori come allegri folletti da nugoli di difensori per andare a rete o far segnare il compagno. Oggi solo forza fisica e tiracci a indovinare …
Una nota di folklore voglio infine dedicarla agli “esperti” del calcio che la Rai ha dispiegato in tutto l’arco del torneo, completando l’opera buffa con quello show per tiratardi già di per sé rintronati dal sonno; uno spettacolo caciarone presentato dal miglior caciaro che la Ciociaria abbia prodotto (anche se originario di Roma). Io sempre gioisco quando un “Aristotele” qualsiasi viene smentito sul sistema solare. Gli Europei di Calcio, se non altro, mi hanno molto divertito per gli interventi improvvisati di falsi maestri del calcio. Smentiti tutti i filosofi del Calcio. Smentiti i telecronisti, che non hanno ancora capito di non essere dei Carosio; forse nessuno vi ha detto che il vostro compito è quello di effettuare una telecronaca con pochissime e utili parole, senza scimmiottare gli urlatori sudamericani; le radiocronache del “calcio minuto per minuto” sono ormai superate. Parlate, dunque, il meno possibile, perché mentre vi preparate a raccontare ad esempio un gol, i telespettatori (non radioascoltatori) l’hanno già visto e memorizzato; sappiate che il telespettatore per un principio di fisica elementare ha già visto quello che voi tentate di raccontare; la luce è più veloce del suono. Se poi tutti i telespettatori fanno come me, eliminando totalmente l’audio, diventate del tutto inutili, voi, gli ambulanti di Sky e quelli di Premium, che ci raccontate sempre la falsa favoletta della “partita più bella” solo sulla propria rete. I vecchi telecronisti erano in parte sopportabili; per aggravare la situazione che ti fa la Rai, mettendosi in diretta concorrenza con le reti minori? Ti raddoppia il ruolo affiancando all’inutile telecronista un presunto tecnico, disoccupato da tempo, che non capisce nulla di calcio, altrimenti starebbe su un campo di gioco invece che in una stretta cabina giornalistica da stadio. Deprimente l’accoppiata Rimedio-Zenga; un allenatore che con i suoi strafalcioni tecnici ha fatto capire a tutti il perché dei suoi tanti incarichi interrotti; sarà pure stato un sufficiente portiere, ma lasciasse stare i commenti tecnici. E poi quel Rimedio; ma è quel Rimedio rimediato (non sono riuscito a trovare altro vocabolo) dall’ippica? Sarebbe la prima volta che sia stato accolto l’insulto inverso “Ma datti al calcio!!!” … Un solo rammarico; essersi fatti sfuggire, dopo i tanti cervelli della scienza, anche l’unico calcistico; l’Antonio Conte. Da Pugliese a Pugliese, grazie Antonio; con quel materiale cianfrusato dagli scarti di squadrette italiane hai reso campioni chi non lo era; sei l’unico che negli ultimi anni si sia fatto onore in Europa … Ritorna a renderci felici, evitando che il Vero Calcio svanisca come una bolla di sapone … Ritorna …


Edito a Bari il 12.7.2016

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