giovedì 15 agosto 2013

LETTERA AI FORCAIOLI BOIA

E smettetela di essere forcaioli. Un Gran Signore ci ha insegnato che chi è senza peccato alzi la prima mano. Ve ne rimarrebbero ben poche alzate. Chi, almeno per una volta non ha fatto del male agli altri per proprio esclusivo interesse, o per assoluto disinteresse; chi ha sempre ritirato ogni scontrino delle sue spese; chi ha sempre pagato sino all'ultimo cent delle proprie tasse o multe. Con questo metro tutti gli italiani sarebbero condannabili, dalle più alte cariche politiche a giudici che cercano comunque un colpevole e mai la Verità; dai più alti gradi militari e di pubbliche amministrazioni sino al più comune dei cittadini. Pochi si salverebbero; ed è proprio a quei pochi che si arrecherebbe il danno più gravoso, perché inciderebbe solo sulle loro spalle il mantenere in carcere un intero popolo. Mi son sempre dichiarato contrario a tale pena; meglio impiegare il reo in servizi utili alla comunità con uno stipendio minimo, dopo aver applicato nei suoi confronti la legge dell'esproprio espiativo. Solo con questo sistema personaggi altezzosi capirebbero il reale valore della moneta; di quella moneta che i comuni lavoratori si guadagnano con sudore e sangue. Quanto a quelli che vorrebbero vedere letteralmente sbranato l'avversario politico, non essendovi riusciti a sconfiggerlo democraticamente, civilmente, son certo che si tratti di figli senza un padre e di conseguenza senza un nonno; altrimenti non odierebbero con bestiale e cieco rancore uomini di età tanto veneranda. Se non ci si sente forti e sicuri del sistema democratico in uso, è meglio ritirarsi dalla politica e tornare a fare vecchi mestieri; sempre che se ne avesse uno prima. Una pacifica stretta di mano, vitopetino.

Edito a Bari il 15.8.2013

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