IN
MEMORIA DI UN FRATELLO GRANDE, BIAGIO CATALANO
Biagino,
due i ricordi indelebili che dopo 60 anni mi porto dentro. La mattina dell'8
maggio del 1958, mio primo allenamento nei ragazzi del Bari sotto la guida di
Onofrio Fusco. Era la prima volta che mi perdevo gli spari di San Nicola. In
compenso rimasi incantato dalle cannonate da te sparate nella porta a nord del
vecchio Stadio della Vittoria. Un improvviso scappellotto di mister Fusco mi
distolse dall'incanto: "Pupetto, che fai
dormi?" L'altro qualche hanno dopo, in un torneo estivo sul vecchio campo
da calcio, quello con la polvere di tufo, del Redentore. Noi più giovani
stavamo facendo i soliti tiri di prova prima della partita, quando il pallone
da me calciato male finì dietro la nuca del Parroco che, indirizzato da alcuni
amici "ruffiani", stava per raggiungermi e darmi uno di quei
"checheri" di cui andava famoso; tu Biagio, subito ti intromettesti
dicendogli "Don Castiglione, non l'ha fatto apposta!", evitandomi
così una bella "panocchia" per il giorno dopo e, come immediata
reazione al dolore, di apostrofarlo "Don Cazzchiglione ... ",
nomignolo con cui, storpiando il suo cognome, lo ingiuriavamo un po' tutti.
Ciao Biagino, sei partito prima, ma tanto ci rivedremo!
Edito a Bari il 29.8.2015
Nessun commento:
Posta un commento