DEPENNARE DEPRAVAZIONE
Cara Legge CIRINNÀ (ma è forse l’acronimo,
accentato per esibizionismo, di CInici
e RINnegati di NAtura?), colpa tua se il parlamento (minuscolo visto il suo
attuale valore morale) s’è ammosciato impotente su una questione che interessa
una sparuta minoranza di italiani, a danno di quei provvedimenti economici
attesi spasmodicamente dalla stragrande maggioranza; provvedimenti che ci
porterebbero fuori dalla dannata crisi piombataci addosso da oltre 20 anni per
l’incapacità congenita di chi ci ha governati nel frattempo. Non può un
parlamento che voglia essere rispettato, proprio perché eletto da quella maggioranza
di cittadini, perdersi dietro fisime di minoranze disturbate. Ma sono certi,
alcuni parlamentari, che mettere al primo posto faccende private di importanza
poco vitale sia segno di progresso, di modernità? Sembrano faccende
d’attualità, ma poi, se le poni nel giusto contesto storico, t’accorgi che da
millenni l’omosessualità è presente nella vita quotidiana degli esseri umani,
che continuano a tirarsela dietro, insieme a tante altre diversità, con civile
tolleranza, così come accettano con umana pazienza ogni altra manifestazione
delle minoranze, pur non condividendola, che la stessa vita impone. Nella culla
primordiale africana, in atavici popoli mesopotamici ed australi, nell’antica
Grecia e nella Roma imperiale, nell’alto e basso medioevo, nelle civiltà
precolombiane, nel vicino, medio ed estremo oriente, e continuando sino ai
tempi nostri, ve ne sono cenni a iosa. Ma mai sarebbero diventate grandi
civiltà se i loro politici, per estremo egoismo, avessero dato importanza
primaria a personali vizi e virtù. Quando dovevano civilizzare nuovi territori,
nuove genti, i desideri privati rimanevano relegati all’interno di mura
domestiche, dalla più splendida stanza da letto, alle più sordide suburre.
Tutte le antiche civiltà sono scomparse proprio quando i loro costumi sono
diventati talmente debosciati, da provocarne la definitiva caduta per mano di
nuovi popoli che hanno invaso i loro territori. Ma quello che tu oggi proponi,
cara Legge, fa il paio con gli immorali principi che un astruso sistema gender spaccia
per diritti di uno stato modernamente laico; che io invece definisco sporco
laicismo distruttivo in cui tutto si vorrebbe consentire. Senza più sentimenti
Cristiani, l’immondo pedofilo chiederà come suo diritto l’adozione di bimbi di
nessuno. E continuando la panoramica di menti distorte, non solo cugini di
primo grado, ma anche madre e figlio, padre e figlia, fratello e sorella
pretenderanno il diritto all’amore coniugale. E perché no! Culmine della
depravazione, anche il folle maniaco seriale accamperà il suo "sacrosanto
diritto" alla felicità, per poter legalmente immolare sull'altare
dell'incontrollata pazzia collettiva almeno una vittima ogni sabato sera.
Accusano di omofobia l’individuo eterosessuale, senz’accorgersi di comportarsi
da autentici psicofagi, pur di accaparrarsi seguaci delle loro sterili
rimuginazioni. Io, normoindividuo, non ho bisogno di raccogliere proseliti
finché l’umanità sarà guidata da quell’istinto che madre natura racchiude nel
solo rapporto Padre + Madre = Figli. Senza questa santa Trinità l’umanità non
sarebbe mai esistita. Si lascino perdere le alchimie, gli artifizi che scienza
e tecnica vogliono spacciare per comportamenti deontologicamente naturali. Per
mettere al mondo un bimbo, la stessa tecnica scientifica avrà sempre bisogno di
uno spermatozoo e di un ovulo. E se tale congiunzione avviene con l’unico atto
d’amore ortodosso, è la condensazione della pura felicità. Altre manipolazioni
di menti distorte, sottraendo tale sentimento naturale a quell’atto
primordiale, condurrebbero il mondo alla mostruosità. E’ inutile spacciare per
matrimonio ciò che non è tale. E’ inutile propinare per famiglia ciò che
famiglia non è. Ma se una minima parte delle future generazioni si farà cuocere
il cervello propalando per morale l’immorale, allora propongo alla Crusca di
depennare la parola “depravazione” dal linguaggio corrente, visto che il
termine non avrà più senso nella morale comune che si sta tentando di inculcare
nelle menti più giovani. Sono convinto, però, che ci saranno sempre un Papà e
una Mamma a difendere con la propria vita le creature nate dal loro amore,
anche a costo di riesumare guerre ormai sepolte contro quelle anime nere che,
irrimediabilmente perdute, tentano di portare alla distruzione l’umanità
intera.
Possibile che dopo Sigmund
e i suoi contemporanei, non esistano più al giorno d’oggi luminari della psiche,
anche al minimo d’intelletto, che mettano nella loro giusta dimensione le
diversità causate da disfunzioni psicofisiche, congenite e non, della natura
matrigna? E basta … Non se ne può proprio più … E’ mai possibile che una
minoranza di diversi, molto al disotto dell’uno per cento presente in politica,
possa bloccare tutt’un parlamento, paralizzare totalmente un intero Paese? E si lasci anche perdere il resto d’Europa con le sue confuse
imposizioni. Tale resto messo insieme non riesce a raggiungere uno spicchio
d’oncia dell’immenso peso storico, culturale e civile della nostra Italia,
defraudata di tanto territorio che da solo costituisce gran parte dell'attuale
continente; basta andarci per individuarne tutta l'impronta ultra bimillenaria
dell'italianità. Sono orgoglioso, insieme a tutte le italiche diversità,
d’essere italiano. Non sono assolutamente per l’abbandono dell’Europa, anzi;
nella mia mente vi è una sola mira, vedere tutto il continente europeo
italianizzato. E vado oltre, spero che presto vengano promulgate leggi unitarie
ed egualitarie che abbraccino tutti i popoli del Pianeta. Senza tale
unificazione, nell’attuale confusione legislativa e monetaria, vedo il mondo
rotolare rantolando verso la sua distruzione.
Edito a Bari il 21.2.2016
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