venerdì 10 maggio 2013

MORTE DI UN GRANDE LAVORATORE

Sono queste le vite di cui un Popolo mai si priverebbe. Ottavio Missoni è stato un Grande che di riflesso ha illuminato per un secolo il nostro Paese e noi italiani. E’ di questi uomini d'altissimo livello morale che ogni Popolo ha bisogno. Uomini onesti che, nonostante le remore, le panie, gli innumerevoli ostacoli che un Branco di inetti va disseminando lungo la loro strada, si rimboccano le maniche, non solo per il proprio benessere, ma soprattutto per quello dei loro compagni di fatiche; e soltanto con il semplice sudore della fronte creano posti di lavoro, producono ricchezza, trainano un Popolo verso libertà e uguaglianza, in una parola verso la civiltà. I familiari, gli amici, i collaboratori, quando lo circondavano per incontri di lavoro o di spensieratezza, l’hanno sentito dire spesso “Vietato parlare di politica”. Con poche parole, quindi, liquidava la sua valutazione su altro tipo di uomini per i quali, senza sprecarsi più di tanto, esprimeva la sua bassissima considerazione, pur contribuendo in maniera notevole, sotto forma di tasse giuste o ingiuste che fossero, al loro mantenimento. Missoni è stato uno di noi; è stato con noi da questa parte delle sempre più ciclopiche mura parlamentari, dietro cui ormai il Branco con i propri seguaci va vieppiù isolandosi; ha capito come noi che quelle mura rappresentano la reale linea di divisione fra Popolo Sovrano e gli stessi suoi abusivi rappresentanti politici, che ancora tentano di disunirci con fantomatiche linee frastagliate che continuamente ci saettano contro a e da dritta e mancina. Ottavio rimarrà l’emblema vivente della laboriosità di un Popolo; è sempre stato il collaboratore fra collaboratori, mai "il padrone". E' fra i pochi ricchi a cui con facilità, al pari del biblico cammello nella cruna d'ago, il Signore ha permesso di attraversare le porte del Cielo spalancandole.

Edito a Bari il 9.5.2013

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