IL SECOLO DELLA COSCIENZA
Il diciannovesimo secolo, con lo
sviluppo della società industriale, ha permesso all’umanità di spezzare le
vergognose millenarie catene rappresentate dalla servitù della gleba. Nel
ventesimo secolo l’uomo è riuscito ha conquistare moltissimi diritti prima
negati, toccando il culmine con le libertà individuali. Il ventunesimo secolo sarà quello
della definitiva presa di coscienza delle finanze della terra. Non è più
possibile che una minima parte dell’umanità detenga tutte le ricchezze a
discapito della maggioranza. Quest’ultima è in avanzata fase di comprensione
del concetto naturale che tutti concorrono alla produzione nella stessa misura;
e preparazione, intelletto, e intrallazzi vari non possono più essere motivi per
un divario retributivo così abissale e vergognoso fra chi lavora solo di mente
e chi opera con la forza fisica che, comunque, comporta anche e sempre un
impegno mentale. Ogni individuo vale quanto il proprio simile e ha diritto a
goderne gli stessi benefici, al di là di religione, ceto sociale, gerarchia, o
quant’altro di assurdo si è solito tirare fuori per giustificare gli enormi,
sproporzionati e sempre vergognosi emolumenti che alcune indegne categorie si autodeterminano,
infischiandosene consapevolmente e irresponsabilmente di chi non ha nulla. I segni
premonitori vi sono tutti. L’allarme per i prevaricatori è già squillato:
caduta del Muro, eliminazione di molti dittatori o re che dir si voglia,
primavere Arabe, Libia, Siria, Grecia, Spagna Portogallo, Italia con le
tantissime defezioni elettorali, Turchia, Brasile e le rivendicazioni del suo popolo più povero. Tutto
concorre per ottenere al più presto, senza ormai più escludere anche il ricorso
alla violenza, una più giusta ed equa distribuzione delle ricchezze. Non ci si
può illudere ancora a lungo che i Popoli continuino ad accontentarsi di “annusare
il benessere” che gli si propina a piene mani con tv e riviste patinate, senza
che poi ne possa godere in realtà. E’ evidente, più che lapalissiano, che la
gente comune non si accontenta più: non solo si vuole “l’Uno vale Uno”, ma
soprattutto si chiede con forza, per ottenerlo con immediatezza, “l’Omnia Omnes”.
Siete avvisati! Basta con i furti dei diritti dell’uomo sull’uomo; è uno dei
reati più gravi, perché spesso e volentieri ha come tragica conseguenza la
morte della vittima innocente, come si è avuto modo di constatare in Italia nei
numerosi casi degli ultimi mesi.
Edito
a Bari il 22.6.2013
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