sabato 18 febbraio 2023

A Francesca

 AUGURI A UNA FIGLIA MAI POTUTA STRINGERE AL PETTO

Ti aspettavamo qualche mese dopo, ma tu, figlia mia, avevi fretta. E due mesi prima, quando ancora immatura hai voluto affrontare i pericoli di un mondo avverso, prorompesti alla luce con la tua minuscola figurina. Eri poco più d’una rosea bambola in miniatura. Tanto piccola che attraverso le maniche dell’incubatrice infilavo le mani per accarezzarti, riuscendo a tenere il tuo delicato corpicino in una sola delle due. L’altra mano non faceva che accarezzarti continuamente per infonderti il calore necessario a creare energia sufficiente per venir fuori da quella piccolissima casetta di vetro. Reagisti nei primi giorni, illudendoci. Ma il tuo papà non ha saputo avvisarti quanto dura fosse la vita; non ha saputo difenderti contro i mali che affliggono gli uomini. Facemmo appena in tempo a chiamarti Francesca, ma il nome del nonno, che insieme a zio Nico ti hanno poi accolta festosi, non servì a prolungare la tua brevissima parabola terrena, accesasi quel lontano 21 gennaio del 1970 e spentasi appena 28 giorni dopo. Un autentico lampo che mi ha illuminato per poco, spegnendo poi la gioia di pochi attimi in anni di lunghissimo dolore rinchiuso. Ventotto trepidanti giorni fatti di pochissime ore, in cui le due sorelline più grandi ebbero il tempo di darti una sola sbirciatina speranzosa. Speranza, che tutti coltivavamo, di vederti al più presto uscire da quel cubicolo, trasformatosi invece in una bara di vetro come le principesse più sfortunate. Nemmeno il battesimo cristiano facemmo in tempo a impartirti, anche se il prete ci consolò con parole che ci assicuravano il Cielo per te, mia piccola donnina indifesa. Né il suono della tua voce, né una foto abbiamo. Ma di quei giorni ansiosi la tua immagine, che tuttora conservo in mente e negli occhi, è indelebile. Mentre le tue sorelle, i tuoi fratelli crescevano, ho immaginato giorno per giorno che saresti diventata bella come loro, prima ragazzina, poi donna. Ogni anno in questa data ti ho fatto gli auguri col cuore, oggi scrivendoteli. Ma in questo cuore, ormai vecchio, l’angolo d’amore a te dedicato è identico a quello degli altri tuoi fratelli. Per tutto ciò che non ti ho potuto dare in quei lunghi giorni brevissimi, provo ancora rimorso. Con amore, dal tuo papà …

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