sabato 5 maggio 2012


NIENTE SERVAGGI SULLA PRIMA CASA

 Spiego perché ogni gabella, balzello o tassa sulla prima casa è, non soltanto immorale, ma innaturale e illegale. Quanti sacrifici e quanti patemi ci costano le nostre case. E chi non ricorda l’incubo che incombeva sulle famiglie italiane sino alla fine degli anni sessanta del secolo scorso, quando ogni cinque del mese veniva pronunciata la temuta frase “Sta salendo il padrone di casa!” Quante lacrime versate dalle nostre povere donne risultavano inutili contro l’esosità di ricchi bovari e possidenti usurai che, in cambio di autentiche catapecchie, eseguivano veri e propri prelievi dagli esangui stipendi della gente. Ma pochi politici degni di tale nome, in un breve ma fertilissimo periodo felice, approvando leggi favorevoli all’edilizia popolare, hanno permesso alla maggior parte dei cittadini di acquistare una casa, anche se a costo di cruenti sacrifici. Quando ormai eravamo certi di esserci affrancati dalle umiliazioni e vessazioni mensili; quando ormai ci si aspettava che le istituzioni approvassero, infine, quale logico e conseguente risultato a quei sacrifici, leggi utili a proteggere la nostra prima casa col diritto all’esenzione da ogni tipo di schiavitù morale e materiale, ecco che uno Stato molto più insensibile dei bovari e usurai precedenti, ha pensato scriteriatamente di colpire ingiustamente chi sia riuscito a realizzare l’unico bene in cui l’uomo si rifugia con i propri familiari per godere appieno le gioie della vita. Istituire una tassa per riportare in vita un servaggio è altamente immorale e di conseguenza illegale, nonché innaturale, visto che menti grette e vuote vogliono tassare proprio quelle gioie, il più bel prodotto di quell’opificio chiamato “Casa Mia”. Attenti, politici di ultima generazione, attenti chè la nostra pazienza è ormai pericolosamente sporta oltre ogni limite. Lasciate stare le nostre case. Applicate la vostra IMU su tutto, applicate l’IMU vostra su quel che vi pare, ma lasciate in pace l’abitazione in cui viviamo. Ci siamo faticosamente liberati di pagare un fitto al privato, sarebbe assurdo che ora si dovesse pagare un pizzo allo Stato. Di tutte le altre case nella classifica degli ordinali non ce ne frega proprio, ma la prima casa è solo nostra e non va gravata per riempire illecitamente le già deformi tasche di politici ingordi, corrotti ma soprattutto incapaci. Che nessuno si permetta di toccarcela! Altrimenti il sangue dei nostri sacrifici ricadrà sui colpevoli per leso diritto all’esenzione fiscale di bene personale intoccabile.
Edito a Bari 5.5.2012

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