LA
LEOPOLDA
(Summit
per il risanamento delle bische clandestine autorizzate)
L’evolversi
della caduta morale delle banche italiane, che col passare del tempo supera uno
dietro l’altro nuovi infimi record, raggiungendo ad oggi abissi tenebrosi, ha una
storia ultracentenaria, avendo inizi quasi contemporanei allo stesso sorgere
dei primi istituti di credito, nel periodo unitario. Già a fine ‘800, sotto il
governo Crispi, vi fu lo scandalo della Banca Romana. Salto il ventennio,
proprio per non parlare dello spudorato contributo dato dalle banche degli industriali
alla fondazione e affermazione del, tutto sommato, infausto regime. Comunque, sino
a quel momento i disastri bancari non coinvolgevano le classi più deboli,
condannate com’erano a secolare indigenza cronica. I guai per il Popolo dei
lavoratori cominciano proprio con l’avvento della Repubblica. Intuendo che
rubare al ricco, a chi avesse dimestichezza col denaro e disponesse di energico
deterrente legale, fosse poco facile ma molto rischioso, che ti fa la maggior
parte delle banche. Cominciano a battere tutte le vie cittadine italiane con la
grancassa degli investimenti “sicuri” alla portata di tutti, anche di semplici
salariati, calcolando furbescamente che la massa di denaro dei piccoli
risparmiatori fosse molto più ingente di quella di più ricchi messi assieme. Ma
soprattutto, che il risparmiatore minuto, con i suoi pochi e sudati spiccioli,
non avesse forza sufficiente a far valere i propri diritti per via giudiziaria.
Senza mettere in conto, inoltre, le amicizie che contano in ogni settore della
vita pubblica del Paese a protezione di istituzioni truffaldine. Infatti, sino
ad oggi non c’è mai stata sentenza che restituisse il maltolto ai poveri
derubati. Gettata la rete, hanno arraffato a man bassa il ricco pescato ripulendo,
da irresponsabili e senza controllo alcuno, i conti dei risparmiatori che,
fiduciosi, glieli avevano dati da gestire. E passiamo ad esaminare soltanto gli
scandali continui degli ultimi anni, che tante vittime innocenti hanno mietuto.
Gelli, Calvi, Sindona, Ior, Banco Ambrosiano, Monte dei Paschi di Siena; e sino
alle ultime banche salvate dal governo Renzi, tra cui quella dell’Etruria, spingendo
alla disperazione chi ha visto ridurre la propria vita, e quella dei propri
congiunti, in miseria da un giorno all’altro. E tralascio per il momento di
accennare a tante altre banche sul filo del fallimento. Altro che strumentalizzare
le morti, messer Renzi; nel tuo caso il morto che ti ritrovi fra le braccia ha
tanto di nome cognome ed età, importo truffato e numero di parenti affossati
nel dolore; senza considerare che, comunque, in tutte le famiglie coinvolte in
crack bancari, la disastrosa situazione economica che ne consegue costringe tanta
gente a un’indigenza impensabile ed imprevista, dopo i sacrifici fatti per una
vita; indigenza, che in molti casi sfocia in vera e propria miseria, causata esclusivamente
da autentici delinquenti, protetti come sempre da politici irresponsabili. Un
classico omicidio di stato quello che ha portato al suicidio il povero Luigi.
L’omicidio di stato non è solo quello che in epoche meno civili , in quanto a
diritti, spingevano individui prepotenti ad ammazzare con pugnali o veleno.
Tale omicidio, oggi, si realizza semplicemente azzerando le sostanze vitali di
un ignaro cittadino. E in casi estremi, per salvarsi da fallimenti certi, molti
istituti di credito emulando l’araba fenice, sono sorti a nuova vita da quelle
stesse ceneri di carta straccia in cui avevano ridotto i risparmi del povero
cittadino. Spariti così Credito Italiano, Banco di Roma, Cariplo, San Paolo,
Cassa di Risparmio di Puglia, sono apparse Chebanca, Unicredit, Ubi banca, Banca
Intesa, Carime, giusto per farne degli esempi. Voi politici, per ogni scandalo
che vi scappa dalle mani danneggiando il Popolo, siete sempre pronti a
trincerarvi, cinicamente, dietro gli evanescenti paraventi della
strumentalizzazione, del populismo e della effimera maggioranza posseduta in
parlamento, proprio come ha fatto la simpatica, la bella, l’attraente ministra
Boschi. Così affascinante da essere sprecata e quindi inutile nel ruolo
politico. Con la sua conturbante bellezza avrebbe raggiunto fama internazionale,
alla stregua della celebrata Cleopatra VII, e traguardi economici molto più
cospicui che raccattare “miseri” spiccioli in ambito politico e “miserande”
mance da attività usuraie come le bancarie. Avrebbe condotto vita da regina con
ricchezze proprie, invece che una vita a “servire” i cittadini e dipendere, con
tutta la sua famiglia, dai loro sudati salari. E soprattutto senza trincerarsi
dietro l’ormai lisa e maleodorante “pezza” della “maggioranza in parlamento”, con
cui tanti reati si cerca di coprire inutilmente. A tanto si è arrivati nel
nostro maltrattato paese. All’immorale convinzione che una maggioranza possa
cancellare reati gravi come il furto, la truffa, la corruzione e quant’altro di
losco accade in sedi istituzionali, in cui a ben altri supremi intenti si dovrebbe
mirare. Siamo al punto che i furti si depennano con la “maggioranza in
parlamento”; che i ladri siano assolti con la “maggioranza in parlamento”,
peggio del camorrista all’interno della propria cosca. Certo, servirsi di una
delle perle della democrazia, che fa dell’espressione di maggioranza il perno
principale su cui reggersi, al solo scopo di rimescolarla nel pastone per porci
con cui nutrire la pubblica opinione, è quanto di più vomitevole esseri
spregevoli possano concepire. Ma la gente intelligente quel pastone non lo
accetta mica. D’altronde, non ci si può aspettare altro da uno stato che, per
risolvere la crisi, istiga la gente a puntare tutto su giochi immorali; sui grattaevinci,
sulle schedine e sulle scommesse clandestine. Logico, poi, che le banche
diventino veri e propri casinò, se non addirittura bische di stato, in cui gli sprovveduti
risparmiatori, mal consigliati, si giocano la vita. A questo punto, inoltre,
visto che depositare in banca i risparmi non dà più frutti ma solo costi, e dopo
aver chiesto a tutti voi cittadini se siete disposti a chiuderle per sempre
queste bische clandestine legalizzate, l’unico consiglio è “Ritirate tutti i
risparmi affidati alla banche e tornate ai vecchi sistemi del “materasso” e del
“mattone”; tenetevi i risparmi in casa. E’ proprio quello che già fanno molti
grandi evasori e grossi calibri della malavita. Dove pensate che questi fior
fiore di delinquenti nascondano il malefico frutto delle loro sporche attività?
Nelle banche? E mica sono scemi! Ma voi, in fin dei conti, lasciate che a
servirsi delle bische di stato siano solo i più ricchi, che possono permettersi
di scannarsi a vicenda. Alla stregua delle banche, l’altra grande truffa di
stato sono le assicurazioni auto, di cui esternerò in altro tema. Guarda caso
in entrambe sono tanti i politici che detengono grosse quantità di azioni. Che
i cittadini vengano, come accade di continuo, abbandonati a se stessi, senza
che il parlamento ne tuteli i diritti, è la logica conseguenza dell’abnorme
conflitto di interessi creatosi nelle attuali e inelette classi politiche,
sostenute dai loro degni complici, sempre nascosti dietro le quinte a tramare e
muovere i fili dei burattini che si esibiscono in quello stesso parlamento. Al
pari della storica dinastia dei Pipinidi (Pipino III esautorò i re Fannulloni
con furbesche blandizie), questa classe politica, usurpando il potere della
sovranità che la nostra costituzione sancisce, da maggiordomi o maestri di
Palazzo, si sono autoproclamati regnanti, invece che rappresentanti, o come ne
prevede il ruolo, servitori del Popolo, rimestando di proposito e continuamente
l’apparato legislativo, proprio per renderlo incomprensibile e del tutto
assoggettato al suo personale tornaconto. E per meglio distoglierne
l’attenzione dei cittadini, si serve della droga di stato, ammansendoli con
sport, televisione ed amenità simili. Non ne caveremo mai nulla in nostro
favore se non ci si libera dai predetti narcotici; solo così si potrà ribaltare
energicamente e per sempre il corso della storia modernissima, perché la
moderna è superata da un bel pezzo. In alto ci si deve ormai rassegnare che la
storia oggi viene fatta dalle classi lavorative a reddito fisso, che tanto
hanno patito la secolare prepotenza di chi è ricco senza meriti. E per fare più
in fretta, la prima conquista da realizzare è quella della moneta magnetica
nominativa che, in un colpo spazzerà via evasori, delinquenza associata,
politici corrotti, piccola delinquenza, permettendo a tutti di conseguire
quella naturale felicità che la nostra costituzione non prevede, ma che spetta
ad ogni cittadino per il solo fatto di venire al mondo. Perché solo senza i delinquenti
si può essere felici, per i molteplici e ovvi risvolti positivi, finanziari,
civili e sociali che ne conseguiranno. Verranno poi da soli altri vitali
diritti, quali alimentazione, abitazione, lavoro, libertà, ambiente sano,
assistenza sanitaria, denaro quotidiano; insomma, parità globale in ogni umana
caratteristica psicofisica. Tutto questo è realizzabile se ogni cittadino non
spreca, come sino ad oggi è stato fatto, la moneta più preziosa che si ritrova
totalmente gratuita nelle mani, il proprio voto. Adoperiamolo con intelligenza
e parsimonia, anche se non ci è costato la minima fatica. E’ con esso che
potremo fare le leggi che vanno bene per tutti. Ad esempio, porre il limite di
elezione a due soli mandati in ogni ambito territoriale, comunale, regionale,
nazionale. Dal parlamento mai uscirà una tale legge; e allora che si fa? Sin
dalla prossima tornata elettorale non bisogna votare i soliti nomi che
bivaccano da una vita nelle sedi istituzionali, o su nomi indegni di essere
catalogati quali esseri civili ed umani. Cancellateli dalla mente e proviamo
con gente nuova. Utilizziamo l’unica arma decisionale di cui siamo in possesso,
il referendum; firmate tutti per liberarci del vecchiume. Ci propinano liste
preconfezionate, rubandoci il diritto di scegliere liberamente, volendo, anche
un nostro vicino che sappiamo essere onesto, capace e che rappresenti realmente
gli interessi del Popolo. Rifiutatevi di votare liste “ciambotto” preparate dai
soliti partiti screditati, anche se cambiano di continuo sigle, loghi ed
esaltati capi_cosca che, non più d’una decina, da sempre burattini sulle mani
dei pupari dell’alta finanza internazionale, comandano a bacchetta gli altri 935
pupi e marionette del parlamento in modo da alzare o chinare la testa per il no
o per il sì. Ricordarsi della estesa schiera di questi perfetti sconosciuti
privi di qualsiasi iniziativa propria, scemi prima e ricchi a fine mandato, è
arduo. Ve ne ricordate qualche nome? Io, dopo lunghi ed enormi sforzi mentali,
non sono riuscito a trovarne uno. Perciò,
non buttate agli stenterelli il vostro voto. Valorizzatelo al massimo, più
della stessa moneta che vi sudate quotidianamente. E un’altra cosa importante,
che la smettiate di trattare le ideologie alla stregua delle malridotte
bandiere calcistiche. Sì, certo; tutta colpa di un individuo che ha stoltamente
creduto di mutuare tutto l’ambiente calcistico per trasfonderlo in ambito
parlamentare, facendoci sorbire, ultras mentecatti, mercato del voto, panchinari
inutili, arbitri venduti se non cornuti, assi drogati se non autentici bidoni, vessilli
senza storia. Non dal tifo malarico dobbiamo farci contagiare, ma farci guidare
dalla perfetta sanità mentale nelle scelte politiche che decidono della nostra
vita. Se poi qualcuno in alto non è d’accordo, ce lo dicesse! Ci adegueremo ai loro
costumi, emulandoli e superandoli in ruberie nel loro stesso teatrino del frega
frega, allargato a tutto il paese; non è poi così difficile se hanno potuto
farlo loro. E senza più scomodare adunate antistoriche in quella casa chiusa
che voi giovani chiamate la “Leopolda”. Noi cattivissimi maschietti meno
giovani la chiamavamo diversamente, secondo il proprio ambito territoriale e
dialettale …
Edito a Bari il 22.12.2015
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