ANCHE GLI IMMORTALI MUOIONO
Finalmente. Pensavo che mai
avrei visto questa giornata. Che avrei chiuso gli occhi per sempre sotto il
simbolo del potere assoluto del signor Andreotti. Temevo che la mia condanna,
dalla nascita alla morte, fosse di dover subire la sua ingombrante e dannosa presenza.
Cristianamente non dovrei dirlo, ma mi sono sentito liberato da quell’incubo,
rappresentato non dall’essere umano in sé ma dal suo diabolico trasformarsi
in politico, sostituendosi a quel re (grazie soprattutto agli spazzini del voto
di cui sempre si circondano i politici) che il Popolo Italiano aveva scacciato per
sempre dal suo ordinamento. Indelebile per me rimarrà il ricordo del suo sadico
cinismo quando, in visita ufficiale in Cina pochi giorni dopo lo sterminio dei
ragazzi di Piazza Tien An Men, invece che cancellare quella visita come dignitoso
ed evidente segno di protesta, ebbe la spudoratezza di stringere le sporche mani, ancora
fresche di sangue, dei mandanti di quella strage, giustificando il suo atto con
la “ragion di stato”; nessuna ragion di stato, nessuna umana giustificazione può mai assolvere da crimini
tanto atroci. Potrò ora godermi il resto della vita senza Andreotti, ma l’ossessione
che altri possano prenderne il posto rimane. Questo il motivo per cui è urgente
stabilire per legge la limitazione del potere politico in massimo due mandati
quadriennali per ogni ordine e grado, e tutti a elezione diretta. Il Popolo Sovrano
ha sancito che il re non lo vuole più. Quindi la mia avversione per Andreotti è
relativa al quel simbolo di potere assoluto, sostenuto da leggi permissive. Lo
statista, il divo, belzebù, il divino Giulio, lui non è stato nulla di tutto
questo, ma un semplice uomo che ha saputo approfittare più di ogni altro di
quelle leggi. Le sorti dei Popoli si fondano solo e soltanto sul lavoro di
menti e braccia eccelse, mai sulla frenante attività parlamentare. Il “boom
economico” degli anni ‘60, ad esempio, è frutto soltanto di imprenditori e
operai laboriosi, gente pratica che si è rimboccata le maniche senza inutili perdite di tempo, non certo dei politici che, al contrario, con le loro
aggrovigliate leggi (parlo di quelle mirate ad agevolare parenti, amici e amici
degli amici), hanno agito da elemento frenante a quella che sarebbe stata una
stagione molto più prolifica. Sono certo che per tutto ciò che Andreotti ha fatto in
politica si sia giocato anche la sua vita privata, trovando sbarrate le porte
del Cielo quando vi si è presentato. “Vox Populi” è sempre “Vox Dei”.
Edito
a Bari il 6.5.2013
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