martedì 11 novembre 2008

A DUE CARISSIMI AMICI, ANNA E CIRINO

Non è vero che il primo amore non si scorda mai o, almeno, non sempre è vero. Infatti io ho avuto tantissimi amici nella vita, soprattutto in gioventù. Li ho quasi tutti dimenticati, anche quelli dell’età dell’innocenza. Ma in questi giorni, aprendo quello scrigno dei tesori che ognuno di noi porta nel cuore, ho scoperto, al di là dei figli, tre perle inestimabili: mia moglie, naturalmente, e Cirino e Anna, i due amici più cari della mia esistenza, anche se conosciuti in età matura. Ciò che più mi ha legato a voi è la semplicità, la purezza che vi contraddistingue. Anna, tu con la tua grazia, e tu, Cirino, con la tua forza e nobiltà d’animo, siete sempre pronti ad offrirvi agli altri; la vostra generosità è ammirevole. Chiunque bussi alla vostra porta, siano giovani o meno, è sempre certo di avere da voi una parola di conforto un consiglio prezioso. Vedervi sempre così uniti è pura melodia per l’anima. Anna, negli ultimi tempi vedo che ti sei volontariamente sottoposta ad uno stress gravosissimo, ma lo affronti sempre con il tuo più bel sorriso sulle labbra; la puntualità, la precisione con cui stai dietro a Cirino è vero amore. Cirino, sei fortunato ad avere accanto una donna tanto forte, non devi mai temere nulla con lei al tuo fianco. Sono certo che il Signore vi conserverà sempre uniti e, soprattutto, avrà continuamente un occhio benevolo su di voi. Io sono orgoglioso di avere due amici così; e sarò sempre pronto ad offrirvi una mano, come voi l’avete sempre offerta agli altri. Sarò il pilastro saldo e sicuro a cui potrete sempre affidarvi. A questo punto, come facevano gli scrivani di antica memoria (Totò docet), devo tendervi la mano per un obolo; vi prego, però, non monete ma opere di bene: due bucatini alla Furnò vanno benissimo. Naturalmente in una occasione futura.
Vito Petino, vostro sempre caro, spero, amico del cuore.

redatto a bari l’11.11.2008

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