LAVORATORI UTILI E LAVORATORI INUTILI
(a proposito di stipendi d'oro e vergognosi privilegi)
E’ nel bar aziendale dell’Ente
Italiano Acqua e Fogna (EIAF) che più d’un mese fa è cominciata quella disputa,
sfociata poi nell’attuale situazione di disagio per l’intera città. Colino il
fognino, sindacalista, si lagnava con i colleghi per la vergognosa differenza
di stipendio fra operai e dirigenti. “E dire che l’Eiaf sta in piedi grazie al
nostro di lavoro, e non a quello degli strizza scartoffie”, concluse Colino. Ma
le parole appena dette erano state colte da uno dei 32 alti dirigenti che
proprio in quel momento stava entrando nel bar. In meno di dieci minuti Colino
fu convocato dal presidente, all’ultimo piano della storica sede dell’ente. Le
reciproche rivendicazioni sulla maggiore e minore utilità dei rispettivi ruoli dette
inizio allo sciopero alternato delle due categorie, dirigenti e operai, con cui
si sarebbe dimostrato quale fosse il lavoro più utile. Cominciarono per primi i
dirigenti, dicendosi certi che pochissimi giorni senza il loro contributo
avrebbe messo in ginocchio l’Eiaf e tutta la sua manovalanza. Ma non bastò una
settimana per piegare gli operai che, con la collaborazione dei più
specializzati, riuscivano ad interpretare progetti, eseguire nuove reti e
provvedere alla manutenzione delle vecchie in perfetta sincronia, e armonia soprattutto;
insomma, il lavoro procedeva in maniera forse anche più celere, avendo abolito
completamente ogni maleodorante fronzolo burocratico; utilizzato, invece, a
profusione dai dirigenti per dare una parvenza di indispensabilità al proprio
ruolo, altrimenti inutile. Prima che la loro inutilità divenisse evidente anche
al più distratto dei cittadini, immediatamente i dirigenti sospesero l’astensione
dal lavoro, permettendo agli operai di cominciare a loro volta lo sciopero.
Furono sufficienti appena poche ore di braccia incrociate quando, per mancanza
di manutenzione della rete fognante, un puzzo insopportabile si diffuse per
tutto il primo piano. A metà giornata i reflui prodotti dall’alta dirigenza
avevano raggiunto il soffitto del piano. Man mano che i liquami salivano di
livello, i dirigenti si spostavano ai piani superiori. Pare che questa sia la
ragione inconscia che da sempre spinga i papaveri più alti a sistemarsi a
piramide, con la gerarchia massima agli ultimi piani e via via tutti gli altri
a scendere nei piani più bassi, contribuendo a creare già fra loro incomprensibili
motivi di differenze sociali. Al terzo giorno, quando tutti i dirigenti s’erano
accatastati all’ultimo piano del palazzo dell’Eiaf, circondati e assediati dai contenuti
dei loro giornalieri bisogni corporali, ad evitare che il principio di fisica
elementare noto come caduta dei gravi avesse i suoi effetti, facendo rientrare quelle
stesse quotidiane necessità dall’alto degli orifizi urlanti, e poi sentirle per
gravità ricadere in basso, in un moto rotatorio senza fine, si arresero,
ammettendo la loro inutilità con la rinuncia alle vomitevoli retribuzioni
autostabilitesi e conseguente esproprio espiativo.
Logico risultato della vertenza
fu l’immediato accordo economico raggiunto fra le parti, con il quale si
stabilì che mai più la retribuzione del livello più basso della classe operaia
sarebbe stata inferiore ad un terzo della retribuzione massima erogata dall’ente. Tutti i lavori concorrono in
egual misura e dignità a rendere una società sempre più civile e giusta.
Edito
a Bari il 14.7.2013
Nessun commento:
Posta un commento