GUFI
CIVETTE E COCCOVASCE
(ovvero
Tiratori di piedi)
Ho
sentito spesso il piccolo toscano sproloquiare di gufi e gufate, nella sua
breve, ma già tanto dannosa veste politica. Certo che non c’è mai limite alle
facce di bronzo italiane. Avremmo fatto a meno anche della sua ignorandola come
le altre, se non avesse esagerato scordandosi che nel ruolo di civetta è stato
insuperabile professionista. Possibile che abbia dimenticato le insonni sedute
spiritiche, le fumose gufate con propiziatori riti notturni, in cui ha invocato
tutti gli oracoli del suo personale Olimpo per la prematura caduta di Bersani
prima, e di Letta dopo. Possibile che abbia così corta memoria? Pare proprio di
sì, se continua imperterrito a raccontar balle al Popolo, senz’accorgersi che
da due anni non fa altro che ripetere le stesse fole dette il giorno prima e
ritrite il domani, proprio come una cattiva minestra e nemmeno tanto riscaldata,
grazie anche alla maggioranza raccogliticcia che lo sostiene su un fil di fumo.
Ciò che più meraviglia, però, è che né giornali né tv glielo ricordano; si può
anche capire che molti giornalisti sono costretti a tacere per non far perdere le
elemosine di stato ai padroni delle proprie testate; ma nascondere la verità,
oltre a incrinare la fiducia deposta in loro e a perdere del tutto la propria
dignità professionale, è il peggiore dei tradimenti nei confronti dei lettori; tradimento
che alla fin fine gli si ritorce contro sottoforma di mancate vendite o calo di
ascolti dei loro mezzi d’informazione. E continueranno a lamentarsene se
nessuno ha il coraggio di dire al borioso toscano di non essere un genio; è ora
di fargli capire con le brusche d’essere stato usato come asino attaccato al
carretto “Italia” da banchieri e multinazionali senza scrupoli. Crede di
possedere attributi maschi, e scioccamente non vede di essere trattato come
quella castrata palletta bianca respinta di sponda in sponda dalle possenti
sfere colorate sul tappeto verde d’Europa. Pochi lo volevano, nessuno l’ha
eletto, tutti desiderano che cada subito. Sì, gufando proprio come ha fatto lui
con i suoi stessi compagni di partito. Lo avrebbe fatto anche contro papà e
mammà, pur di assurgere a quell’altezza da cui, cadendo prima o poi, si farà
male, più di quello che avrà fatto al Paese? Firmato, il Popolo, Gufo per
eccellenza. E quando tira i piedi il Popolo …
Edito a Bari il 29.1.2016
Nessun commento:
Posta un commento