PARALLELISMI ITALOEUROPEI
A proposito di Branco, non c’è
solo quello nostrano, ma in quasi tutta Europa s’aggirano famelici Branchi
mutuati pari pari da quello italiano. Infatti dai tanti governi comunitari s’è
levata l’accusa corale di Populismo contro il nuovo Movimento giovanile che in
Italia ha sorpreso nelle ultime votazioni. Quello che si propongono di
realizzare gli Stellati fa paura ai vecchi governanti, ma non alla gente comune
che vuole liberarsi di ogni Branco per realizzare autentiche democrazie, dove
Uno vale Uno. Dappertutto siamo stanchi degli stomachevoli privilegi che il
Branco vuol continuare a detenere senza alcuna legalità, senza alcuna logica,
senza alcun buon senso, ma con tutta l’insulsa arroganza del potere abusato.
Questa è una delle tante lordure che l’Europa ha mutuato da una certa Storia d’Italia,
che purtroppo continua criminalmente a fare scuola. Vi spiego più avanti i
motivi per cui il Progetto Europa, così come lo propongono i capi Branco, è
destinato a fallire. Intanto, si è partiti col piede sbagliato, pensando di
imitare gli Stati Uniti, che sono tali proprio per l’amalgama di base che
caratterizzava i primi pionieri e padri fondatori degli attuali statunitensi. La
maggior parte di loro sfuggiva alle persecuzioni civili e religiose, alla
disoccupazione, alle disuguaglianze medievali, soprattutto alla mancanza di
libertà dell’Europa d’allora; quindi, spontaneamente e liberamente, tutti in
possesso di univoca matrice sociale, rimboccandosi le maniche e privi di quell’inutile
affettazione di comportamento aristocratico, sono riusciti a creare quello che
oggi è lo Stato più democratico del mondo (un esempio dei tanti? vuoi o non
vuoi, dopo due mandati si va tutti a casa). Col pensiero si è cercato di imitare gli Stati Uniti;
in pratica l’Europa sta percorrendo l'identico destino storico di un'altra nazione, con
un parallelismo pericoloso e pauroso viste le sue conseguenze. Oltre 60 anni fa,
i cosiddetti “padri fondatori” dell’Europa, perfettamente in buona fede, ma
privi di lungimiranza (se si pensa che sino a tutti gli anni ’90 del secolo
scorso, gli stessi Paesi europei si son dati guerra l’un con l’altro), senza
interpellarne i Popoli, hanno preso un mucchio di stati diversi tra loro per
lingua, moneta, usi e costumi, tradizioni, forma mentale ed altro di più
stridente, e ne hanno decretato l’unità il cui unico collante è l’odio
reciproco. Quale altro paese diviso in tanti stati e staterelli vi ricorda, costretto da pochi all'unificazione e senza la volontà Popolare? Con l’attenuante che in
questo paese almeno lingua, usi e forma mentis in pratica erano uniformi. E ritorno in Europa. In
appena 10 anni il baricentro dell’economia è stato artificiosamente spostato
nel Nordovest e soprattutto nel Nordest d’Europa. Quale altro paese vi ricorda, smembrato totalmente
di tutte le sue strutture industriali al Sud per incrementare quelle del Nord? E dire che fino a 10 anni fa questo paese, col suo “Fabbricato in Casa”,
era il primo al mondo. I tanti parallelismi che si potrebbero ancora fare non
si fermano certo qui. Ci siete arrivati? Oggi Germania contrapposta a Portogallo, Spagna, Italia, Grecia, Cipro; ieri Piemonte contrapposto allo Stato della Chiesa e al Regno delle due Sicilie. Sono pericolosi parallelismi con la Storia dell’Italia preunitaria
prima, unitaria dopo, e fallimentare oggigiorno, con unica caratteristica comune: benessere al Nord, povertà al Sud. Quando potrà durare ancora questa disuguaglianza, senza provocare reazioni violente? E vi è un’altra considerazione
da tener presente. Veramente qualcuno pensa che vi possa essere verso l’Italia
una maggiore attenzione da parte degli altri partners europei, riflettendo che alcuni di loro sin
dal principio non hanno voluto condividere nemmeno l’unico mezzo concreto, l’euro,
che potesse fare di un caleidoscopio di stati una nazione unica. A parte bassi
sentimenti di rivalsa, nessuna agevolazione può da loro essere concessa verso il
nostro Paese, nelle cui scuole si insegna, si impara e si inneggia ai 12 secoli
d’oro della propria Storia patria, quando tutti i Popoli europei erano da esso invasi,
violentati e schiavizzati. Illusi se pensiamo che se ne dimentichino; ne è
prova evidente che, solo per disattenzione e dopo ben altri 14 secoli, hanno dovuto
accettare la nostra unità. Fra 150 anni, con queste premesse, quello che è successo
al sud italiano, succederà al sud europeo che in questa deprecabile evenienza,
purtroppo, comprenderebbe tutta l’Italia. Solo allora i signori del Nord capiranno
finalmente le ragioni del Sud. Solamente per scongiurare quest’ultima previsione, il
prossimo parlamento deve rivedere immediatamente i nostri piani, e decidere se
restare o uscire definitivamente dall’Europa. Avremo sempre dalla nostra parte
quel dono di madre natura, il Made in Italy, che ci consentirà di essere sempre
primi, per ogni nostro prodotto realizzato con la forza fisica e con quella della
mente. Siamo e resteremo sempre il Paese dei Geni. Guardate quel che riescono a
fare d’impossibile gli Italiani con molto meno di 1.000 euro al mese.
Edito a Bari il 5.4.2013
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