MORTE DI UN GRANDE LAVORATORE
Sono queste le vite di cui un
Popolo mai si priverebbe. Ottavio Missoni è stato un Grande che di riflesso ha illuminato
per un secolo il nostro Paese e noi italiani. E’ di questi uomini d'altissimo livello morale che ogni
Popolo ha bisogno. Uomini onesti che, nonostante le remore, le panie, gli
innumerevoli ostacoli che un Branco di inetti va disseminando lungo la loro
strada, si rimboccano le maniche, non solo per il proprio benessere, ma
soprattutto per quello dei loro compagni di fatiche; e soltanto con il semplice
sudore della fronte creano posti di lavoro, producono ricchezza, trainano un
Popolo verso libertà e uguaglianza, in una parola verso la civiltà. I
familiari, gli amici, i collaboratori, quando lo circondavano per incontri di
lavoro o di spensieratezza, l’hanno sentito dire spesso “Vietato parlare di
politica”. Con poche parole, quindi, liquidava la sua valutazione su altro tipo
di uomini per i quali, senza sprecarsi più di tanto, esprimeva la sua
bassissima considerazione, pur contribuendo in maniera notevole, sotto forma di
tasse giuste o ingiuste che fossero, al loro mantenimento. Missoni è stato uno
di noi; è stato con noi da questa parte delle sempre più ciclopiche mura parlamentari,
dietro cui ormai il Branco con i propri seguaci va vieppiù isolandosi; ha
capito come noi che quelle mura rappresentano la reale linea di divisione fra
Popolo Sovrano e gli stessi suoi abusivi rappresentanti politici, che ancora
tentano di disunirci con fantomatiche linee frastagliate che continuamente ci
saettano contro a e da dritta e mancina. Ottavio rimarrà l’emblema vivente della
laboriosità di un Popolo; è sempre stato il collaboratore fra collaboratori, mai "il padrone". E' fra i pochi ricchi a cui con facilità, al pari del biblico cammello nella cruna d'ago, il Signore ha permesso di attraversare le porte del Cielo spalancandole.
Edito
a Bari il 9.5.2013
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