CAPITANO
LARICCHIA
No,
non ho voluto degradarla. Non sono assolutamente fra i suoi detrattori, che io
definisco babbioni. Anzi, ogni mattina alle sette e trenta, dal lunedì al
venerdì, mi accingo puntuale a sorseggiare latte, caffè e le stille di
buonumore che lei mi dispensa insieme alle previsioni del tempo; rendendomi in
tal modo la giornata lavorativa più radiosa, anche se ha predetto l’assenza di
sole. Però stamane, quando nella sua rubrica ha annunciato che da venerdì non
ci vedremo per tutta l’estate, mi sono improvvisamente rabbuiato. Ma non è
certo il motivo per cui ho volutamente scambiato il grado di “colonnello” con
quello di “Capitano”. Intendo con tale sostituzione dare maggior risalto alla
sua prorompente personalità, che si rispecchia maggiormente in un ruolo più da
campo di battaglia, come certa letteratura ci tramanda, che in un ruolo da
scartoffie e scrivania. Un solo appunto per la sua rubrica, quando appare la
dicitura “anticiclone”. Ho notato che, riportata fra le tante isobare, capita
che qualcuna di esse vada a chiudere la seconda “c” facendola apparire come una
“o”, tramutando così il temine in una parolaccia. A meno che non sia un segnale
ad hoc per dichiararsi “anti … babbione”. A presto, Capitano Laricchia, per
ritrovare il buonumore.
Edito
a Bari il 19.6.2014
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