LENZUOLA
SPORCHE
Ve ne
racconto un'altra, ma vera, di storia sulle lenzuola sporche.
Sino ai
primi anni '60 del secolo scorso in Bari Vecchia, ed anche in molti altri
quartieri del borgo nuovo, dopo la cerimonia nuziale e la festa che ne seguiva,
ricca o povera che fosse, gli sposi trascorrevano in casa la prima notte.
L'alba del
mattino seguente scopriva una piccola folla festante sotto la finestra degli
sposi, per rappresentare l'ultima parte della cerimonia cominciata il giorno
prima.
Amici e
parenti, con in testa la mamma dello sposo, la più trepidante, la più
interessata, attendevano fra musica e canti giocosi il simbolo dello jus primae
noctis della ragazza: lo sciorinamento delle lenzuola, le migliori del corredo
nuovo, usate quella notte.
Il tremolare
dei vetri imponeva il silenzio più assoluto; tutti gli sguardi attratti dal
movimento delle ante, in attesa che lo sposo svelasse la lieta conclusione di
quella prima notte insieme.
Il solo
apparire del ragazzo con le lenzuola nelle mani era di per sé un buon segno.
Se le
lenzuola appena stese recavano macule inequivocabili che andavano dal rosa
pallido al rosso rubino, l'urlo gioioso dei presenti faceva riprendere quella
musica e quei canti senza più l'incertezza di prima, e per di più conditi con i
soliti lazzi di circostanza.
In quel caso
le lenzuola sporche indicavano la purezza della donna.
Ma dietro
quella gamma di macchie colorate, qualche volta si celavano sotterfugi ideati
da ragazze sveglie, per nascondere qualche irrefrenabile assaggio frettoloso goduto col
proprio sposo prima delle nozze; o peggio, a sua insaputa senza che lui s'accorgesse di nulla ...
Naturalmente, capitava a volte che non s'apriva nessuna finestra e non veniva sciorinato nessun lenzuolo, perché lo sveglio questa volta era stato lo sposo.
In tal caso
le lenzuola immacolate, o maculate di altre tinte, simboleggiavano con evidenza l'impudicizia della donna.
E la festa
si concludeva con litigate della più colorita tradizione barese, a volte anche
con risvolti rusticani ...
Beata
gioventù moderna!
Edito a Bari il 3.11.2015
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