LETTERA AI FORCAIOLI BOIA
E smettetela di essere forcaioli. Un Gran Signore ci ha
insegnato che chi è senza peccato alzi la prima mano. Ve ne rimarrebbero ben
poche alzate. Chi, almeno per una volta non ha fatto del male agli altri per
proprio esclusivo interesse, o per assoluto disinteresse; chi ha sempre
ritirato ogni scontrino delle sue spese; chi ha sempre pagato sino all'ultimo
cent delle proprie tasse o multe. Con questo metro tutti gli italiani sarebbero
condannabili, dalle più alte cariche politiche a giudici che cercano comunque
un colpevole e mai la Verità; dai più alti gradi militari e di pubbliche
amministrazioni sino al più comune dei cittadini. Pochi si salverebbero; ed è
proprio a quei pochi che si arrecherebbe il danno più gravoso, perché
inciderebbe solo sulle loro spalle il mantenere in carcere un intero popolo. Mi
son sempre dichiarato contrario a tale pena; meglio impiegare il reo in servizi
utili alla comunità con uno stipendio minimo, dopo aver applicato nei suoi
confronti la legge dell'esproprio espiativo. Solo con questo sistema personaggi
altezzosi capirebbero il reale valore della moneta; di quella moneta che i
comuni lavoratori si guadagnano con sudore e sangue. Quanto a quelli che
vorrebbero vedere letteralmente sbranato l'avversario politico, non essendovi
riusciti a sconfiggerlo democraticamente, civilmente, son certo che si tratti
di figli senza un padre e di conseguenza senza un nonno; altrimenti non
odierebbero con bestiale e cieco rancore uomini di età tanto veneranda. Se non
ci si sente forti e sicuri del sistema democratico in uso, è meglio ritirarsi
dalla politica e tornare a fare vecchi mestieri; sempre che se ne avesse uno
prima. Una pacifica stretta di mano, vitopetino.
Edito
a Bari il 15.8.2013
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